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Pagamenti, imprese calabresi (nuovamente) alle prese con i ritardi – VIDEO

Ritornano a crescere i tempi per saldare le fatture entro il mese. La Calabria tra le peggiori. Marino: «Piaga che limita lo sviluppo»

Pubblicato il: 06/08/2023 – 7:00
di Roberto De Santo
Pagamenti, imprese calabresi (nuovamente) alle prese con i ritardi – VIDEO

CATANZARO Non si può parlare ancora di emergenza per le imprese, ma le prime avvisaglie sul fronte dell’aumento dei tempi dei pagamenti delle fatture sono già una realtà. Frutto amaro anche del circolo perverso innescato da un lato dall’incremento dei tassi creditizi e dall’altro dall’inflazione che ha fatto impennare i prezzi. Due fattori che stanno contribuendo conseguentemente ad irrigidire la disponibilità di somme da parte del sistema economico complessivo. Così dopo il minimo storico raggiunto nel 2022, si registra una crescita dei ritardi gravi nella tempistica in cui le aziende riescono ad ottenere il saldo delle fatture emesse.
Quando si parla di “ritardi gravi” ci si riferisce a quei pagamenti che subiscono un rinvio nei tempi di pagamento di oltre un mese, costituendo un elemento di criticità per i conti delle imprese.
Nel secondo trimestre dell’anno – stando ai dati Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information – questi rappresentano in Italia il 9,5% del totale. Significa che quasi 10 fatture su cento subiscono ritardi di oltre 30 giorni. Un dato che segna un forte peggioramento rispetto al all’ultimo trimestre del 2022 che gli analisti di Cribis, stimano in 4,4 punti percentuali.
Un’inversione di tendenza che ipoteca anche il prossimo futuro e che potrebbe rivelarsi così molto duro per la tenuta economica delle imprese.
Infatti stando ai dati recentemente diffusi dall’area studi e ricerche di Cna, emerge che ben il 94,3% delle imprese che non vengono pagate puntualmente subiscono conseguenze.
Per far fronte al mancato incasso l’imprenditore è costretto a ricorrere al credito bancario (quasi il 22%), mentre c’è un 17% che vede ridurre la propria crescita e chi è costretto a tagliare gli investimenti (16%) ed infine il 13,4% dichiara che soffre una contrazione generalizzata della sua produttività.
Effetti dunque fortemente negativi che si ripercuotono soprattutto su quelle imprese con bassa capitalizzazione e poca disponibilità di circolante, caratteristiche proprie del sistema imprenditoriale calabrese.

La situazione in Calabria

Un quadro che preoccupa la Calabria, da sempre regione cenerentola in materia di puntualità nei pagamenti dovuti.
Stando ai dati elaborati da Cribis, oltre un quarto (per l’esattezza il 25,1%) dei pagamenti nel secondo trimestre dell’anno risulta regolare in Calabria. Una condizione che pone la regione al penultimo posto della classifica, anticipata solo dalla Sicilia (23,9%).
Decisamente lontana da regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Veneto che risultano con una quota di pagatori puntuali superiori al 48 per cento.
Stando alle elaborazioni degli analisti della Cribis, i tempi medi dei pagamenti nel corso del secondo trimestre dell’anno in Calabria sono pari ad 82 giorni in peggioramento anche rispetto al precedente periodo che si fermava al non felice dato di 76 giorni.
Andando nel dettaglio, in regione si registra uno dei tassi più alti di cattivi pagatori.
Ben il 17,5% delle fatture non risultano saldate entro i trenta giorni. Peggio della Calabria fa la Sicilia con il 18,3 per cento di pagamenti insoluti nel mese. Un dato al di sopra sia della non positiva media italiana – nel confronto alle tempistiche europee – pari appunto al 9,5% dei pagamenti non effettuati entro il mese, ma anche del resto del Mezzogiorno: 15%.

