REGGIO CALABRIA E’ partito il Face Festival (in programma dal 6 al 16 agosto) primo progetto di residenza artistica in Aspromonte: un’esperienza di immersione naturale tra i profili montani e le suggestioni ancestrali del Parco Nazionale dell’Aspromonte, nella splendida cornice dell’Ex Vivaio Forestale Cucullaro e tra i boschi di Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte (RC), per riscoprire le meraviglie nascoste della “montagna bianca” calabrese attraverso un percorso di simbiosi tra arte, natura e uomo. Face Festival Aspromondo è un evento contaminante che ha saputo rompere gli argini dell’arte musealizzata innescando estemporaneità emotive, fruizioni condizionate non più dalla rigida struttura espositiva ma dal trasporto empatico, dal coinvolgimento passionale. Curato dall’art-director e docente Paolo Genoese e dal regista Giacomo Triglia, Face Festival Aspromondo nasce in sinergia tra il Comune di Santo Stefano in Aspromonte e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Un progetto che punta a rafforzare il legame tra arte e territorio, attraverso un ciclo di attività, spazi creativi e una residenza artistica, che danno agli artisti coinvolti l’opportunità di entrare in contatto con esperienze, luoghi, culture e modi di fare arte differenti. L’idea generatrice del progetto è quella di ospitare creativi provenienti dalle Accademie di Belle Arti italiane nonché artisti italiani e internazionali, unendoli sotto un comune obiettivo: realizzare in Aspromonte un museo a cielo aperto, il Bosco degli Artisti, che punta a fare scoprire le bellezze del territorio montano attraverso sentieri naturalistici e da oggi anche percorsi artistici.
«Il Face Festival è nato nel 2007 a Reggio Calabria con l’associazione Catona. L’obiettivo è valorizzare degli spazi attraverso la cultura e l’arte», racconta al Corriere della Calabra, Paolo Genoese. «Da tre anni Face Festival si è spostato in montagna, nella cornice di Gambarie d’Aspromonte, luogo per la residenza è l’Ex Vivaio Forestale Cucullaro mentre il posto prescelto per la mostra a cielo aperto è il bosco degli artisti nella parte alta di Gambarie». Non solo cultura, Face Festival è anche e soprattutto valorizzazione del territorio. «Si ritorna a ragionare, come sempre nella nostra storia, della relazione tra uomo e natura e della relazione tra arte ed ecologia e quindi gli artisti lavorano integrando il loro progetto con l’ambiente circostante, in questo caso con l’ambiente montano e un bosco disabitato». Grazie alla straordinaria intuizione degli organizzatorei del Face Festival, il bosco assume un ruolo fondamentale nell’evoluzione turistica di un intero territorio, quello aspromontano. Che offre paesaggi mozzafiato e «instagrammabili», come suggerisce Genoese.
I protagonisti della residenza, partita il 6 agosto, dopo la preview con l’artista Massimo Sirelli, realizzano le loro opere in uno scenario naturalistico fortemente suggestivo, dalla bellezza autentica e “selvaggia”, attivando attraverso il linguaggio artistico, curiosità e interazione da parte di un numero sempre crescente di visitatori, di un museo incastonato nei boschi calabresi. «In questo momento – racconta Genoese – sono in compagnia dell’artista visivo Giuseppe Negro, docente dell’Accademia delle Belle arti di Catanzaro e Maria Wozniak, arrivata dal Canada qualche giorno fa. E’ un’artista tessile e stilista che si ispira all’ambiente naturale e all’esplorazione di pratiche sostenibili, ed insieme stiamo raccogliendo dei fiori (in accordo con le autorità locali) per ottenere delle tinture come si usava fare una volta». Tra gli altri artisti: il collettivo Zeroottouno la cui poetica artistica va verso una graduale attenzione al lavorio tecnico e all’uso alternato di procedimenti tradizionali e tecnologici che li ha portati oggi a spaziare il loro operato, dalla ceramica, alla scultura, alla meccanica, all’elettronica, alla fotografia, antropologia e geografia. Ed ancora lo scultore Tonino Denami che nel marmo e nel legno incide la sua poetica legata all’essenziale, l’arte del togliere; il collettivo artistico-multidisciplinare Galleria Technè che esplora il rapporto tra l’uomo e ambiente urbano o naturale, tra sé stessi e il mondo; l’artista multidisciplinare Ninni Donato, la cui pratica indaga il rapporto tra natura e tecnologia, tra organico e artificiale, tra reale e virtuale. Lo scultore Paolo Infortuna la cui ricerca artistica si muove lungo linee e forme dal linguaggio universale di conoscenza e confronto; le scenografe Federica Sorace e Beatrice Valenza che orientano la loro ricerca su interattività e multimedialità; Larissa Mollace, il cui stile personale è ibrido tra fotografia e inchiostro; la scultrice e scenografa Tamara Marino il cui linguaggio artistico sperimentale miscela tutte le principali arti figurative, cercando connessioni coi nuovi linguaggi performativi e musicali.
È stata lanciata anche la call per giovani registe/i che vogliano raccontare per immagini attraverso un corto il rapporto fra arte e natura, attraverso il loro linguaggio espressivo, amplificando la mission del progetto – la scadenza è l’8 agosto, tutti i dettagli sono disponibili sul sito: www.facefestival.org/video-contest. I visitatori possono diventare parte attiva del progetto attraverso viviAspromondo: la possibilità di collaborare con alcuni degli artisti in residenza e interagire attraverso un percorso di costruzione partecipata alle opere che arricchiranno quest’anno il Bosco degli artisti. Per partecipare: www.facefestival.org/viviaspromondo.
(redazione@corrierecal.it)
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