Caro dott. Gratteri,
ci sono circostanze che consentono di comprendere meglio il valore degli insegnamenti. La volontà di non fare “di tutta l’erba un fascio”, come taluni vorrebbero per meglio celare le proprie malefatte, ad esempio. Oppure quella di esprimere opinioni misurate e basate sulla reale conoscenza delle cose, contro il facile giudizio (o pregiudizio). Ancora, quella di evitare affermazioni non veritiere, consapevoli che non lo siano, solo per destare suggestioni negli interlocutori e ottenere il consenso.
Tutti insegnamenti che abbiamo apprezzato, sentendola parlare e leggendo quello che lei scrive.
E quindi comprenderà il nostro disorientamento, ma a tratti anche il dispiacere, quando la notizia della sua dichiarazione irrompe nella società, investendo i Gal e paragonandoli ad altri enti con cui nulla hanno a che fare, per personalità giuridica, ruolo, attività, accusandoli di inutilità e offrendo la suggestione che soprattutto rappresentino luoghi di bieco potere politico, capaci solo di far del male.
Nell’onestà degli operatori del Gal Terre Locridee, la notizia è stata come una bomba che ha devastato lo spirito di ognuno e creato un senso di vuoto, se pure i baluardi solidi cadono. Possibile che siamo così sbagliati? Pure noi!
Eppure, il Gal non è un ente pubblico che usufruisce delle rimesse dirette e automatiche di fondi statali o regionali, ma una cooperativa di amministrazioni locali, imprenditori, associazioni, persone, il cui scopo è quello di pianificare lo sviluppo locale, tutti insieme. E che le risorse economiche le vanno a cercare, proponendo progetti e iniziative, tutti insieme. È il famoso sviluppo dal basso, che l’UE ha lanciato decenni orsono e che rimane la punta più avanzata dei processi di crescita veri e sostenibili del territorio.
Sì, certo! Ma che serve fare cooperazione transnazionale, come fa il Gal Terre Locridee, vincere bandi nazionali, sostenere la crescita di oltre 150 aziende nell’area di pertinenza, animare le comunità, aiutare i sindaci nell’aspirazione ad avere una scuola migliore per i propri figli, riportare l’entusiasmo fra la gente, proporre idee, stimolare la creatività, difendere la biodiversità?
Sì! Tutti insieme.
Ma che serve? Che serve, se poi i baluardi ti crollano addosso?
Che serve riportare il merito, premiando i progetti migliori, con metodo e fatica, senza interferire nel lavoro di chi giudica con onestà e passione, se poi si cerca di insinuare il dubbio di una realtà negativa? Lo sai, hanno bocciato il mio progetto, ma ero sicuro che fossero i soliti affaristi, con la corona degli amici intorno. Lo ha detto pure il procuratore!
Che serve ricordare che gli amministratori del Gal Terre Locridee non percepiscono un euro? Che non possono ricevere dal Gal finanziamenti per le proprie aziende? Che fanno quel che possono, con amore verso il prossimo?
A che serve, procuratore?
I paragoni da lei manifestati, poi, rientrano nel novero delle suggestioni… Da respingere, come lei ci ha insegnato.
Il nostro Gal, caro procuratore, come i tanti della Calabria, si adopera con le proprie forze, che non sono male, visto che le comunità ci sostengono con convinzione. Oltre alle centinaia di interventi a favore delle imprese agricole, ha in attuazione numerose iniziative, frutto del lavoro delle persone che ci credono. Progetti di ricerca, l’Atelier per la difesa degli ecosistemi, l’Erasmus per mandare ogni anno 50 giovani della Locride a fare esperienza di studio e lavoro in Europa; e poi il “Cammino del pane”, portando nel mondo i profumi dei nostri paesi; i campi di salvataggio, i musei della terra, la riscoperta del patrimonio storico perduto nelle aree interne; la candidatura della Locride a Capitale Italiana della Cultura, che ha ridato senso di appartenenza alle comunità; la promozione del Distretto Turistico e del Distretto Rurale, capaci di potenziare i processi di sviluppo; gli eventi di animazione, come Magna Locride, a cui lei ha partecipato. E molti altri.
Inoltre, collabora con Università, enti pubblici e privati della ricerca, ONG, organizzazioni di produttori, realtà ambientaliste, associazioni culturali…
Uno come lei, caro procuratore, non potrà trascurare l’invito a venire a vedere quel che il nostro Gal fa. Uno come lei, per come ci ha insegnato, non potrà ignorare l’invito alla conoscenza.
Uno come lei non può permettere che i baluardi – seppur barcollanti, ogni tanto (bisogna pur comprenderli…) – crollino, facendo macerie di tutto.
Certi che dopo aver conosciuto, essendo lei anche un appassionato agricoltore del nostro territorio, vorrà diventarne parte proponendo la sua adesione a socio. Per aiutarci e per aiutare la nostra terra.
L’aspettiamo.
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