CROTONE Il sindacato si divide sulla trattativa aperta con l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone. Cgil e Uil aprono il confronto con la direzione strategica e la Cisl, che vanta un maggior numero di iscritti tra i dipendi, resta su una posizione molto critica. Le divisioni sono emerse anche ieri nel corso della riunione della conferenza provinciale dei sindaci. La Cisl, con il segretario di categoria, Luigi Tallarico, ha ribadito la posizione di intransigenza e di chiusura, mentre il segretario generale della Uil della provincia di Crotone, Fabio Tomaino, dopo avere ribadito che «nessuno ha chiesto il ritiro del sit-in» organizzato dalla Cisl ha sottolineato che «non ci può essere una posizione intransigente quando, per la prima volta dopo anni, si trova la disponibilità dell’azienda a dialogare per trovare un accordo su tutte le questioni pendenti». Sostanzialmente la Cisl non recede e Uil e Cgil aprono il confronto con l’Azienda sulla base di un impegno che prevede di liquidare le spettanze economiche già maturate dai dipendenti, entro la fine di questo mese di agosto. Si tratta di spettanze contrattuali pendenti da anni, su cui mai si è riusciti a chiudere la partita con le precedenti direzioni strategiche, che hanno amministrato l’Asp pitagorica. Nel suo ragionamento Tomaino ha detto che da parte della Cisl sarebbe stata messa in atto un’azione preventiva senza avere verificato se gli impegni che si assumevano avrebbero prodotto qualche risultato.
Sulla questione, a margine della conferenza dei sindaci di ieri, è stato raccolto il punto di vista del direttore amministrativo dell’Asp, Antonio Mantella, che ha subito evidenziato di essere stato nominato da pochissimo tempo e di non avere avuto grandi spazi di intervento. «Subito dopo la nomina – ha detto Mantella -ho cercato di instaurare buoni rapporti con i sindacati». «Dopo solo una settimana alla guida dell’ufficio amministrativo dell’Asp – ha evidenziato Mastella – mi sono trovato a dovere approvare il bilancio, che di solito richiede almeno un anno di lavoro, mentre noi abbiamo dovuto chiuderlo subito». Il primo incontro con i sindacati «è avvenuto a ridosso della nomina» ed è stato loro chiesto un po’ di tempo per poter prendere coscienza della situazione dell’Azienda. «Mi sono presentato – ha aggiunto Mantella – e mi sono scusato con i sindacati perché non era possibile affrontare tutte le tematiche, che io non conoscevo. Non avevo idea su come procedere, perché non sapevo ancora se c’erano cose da cambiare o si poteva andare avanti sulla strada già tracciata». C’è stato, quindi, un periodo di stasi (una quindicina di giorni) nel corso del quale Mantella ha lavorato ad un documento da sottoporre alla valutazione del sindacato. Un documento con cui si tracciavano «le linee legali su cui trovare l’intesa». Il documento consegnato ai sindacati il giorno prima del sit-in della Cisl «era stato già concepito e non è stato formulato perché era stata decisa la manifestazione indetta dalla Cisl». «I sindacati medici li avevo incontrati la settimana prima – ha continuato Mantella – e quando c’è stato l’incontro con il comparto volevo dare un segnale di serietà dell’approccio e ho consegnato il documento di 15 pagine». Secondo Mastella «la coincidenza del sit-in ha determinato una lettura sbagliata delle intenzioni dell’Azienda». È vero che la stesura è stata accelerata ma non era intenzione di Mantella «bloccare il sit-in». La Cisl, invece, ha dato una valutazione diversa, perché ha pensato che il documento di 15 pagine era stato appositamente predisposto nella giornata che precedeva la manifestazione di protesta per mettere il bavaglio all’iniziativa. «Nella riunione nella quale è stato consegnato il documento – ha detto ancora – sono stato chiaro e cioè il documento serve a stabilire un primo posizionamento per aprire il confronto; ho detto di avere rilevato delle criticità che potevano essere risolte con una decisione da prendere insieme». Il sit-in non è stato aggetto di valutazione e discussione anche se Mantella sottolinea che, a suo avviso, «anche se rappresenta un’azione legittima, è stato un atto poco credibile in quanto c’è stato l’incontro, sono state fatte le dichiarazioni preliminari, è stato ribadito che da parte dell’Azienda ci sarebbe stato solo legittimità e le destinazioni delle risorse del fondo, le avrebbero decise i sindacati». L’apertura c’è stata e la risposta da parte della rappresentanza sindacale unitaria, a parare del direttore amministrativo, «è stata estremamente favorevole, perché si è intravista una partecipazione dialettica attiva dalla parte del tavolo». La Rsu, sempre secondo il racconto di Mantella, «ha compreso ed apprezzato le proposte dell’Azienda». Solo la rappresentanza della Cisl ha manifestato un atteggiamento «molto polemico e senza una base costruttiva del dialogo».
Sullo sfondo c’è l’indagine della Direzione distrettuale antimafia, coordinata da Nicola Gratteri, che ha ipotizzato una gestione non esemplare dell’Asp pitagorica caratterizzata da ingerenze e condizionamenti esterni, con compiacenze interne, finalizzate al conseguimento di benefici elettorali e personali. Al di là del risultato che si raggiungerà con l’indagine della magistratura antimafia, il risultato della gestione della sanità nella provincia di Crotone è sotto gli occhi di tutti (carente e scadente) e le responsabilità sono datate nel tempo e da attribuire alla politica e anche al sindacato troppo spesso silente e forse anche compiacente.
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