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Pci Calabria, taglio del reddito di cittadinanza: «Il governo pensi ai ricatti sui lavoratori del Sud»

«Sono questi gli scandali che dovrebbero essere affrontati e puniti penalmente, insieme all’attività corruttiva e di evasione fiscale»

Pubblicato il: 04/08/2023 – 19:15
Pci Calabria, taglio del reddito di cittadinanza: «Il governo pensi ai ricatti sui lavoratori del Sud»

CATANZARO «La forma è quasi peggio della sostanza. È bastato un sms sul telefonino per tagliare il reddito di cittadinanza a migliaia di persone in Calabria e nel Mezzogiorno, territori dove l’alternativa al reddito non è il lavoro, ma sfruttamento, lavoro nero, disoccupazione». Così si esprime sul reddito di cittadinanza il Partito comunista italiano in Calabria.
«Per molto tempo – prosegue la nota – e per tutta la campagna elettorale abbiamo sentito ripetere dalle forze di destra, unite in una specie di crociata contro i poveri, il solito ritornello: molte aziende sono in difficoltà perché non trovano personale da assumere per colpa del reddito di cittadinanza. Falso. In realtà la precarietà non basta ad alcune aziende che pensano di poter, non solo ricattare i lavoratori con i contratti flessibili e a termine, ma di poterli trattare come oggetti per accrescere i loro profitti. Accade specie al Sud che anche le persone messe a regola vengano spesso obbligate, preventivamente al momento della firma del contratto, a restituire parte delle somme percepite in busta paga al proprio datore di lavoro. Sono questi gli scandali che dovrebbero essere affrontati dal governo e puniti penalmente, insieme alla crescente attività corruttiva e di evasione fiscale che, se realmente combattuta, porterebbe allo Stato introiti maggiori rispetto ai risparmi ottenuti dalla riduzione dei percettori del reddito di cittadinanza. Il governo Meloni punta dritto contro i ceti disagiati ritenendoli forse una piaga per la società. Siamo solo all’inizio se si pensa che la cancellazione del reddito di cittadinanza per 15mila calabresi in difficoltà è stata anticipata dalla fantomatica carta spesa “Dedicata a te” da 385,00 euro, elargita ad una platea di beneficiari selezionati secondo criteri obsoleti, inattuali, discutibili. Tra essi figurano persone e nuclei familiari a cui è stato, subito dopo, cancellato il reddito di cittadinanza con un semplice sms. Il tutto condito da un clamoroso scaricabarile del governo nei confronti dei comuni che, udite udite, oltre agli innumerevoli problemi quotidiani dovrebbero prendersi in carico quegli utenti bisognosi spogliati del reddito di cittadinanza. Qualcosa non torna, allora il reddito di cittadinanza era una misura socialmente utile o no? La fotografia che il governo evidentemente ha della situazione sociale ed economica del Mezzogiorno e della Calabria è molto confusa e lontana dalla realtà delle cose. E questi provvedimenti antipopolari testimoniano il distacco delle istituzioni gente comune che solo ora comincia a prendere coscienza subendo sulla propria pelle l’arroganza del potere sordo e con le bende sugli occhi».

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