CATANZARO A maggio 2018 Nicotera Marina si preparava per la stagione estiva. Non solo gli albergatori e i lidi ma, si legge nei brogliacci dell’inchiesta “Imperium”, anche le cosche si preparavano a rapinare l’economia locale. Così, senza troppi giri di parole, Assunto Megna, presunto uomo di riferimento del clan Mancuso nel settore turistico-ricettivo, si rivolge al gestore di un lido per imporgli di comprare da lui i generi alimentari, pesce compreso. Il poveretto prova a dirgli che ha già preso accordi con altri ma Megna non sente ragioni: «… no, no! non mi interessa con chi hai parlato! … non mi interessa proprio niente! … quando viene glielo dici che non mi interessa niente! …. però quest’anno sono cambiate le cose!…ma non per qualcosa, cambiano che lo dico io!! … ma, a parte che a me non mi interessa dei motivi, voglio solo che prendi la merce e basta!! … quindi! …. io adesso ho deciso che voglio lavorare anche più con il fresco, infatti abbiamo aperto anche la pescheria … […] se viene qualcuno e ti dice “eh ma come mai non stai ordinando?” … Perché mi trovo bene con Assunto! basta! … : poi se viene qualcuno e ti dice qualcosa … si … si tu gli devi dire: “guarda qua è venuto Assunto…”». Un’estorsione, secondo la Dda di Catanzaro, che Assunto Megna avrebbe consumato anche per conto della cosca di Limbadi, capeggiata la Luigi Mancuso detto “Il Supremo”.
Megna ha una impresa ittica a nome della moglie. E cerca di estromettere dal mercato i suoi diretti concorrenti. C’è un problema: quei concorrenti sono, a loro volta, sostenti da un ramo della famiglia Mancuso quello di Giuseppe Mancuso Rizzo, alias “Peppe mafia”. Secondo gli inquirenti Luigi Mancuso tramite Gaetano Molino avrebbe autorizzato Megna «ad affrontare i concorrenti». Il tono di Assunto Megna col gestore del lido è duro fin dalle prime battute: «L’anno passato hai preso 200mila euro di merce e a me mi hai accontentato con 20mila euro! … vedi che quest’anno non è così». Batte tavolo: «… però quest’anno sono cambiate le cose! … ma non per qualcosa. cambiano che lo dico io!!!». Il suo interlocutore si fa mansueto: «e a me mi fa piacere… come sempre figuratevi…». Megna vuole sapere perché compra più pesce da altri che da lui: «Durante la stagione dove ti prendi 200e dove ne prendi 20! … vuol dire che un motivo ci sarà! … il motivo qual è?!»«Motivi non ce ne sono …» gli risponde il gestore del villaggio. «Ma a parte che a me non mi interessa dei motivi voglio solo che prendi la merce e basta!! … quindi!!».
L’uomo chiede se Megna fornisca anche la carne.«Sentite, voi come carne come.siete messi?»«Come vogliamo!»Poi vengono elencati tutti i prodotto che il gestore sarà costretto a comprare da Megna: l’olio i pelati, la coscia di suino. Assunto Megna si impone anche sui desiderata dell’imprenditore: «No la coscia l’altro pezzo che è insieme alla lonza più piccolo, la coppa». E ancora: il pollo, il filetto.
Il gestore desidera il filetto di pangasio ma Megna “suggerisce” altro: «Qualche trancio … il pangasio quest’anno è diventato più caro degli altri però prendiamo qualcos’altro che è meglio del pangasio». Il gestore ha paura che qualcuno, sempre i suoi concorrenti, gli chieda conto, in malo modo, «di una certa arroganza» del suo accordo con Megna. Ma quest’ultimo gli lo rassicura e suggerisce di mandare eventuali detrattori da lui: «… è venuto Assunto e siamo rimasti in un certo modo e mi ha detto se vuoi qualcosa vai a parlare con lui!».
Il 22 maggio, pochi giorni dopo, Megna scopre dal gestore che, in effetti, i “rivali” si sono già fatti sentire. L’imprenditore è preoccupato: «Assunto, io non ne voglio problemi … con certi cristiani non ne voglio problemi… voi mi conoscete non da adesso … non ne voglio problemi … ve la parlate con lui. voi sapete quello che gli dovete dire … tranquillo … va beh andiamo avanti». L’imposizione di Megna, secondo il gip, ha dato i suoi frutti: «L’analisi investigativa si è incentrata anche sui volumi d’affari nella impresa ittica di Megna che, da un fatturato di 1.243.814,00 euro registrato nell’anno 2017, è passato nell’anno 2018 – quando si avviavano le forniture imposte al villagio – a 1.758.785,00 euro e 1.730.832,00 euro; segno evidente dell’effetto positivo determinato dall’atteggiamento criminale attuato». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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