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Regione, verso la pausa con un centrodestra sempre più maggioranza e un centrosinistra sempre più minoranza

La “lettura” dell’ultima seduta del Consiglio regionale che ha rafforzato Occhiuto e il suo schieramento e confermato le difficoltà dell’opposizione di creare un fronte unitario

Pubblicato il: 04/08/2023 – 19:27
di Antonio Cantisani
Regione, verso la pausa con un centrodestra sempre più maggioranza e un centrosinistra sempre più minoranza

CATANZARO «Meglio di così non poteva andare». L’anonimo big del centrodestra calabrese inquadra così l’esito dell’ultima seduta di Consiglio regionale. La sintesi in effetti rende perfettamente l’idea di quello che è successo in aula, con il presidente della Regione Roberto Occhiuto e con la maggioranza che sono usciti più forti da uno step scivoloso come quello della riforma dei Consorzi di bonifica che invece ha confermato l’incapacità delle opposizioni di centrosinistra di fare fronte compatto. Le minoranze probabilmente sono rimaste sorprese dalla “mossa” di Occhiuto, che accogliendo la richiesta della sua maggioranza, ha deciso di ritirare la fiducia al testo che crea il Consorzio unico, “liberando” da eventuali impacci quanti nel campo dell’opposizione erano maggiormente convinti della bontà della riforma, segnatamente Francesco Afflitto (M5S) e Ferdinando Laghi (DeMa). Afflitto e Laghi hanno specificato che il loro voto non è una fiducia politica a Occhiuto ma intanto il loro sostegno al nuovo corso dei Consorzi di bonifica ha reso più pingue il bottino del centrodestra e “sgranato” ulteriormente il centrosinistra.

I banchi del centrodestra ieri in Consiglio regionale

Il campo del centrodestra

Tradotto il tutto in termini molto spicci, si può dunque dire che alla vigilia dello stop per la pausa di Ferragosto il quadro alla Regione sia questo: un centrodestra sempre più maggioranza e un centrosinistra sempre più minoranza. In effetti l’andamento della giornata di ieri sembra rendere plasticamente questa immagine. Il governatore Occhiuto ha chiesto alla sua maggioranza un atto di fedeltà assoluta e questo atto  fedeltà assoluta in aula ma anche fuori dall’aula, “in camera caritatis”, è arrivato. Prima della seduta del Consiglio regionale il governatore e la maggioranza si sono confrontati perché nel centrodestra la preoccupazione che qualcosa potesse andare storta c’era tutta. Del resto alla vigilia erano emerse sacche di dissenso alla riforma del sistema consortile, alcune palesi come quella del leghista Pietro Molinaro e altre sotterranee.  Una riunione che prometteva fuoco e  fiamme ma che invece – ha raccontato più di un partecipante – si sarebbe snodata in un clima di sostanziale tranquillità, e anche i potenziali dissidenti invece si sarebbero dichiarati perfettamente allineati al sentiero tracciato da Occhiuto e in aula poi battuto dai capigruppo. L’idea del ritiro della fiducia – riferiscono fonti accreditate – sarebbe maturata già in questo consesso, concretizzandosi poi in aula con un voto che ha due chiavi di lettura: il consolidamento della leadership di Occhiuto e la impenetrabilità del fronte del centrodestra, che nei momenti topici sa come imbullonarsi e ricompattarsi. I consiglieri regionali della maggioranza infatti sono entrati un aula con i volti più distesi, e del resto che la tensione via via si fosse diradataa è apparso chiaro a tanti già dal giorno prima del Consiglio, dopo l’incontro tra Occhiuto e le organizzazioni di categoria, uscite più rinfrancate dalle rassicurazioni sull’accoglimento di emendamenti migliorativi della proposta (soprattutto sotto il profilo dei contributi economici), emendamenti poi effettivamente recepiti nel testo finale (anche se il mondo della bonifica ha confermato che intenderà fare ricorso contro la previsione del Consorzio unico).  Per il centrodestra ora una pausa di sollievo che neutralizza qualche tossina che pure c’è nella coalizione, con più di una fibrillazione soprattutto tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Una pausa di sollievo sicuramente utile anche in vista di un autunno che tuttavia presenterà già le prime dinamiche proiettate a un 2024 pieno di “test match” che sicuramente metteranno a dura prova gli equilibri della coalizione: le campagne elettorali delle Europee, delle Amministrative e forse anche delle provinciali e il tagliando di metà legislatura alla Regione.

Consiglieri regionali di centrosinistra nel corso della seduta del Consiglio regionale di ieri

Il campo del centrosinistra

Nel “gioco degli specchi” tra gli schieramenti,  invece a pagare dazio è stato il centrosinistra. Le “barricate” in aula ci sono state, soprattutto da parte del Pd, che ha confermato la sua nuova linea, quella di aver alzato il livello dello scontro con Occhiuto e con la maggioranza di centrodestra, ma anche i democrat probabilmente, come tutte le altre componenti della minoranza, secondo diversi analisti sarebbero rimasti “spiazzati” dalle decisione di Occhiuto di ritirare la fiducia. Ma mentre  i dem hanno fatto quadrato restando fermi sulla loro posizione (anche se qualcuno sostiene che è stato un errore non votare una riforma che razionalizza un sistema oggettivamente al collasso), così come Antonio lo Schiavo (Misto),  il gruppo del M5S si è diviso, con il capogruppo Tavernise che è rimasto attestato sul no per spirito di opposizione (pur dicendosi sensibile rispetto al tema sollevato dalla riforma) e con Francesco Afflitto che invece ha votato sì (rischiando adesso l’espulsione dal Movimento essendo già partita una procedura che sarà conclusa dalla valutazione del leader Giuseppe Conte), come del resto aveva preannunciato  in Commissione, e come Afflitto anche Laghi di DeMa. Il dato di sintesi è quello di un centrosinistra che ancora non parla la stessa lingua e non comunica al proprio interno, e che ancora non ha nemmeno iniziato a costruire quel campo largo progressista che da Roma in giù in tanti indicano come obiettivo ma che è ancora poco più di un miraggio. (redazione@corrierecal.it)

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