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La protesta

Tagli e disservizi al “San Giovanni di Dio”, sit-in della Cisl davanti all’ospedale

All’ingresso del nosocomio cittadino solo bandiere e rappresentanti della sigla sindacale. Anche il sindaco Voce in piazza: «Territorio dimenticato»

Pubblicato il: 01/08/2023 – 14:51
di Gaetano Megna
Tagli e disservizi al “San Giovanni di Dio”, sit-in della Cisl davanti all’ospedale

CROTONE C’erano solo bandiere della Cisl al sit-in di protesta sui tagli alla sanità nella provincia di Crotone, tenutosi questa mattina davanti l’entrata dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. Non c’erano né bandiere e né rappresentanti della Cgil e della Uil. Il sindacato si è diviso. A spiegare, in qualche modo, le ragioni delle divisioni è il dirigente Cisl Luigi Tallarico, che dice: «La richiesta del sit-in era stata fatta dalla Rappresentanza sindacale unitaria». Tra i firmatari c’erano anche le Rsu di Cgil e Uil. Mancava solo la firma della Fials, sindacato autonomo di categoria.
Secondo il racconto di Talarico le posizioni sarebbero cambiate «domenica sera in seguito ad una nota diramata dal direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale, Antonio Mantella». Il contenuto era rappresentato da «controdeduzioni rispetto alle critiche sollevate dalla Rsu».
«La nota era composta da 15 pagine ben scritte – ha specificato Tallarico – in punta di diritto». Le richieste avanzante dalla Rsu «riguardavano spettanze arretrate» e una serie di altri diritti maturati e non riconosciuti dall’Azienda.
Dopo avere diramato la nota Mantella ha fatto sapere che avrebbe voluto incontrare, in tempi brevissimi, i rappresentanti sindacali «per un confronto che serviva a fargli capire meglio la situazione visto che è da poco tempo che è stato nominato a Crotone». «Evidentemente – ha commentato Tallarico – gli altri rappresentanti sindacali sono rimasti soddisfatti delle cose dette durante l’incontro». Oggi si manifesta per queste questioni, ma anche per chiedere una qualità della sanità diversa.

La Uil perde pezzi

Il sit-in davanti l’ingresso dell’ospedela di Crotone


Pasquale Greco, dirigente storico della Uil sanità e componente della Rsu, ha deciso di lasciare la sua sigla sindacale. Greco racconta di avere presentato la disdetta alla tessera della Uil questa mattina stessa «perché ormai non si riconosce più nella sigla sindacale che ha sempre fatto battaglie sui problemi della sanità e ora non è più la stessa». Greco sottolinea che «la sua coerenza non può essere messa in discussione da scelte che rompono la tradizione di lotta del suo ex sindacato».
Denuncia che l’attacco alla sanità crotonese è partito da tanti anni ed ha chiesto che «dopo tante parole si passi ai fatti».

Le ragioni della protesta

Si manifesta anche contro il nuovo assetto della rete ospedaliera che ha deciso il presidente Occhiuto. Il ragionamento che si fa è matematico e spiega come ancora una volta si operano tagli: sono 20 le strutture ospedaliere complesse che vengono riconosciute con decreto di Occhiuto, una in più di quella che si ha oggi. Questo non deve trarre in inganno, perché la legge nazionale prevede l’istituzione di una struttura semplice ogni 1,33 struttura complessa. Significa che per le 20 strutture complesse ne scatteranno 15 semplici. Il 20% di queste 15, cioè tre, saranno le unità operative semplici dipartimentali.
Delle tre una sarebbe stata già assegnata dalla Regione al Centro trasfusionale. Da assegnare ne restano solo due. Una coperta molto corta, perché le unità operative semplici dipartimentali attualmente sono Microcitemia, Laboratorio analisi, Malattie infettive, Otorino, Oculistica, Pneumologia e dermatologia. Microcitemia è stata già individuata dal Decreto di occhiuto e a questo punto il posto da assegnare resta uno solo. Così vengono fatte fuori cinque specialistiche, che dovrebbero essere declassate a ambulatori.
Ci sono specialistiche come Oculistica e Otorino che hanno acquisito grande professionalità che rischiano di essere cancellate, perché intanto il privato ottiene posti letto (vedi otorino al Marrelli hospital che ha avuto sei posti letto). L’operazione che si sta mettendo in piedi, quindi, è quella di riconoscere una unità operativa complessi in più e di tagliare cinque unità operative semplici.
Si potrebbe procedere ad un accorpamento, ma in molti casi si ottiene una fusione tra materie che non hanno nessuna attinenza e compatibilità. Succede anche che non ci sono medici e quelli che ci sono preferiscono fuggire in altre aziende, dove viene garantita la professionalità e la tranquillità.

A Crotone succede anche che il laboratorio di pneumologia e medicina del sonno resterà chiuso sino al prossimo 18 agosto (avviso nella foto) per consentire all’unico professionista che ci lavora di fare le ferie. I malati di Crotone si arrangino da un’altra parte.

Voce al sit-in: «Sull’ospedale si fanno solo chiacchiere»


Secondo il sindaco Vincenzo Voce «il problema non può essere rappresentato solo dalle rassicurazioni che ottengono i lavoratori, la vera questione è l’ospedale e si continua a fare chiacchiere e dire e dire mentre i cittadini sono costretti a fare riferimento ad un pronto soccorso in condizioni critiche». Voce racconta di ricevere segnalazioni «di persone che per ore ed ore sono ferme al pronto soccorso in attesa di essere assistiti». Mancano i medici e ci sono «reparti quali la medicina nucleare che continua a rimanere chiuso». «Ho chiesto al presidente Occhiuto – ha concluso Voce – una inversione di tendenza perché il nostro territorio è stato depotenziato». Un sindacalista ha detto che «la qualità e la quantità di servizio sanitario che veniva garantita 30 anni fa a Crotone non esiste più. Sarebbe, quindi, meglio tornare indietro». (redazione@corrierecal.it)

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