La tempistica nelle province

Se il tasso di aziende che si vedono non pagate entro i termini è così alto nella regione, conseguentemente anche le province calabresi risultano tra quelle meno virtuose in tema di puntualità nel saldo della fatture.
Secondo lo studio di Cribis, è il Catanzarese l’area che registra il peggior dato calabrese. Nel ranking delle province più virtuose, infatti si colloca al penultimo posto in Italia. Ma anche gli altri territori si ritrovano nella parte bassa della classifica. In particolare il Reggino risulta 104emo, il Crotonese al 101esimo, appena un gradino più il alto la provincia di Vibo Valentia.
Un quadro disarmante che comporta una mancanza di liquidità ed un conseguente rischio di dover ricorrere al sistema creditizio per compensare il mancato introito. Una spirale che, con l’innalzamento dei tassi di interesse applicati dalle banche, finisce per impattare ancor di più sulla già esile tenuta economica delle piccole e microimprese che sono le più diffuse sul territorio calabrese.

Marino: «È una piaga che limita lo sviluppo della Calabria»

C’è anche una cultura diffusa nel ritardare i pagamenti che si somma alle difficoltà di enti ed imprese ad onorare i debiti. Ne è convinto Domenico Marino, professore ordinario di Politica economica all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, che sottolinea i rischi per la tenuta delle piccole e medie imprese calabresi. A volte costrette anche a ricorrere all’usura per mantenere in piedi la propria azienda. E per ridurre il fenomeno dannoso per l’economia locale, il docente chiede interventi integrati e maggiore trasparenza.

Domenico Marino, docente di Politica economica all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria

Gli ultimi dati indicano un peggioramento dei tempi di pagamento delle fatture. E la Calabria è tra le regioni che su questo tema dimostra maggiori fragilità. A cosa è dovuto?
«Il peggioramento dei tempi di pagamento è causato da una serie di fattori interconnessi. Problemi finanziari, difficoltà economiche delle imprese e istituzioni pubbliche, possono portare a ritardi nei pagamenti per conservare liquidità. La burocrazia e l’inefficienza nei processi amministrativi rallentano le approvazioni e i pagamenti. La scarsa qualificazione del personale amministrativo può contribuire a rallentamenti nei processi di gestione delle fatture nella pubblica amministrazione. Una cattiva gestione finanziaria, come la mancanza di controllo dei flussi di cassa, può causare problemi di liquidità e ritardi nei pagamenti da parte delle imprese. Le crisi economiche o eventi eccezionali come la pandemia possono ridurre le entrate delle imprese e complicare il rispetto dei tempi di pagamento. Ma quello che è più preoccupante e che in alcune aree, e la Calabria è sicuramente tra queste, può esserci una cultura diffusa di ritardare i pagamenti, che a cascata causa danni nel sistema economico locale».

Molte imprese di piccole dimensioni a causa dei ritardi nei pagamenti entrano in crisi di liquidità

E quali sono le conseguenze più gravi?
«I ritardi nei pagamenti hanno gravi conseguenze sull’ambiente imprenditoriale della Calabria e sull’economia locale. Le principali problematiche includono problemi di liquidità per le imprese, specialmente per le piccole e medie imprese (PMI), che possono avere difficoltà a pagare i fornitori e a far fronte alle spese quotidiane, alimentando un circolo vizioso che a cascata si riflette su tutto il sistema delle imprese. I ritardi nei pagamenti, infatti, possono avere un impatto negativo sulla catena di fornitura, danneggiando le relazioni con i fornitori e ostacolando l’approvvigionamento di materiali e servizi essenziali per il funzionamento delle aziende. I ritardi possono, anche ostacolare l’accesso delle aziende a finanziamenti e linee di credito, aumentare il grado di insolvenza e il correlato rischio finanziario percepito da banche e istituti finanziari. Le imprese in difficoltà finanziarie a causa dei ritardi potrebbero essere costrette a cercare forme di finanziamento più onerose, aumentando così i loro costi finanziari complessivi. O nei casi peggiori essere costretti a ricorrere all’usura. La presenza di ritardi nei pagamenti può anche avere un effetto disincentivante per gli imprenditori che tentano di avviare attività economiche nella regione, perché consapevoli di dover affrontare difficoltà finanziarie. A seguito dei problemi finanziari connessi con i ritardi di pagamento si potrebbero verificare effetti negativi sull’occupazione locale, poiché le aziende in difficoltà finanziarie potrebbero essere costrette a ridurre il personale».

