LONGOBUCCO Il viadotto Ortiano, lungo la Sila-Mare, crollato il 3 maggio scorso, sarà ricostruito entro 24 mesi. È il termine ultimo che si è imposto il ministero delle Infrastrutture attraverso Anas e che stamani il massimo dirigente regionale della società nazionale delle strade, Francesco Caporaso, ha comunicato al presidente Roberto Occhiuto in un vertice tenutosi in Cittadella a Catanzaro. Ora la domanda è: basteranno i 9 milioni di euro stanziati dal ministro Salvini?
Dunque, altri due anni per rivedere quel viadotto al suo posto. A quanto pare – questo è quanto trapelato dall’incontro a Catanzaro – sarà revisionato l’intero impalcato del ponte crollato con una campata più lunga, così che si possano superare eventuali ed ulteriori problemi dovuti alla realizzazione di un pilone nell’alveo di un torrente.
Ma c’è di più. Durante la riunione è stato fatto il punto sulle opere di monitoraggio e consolidamento che stanno interessando il tratto della Sila-Mare Ortiano-Longobucco. Di fatto, si tratta di una strada costruita con criteri antichi (se si pensa che è stata progettata 50 anni fa!) e tutti i 13 piloni che in diversi spezzoni reggono in piedi i sei chilometri e mezzo di strada sono da revisionare. Al momento pare ne siano stati stabilizzati e messi in sicurezza soltanto quattro. Ne restano altri nove. Ecco perché la riapertura al traffico a singhiozzo e a viabilità alternata. Probabilmente per avere un quadro completo di messa in sicurezza del primo lotto Longobucco-Ortiano ci vorrà un altro anno. Stessi tempi anche, presumibilmente, per mettere in sicurezza il tratto della vecchia SS177, che transita per monte Altare, colpito sempre nel maggio scorso da una frana.
Tempi ridotti, invece, per l’ultimo lotto in costruzione, quello compreso tra il bivio di Destro/Manco e quello di Caloveto/Cropalati. Qui è stato Occhiuto a garantire che i lavori saranno ultimati e consegnati entro e non oltre la primavera prossima. Poi ci sarebbe il completamento fino alla Statale 106, lungo tutto il letto del grande fiume Traes. Qui la vicenda sarebbe più complessa, in quanto il tracciato attraverserebbe un’area Sic (siti di importanza comunitaria) che dilata di molto i tempi autorizzativi.
In ultimo, rimanendo alla questione strada (durante l’incontro si è discusso anche di diritto alla salute e all’istruzione, spesso negato ai cittadini dell’entroterra) c’è un’altra novità emersa dalla riunione. A darne notizia è stato proprio il consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano. «Su proposta del presidente Occhiuto – ha scritto il dirigente calabrese del partito di Calenda – insieme ad altri consiglieri regionali mi farò promotore di una proposta di legge regionale destinata a riconoscere le Strade di Nessuno». Parliamo di tutte quelle vie di comunicazione dell’entroterra che rimangono prive di manutenzione, di cui nei mesi scorsi ci siamo occupati più volte. «Si tratta di quelle strade – sottolinea Graziano – realizzate nei decenni scorsi dal grande lavoro dell’opera Sila e poi rimaste orfane di titolarità. Oggi – precisa ancora – sono in condizioni pessime e un intervento con risorse può avvenire solo se c’è una legge regionale che lo supporti». Con questo strumento normativo, quindi, la Regione potrà finanziare interventi concreti su strade come la Longobucco-Fossiata, la cosiddetta strada di Macrocioli, ma ancora come la Santa Maria delle Grazie- Palombara e la Patire-Rinacchio, nel comune di Corigliano-Rossano.
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