Il ricorso all’indebitamento in una stagione di innalzamento dei tassi creditizi ha un impatto particolarmente grave in una regione che continua a detenere record dei tassi più alti?
«Sì, certamente. Avrà implicazioni pesanti sull’economia e sulle attività imprenditoriali. Con tassi di interesse elevati, sia le imprese che le famiglie dovranno affrontare costi maggiori nel finanziarsi. Questo può tradursi in un aumento degli oneri finanziari per le imprese, che dovranno destinare una parte più consistente delle loro entrate al pagamento degli interessi sui prestiti, riducendo così le risorse disponibili per investimenti, ricerca e sviluppo, o per l’espansione delle attività. Allo stesso modo, le famiglie potrebbero affrontare difficoltà nel far fronte ai pagamenti del debito, soprattutto coloro che hanno già un alto livello di indebitamento. L’indebitamento con tassi elevati può anche scoraggiare gli investimenti. Le imprese potrebbero essere meno propense a richiedere nuovi prestiti per finanziare nuovi progetti o per espandersi, poiché il costo del denaro diventa più oneroso. Questo potrebbe rallentare la crescita economica e limitare l’innovazione e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali. Un altro impatto negativo riguarda il consumo delle famiglie. Con tassi di interesse più alti, il costo del finanziamento di acquisti a credito aumenta, e questo potrebbe indurre i consumatori a ridurre la spesa per beni e servizi. Ciò può avere conseguenze negative sulle imprese che dipendono fortemente dal mercato interno. Le piccole imprese sono particolarmente colpite dagli aumenti dei tassi di interesse perché queste realtà hanno meno risorse finanziarie e sono più dipendenti dal finanziamento esterno per far crescere il loro business. Tassi di interesse più alti possono rendere più difficile per loro accedere al credito e possono aumentare il rischio di insolvenza. Infine, un elevato livello di indebitamento associato a tassi di interesse record può minare la fiducia degli investitori nella regione. Gli investitori potrebbero percepire la situazione economica come instabile e potrebbero essere riluttanti ad investire nella regione, con possibili effetti negativi sull’attrazione di capitali e sull’espansione delle attività economiche».

Occorrono interventi trasversali per ridurre il rischio per le imprese di non riuscire ad ottenere i pagamenti in tempo congruo

Quali misure potrebbero risultare utili per ridurre i tempi di pagamenti alle imprese calabresi?
«Per ridurre i tempi di pagamento alle imprese calabresi è fondamentale affrontare il problema in modo olistico, considerando diversi aspetti che determinano questa situazione. La sensibilizzazione delle imprese e degli enti pubblici sull’importanza dei tempi di pagamento sono cruciali. Spesso, ritardi nei pagamenti possono essere causati da una scarsa consapevolezza delle implicazioni negative che questo comporta per l’economia locale. Un altro aspetto fondamentale è rafforzare i sistemi di controllo e monitoraggio dei pagamenti. Questo può essere fatto attraverso l’implementazione di strumenti di monitoraggio più efficaci, che permettano di individuare tempestivamente eventuali ritardi per poter attuare politiche correttive. Controlli che possono essere condotti sia dal settore pubblico, per monitorare gli enti pubblici e le istituzioni, sia dal settore privato, per monitorare la gestione dei pagamenti tra le imprese. Importante potrebbe essere l’introduzione di normative che regolano i tempi di pagamento e prevedono incentivi per il rispetto delle scadenze e penali nel caso di ritardi. La digitalizzazione e l’automazione dei processi di fatturazione e pagamento sono un’efficace soluzione per ridurre i tempi di pagamento. È anche importante incoraggiare la collaborazione tra settore pubblico e privato per affrontare le problematiche legate ai pagamenti. Le parti interessate possono lavorare insieme per identificare e risolvere eventuali ostacoli che contribuiscono ai ritardi nei pagamenti, promuovendo una maggiore efficienza e collaborazione tra gli attori economici. È necessario trovare degli strumenti di sostegno per le piccole e medie imprese attraverso la disponibilità di strumenti di supporto finanziario e servizi di consulenza per migliorare la loro gestione finanziaria. Ricordiamo infatti che le Piccole medie imprese rappresentano un pilastro fondamentale dell’economia calabrese, e il sostegno a questo settore è fondamentale perché sono loro le prime vittime dei ritardi. È utile anche promuovere la trasparenza riguardo ai tempi di pagamento anche delle aziende e non solo degli enti pubblici. Può essere un’importante misura per favorire l’accountability. La pubblicazione dei dati sui tempi di pagamento può rendere più evidente chi rispetta i tempi concordati e incoraggiare un comportamento virtuoso da parte di tutti gli attori economici».

Gli enti locali sono spesso l’anello debole della pubblica amministrazione che accumula maggiori ritardi nel saldare le spettanze

Spesso i ritardi maggiori li accumula la pubblica amministrazione. Molti comuni calabresi sono in affanno per onorare debiti. Ci sarebbe un modo per aiutare gli enti locali?
«I ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione rappresentano un problema critico che può mettere sotto pressione non solo le imprese, ma anche gli enti locali in Calabria. Per aiutare gli enti locali a fronteggiare questa sfida, sono necessarie misure concrete. Potrebbe essere utile fornire assistenza finanziaria diretta agli enti locali in difficoltà per coprire i debiti scaduti e ridurre i ritardi nei pagamenti. Tuttavia, questa non dovrebbe essere vista come una soluzione a lungo termine, ma come un intervento di emergenza per alleviare la pressione finanziaria immediata. Inoltre, è essenziale promuovere una maggiore responsabilità e trasparenza nella gestione finanziaria degli enti locali. La negoziazione dei debitori con i creditori può essere un’opzione per gli enti locali in difficoltà finanziarie. Concordare piani di pagamento sostenibili e dilazionati nel tempo può ridurre la pressione finanziaria e consentire agli enti locali di onorare i debiti in modo più gestibile. Sostegno finanziario, trasparenza, negoziazione dei debiti e competenze di cash management possono contribuire a migliorare la situazione finanziaria dei Comuni».

A causa dei ritardi della pubblica amministrazione, molte aziende non partecipano neppure ad appalti degli enti locali calabresi. Un fenomeno che rallenta anche la realizzazione di piccole e grandi opere sul territorio?
«Certamente rappresenta uno dei principali effetti dei ritardi nella tempistica del saldo delle fatture da parte della pubblica amministrazione. Un fenomeno che comporta una serie di conseguenze negative. Ad iniziare dalla rinuncia alla partecipazione delle imprese agli appalti pubblici per i timori che i ritardi possono finire per danneggiare la loro liquidità e solvibilità. Questo può tradursi in proposte meno competitive e prezzi più alti per i progetti pubblici, causando un impatto negativo sulla spesa pubblica e sulla qualità delle opere realizzate. Inoltre la mancanza di partecipazione delle aziende agli appalti o i ritardi causati dalla selezione dei fornitori possono rallentare la realizzazione di piccole e grandi opere sul territorio calabrese. Questo può avere conseguenze negative sulla crescita economica e sull’occupazione, poiché la realizzazione di infrastrutture e progetti pubblici può contribuire a stimolare l’economia locale».

La Cittadella a Catanzaro sede della Giunta regionale

La Regione potrebbe attivare misure atte ad attenuare il fenomeno?
«La Regione Calabria può sicuramente adottare diverse misure per attenuare i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione e favorire la partecipazione delle aziende agli appalti pubblici. Queste misure includono politiche di pagamento tempestive, digitalizzazione dei processi amministrativi, monitoraggio dei tempi di pagamento, sensibilizzazione e formazione, incentivi e sostegni finanziari per le aziende, trasparenza e reporting e collaborazione tra settore pubblico e privato. La piaga dei tempi dilatati di pagamento è un forte vincolo alle possibilità di sviluppo della Calabria, ma su questo punto non si evidenziano interventi e politiche di rilievo. Come se il problema non fosse strutturale ma rimanesse limitato alle singole imprese che subiscono il danno».(r.desanto@corrierecal.it)

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