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Catanzaro, gli ultimi scogli per il Fiorita bis: il “nodo Mongiardo” e la complicata partita a scacchi con il Pd

Atteso l’annuncio del nuovo esecutivo all’insegna della realpolitik. L’impasse nel rapporto con i dem. Ultimo (e quasi impossibile) tentativo di dialogo con l’area Donato

Pubblicato il: 09/08/2023 – 18:57
Catanzaro, gli ultimi scogli per il Fiorita bis: il “nodo Mongiardo” e la complicata partita a scacchi con il Pd

CATANZARO La Giunta è – sarebbe – cosa fatta, manca però ancora la quadratura del cerchio. Annunciata per questo pomeriggio, la nuova squadra di governo del sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita vedrà invece la luce nelle prossime ore, al più tardi domani. Sembrava cosa fatta, ieri sera, con le chat che indicavano anche le deleghe che saranno assegnate alle tre new entry ormai certe (e già anticipate ieri), ma invece per questo rimpasto ferragostano Fiorita deve ancora consumare un paio di ulteriori passaggi. Passaggi non facili – soprattutto perché uno di questi riguarda il Pd, ed è tutto dire… – ma che nelle prossime ore saranno superati perché è evidente che il sindaco non la può tirare più per le lunghe, dopo le defezioni delle ultime settimane di due ormai ex assessori come Venturino Lazzaro e Nino Cosentino e la presa di distanza di un assessore ancora in carica ma ancora per poche ore quale Aldo Casalinuovo, e con il pressing ormai insostenibile dell’area di Antonello Talerico, forte di numeri – sette consiglieri comunali – talmente consistenti da determinare il futuro spostamento dell’asse politico della maggioranza dal centrosinistra al centro con un certo sbilanciamento verso il centrodestra. Un aspetto che Fiorita ha evidentemente ben presente ma che per ragioni di “realpolitik” deve accantonare, pena la prospettiva di quattro anni di guerriglia permanente a Palazzo De Nobili.

Le trattative chiuse

Il primo dato da considerare è che comunque i giochi con l’area Talerico sono chiusi, nel senso che ormai è assodato che in Giunta Talerico, oltre all’attuale assessore Antonio Borelli, ha staccato il pass anche per Giorgio Arcuri, consigliere comunale eletto nella coalizione di Valerio Donato ma poi riposizionatosi con il gruppo del consigliere regionale, e per l’avvocato Giuseppina Pina (nome mediato da Rosario Lostumbo, un passato da assessore con Sergio Abramo e oggi altra importante “freccia” nell’arco di Talerico): Arcuri, che avrà le deleghe all’Ambiente (già di Casalinuovo) e alla Protezione civile, in passato è stato anche candidato alla Regione con il centrodestra di Roberto Occhiuto, mentre la Pino è oggi coordinatrice dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere su nomina del presidente di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso, della Lega. Quindi due nomi di matrice centrodestra ma ormai questo dato è stato “sdoganato” nelle trattative per la composizione della nuova Giunta. Insieme ad Arcuri e Pino, in Giunta entrerà anche Nunzio Belcaro (per lui le deleghe di Istruzione Sport), uno dei leader di “Cambiavento”, fedelissimo di Fiorita e soprattutto apprezzatissimo libraio e imprenditore culturale.

Il “nodo Mongiardo” (e Pd…)

Maria Mongiardo

Se si potesse limitare tutta la faccenda solo a questi tre nomi, la questione sarebbe risolta, e invece ancora Fiorita in queste ultime ore deve ancora superare qualche scoglio non proprio comodo. Anzitutto il rapporto con il Pd, che per Fiorita è sempre stato parecchio complicato. Sarebbero le “frizioni” con i democrat il vero motivo dell’impasse odierna del sindaco. I democrat nella nuova Giunta confermeranno l’intoccabile vicesindaco Giusi Iemma, che è anche presidente regionale del partito, ma perderanno Casalinuovo e per questo – si dice – hanno chiesto un nome di loro diretta espressione. La ricostruzione in voga in queste ore è che per Fiorita questo nome i democrat già ce l’anno, in Giunta, ed è quello di Maria Mongiardo, attuale assessore al Bilancio, vicina all’area Schlein rappresentata dalla ex portavoce delle Sardine Jasmine Cristallo. Ma il problema è che il resto del Pd non ritiene la Mongiardo espressione dei dem, considerando che la Mongiardo un anno fa entrò in Giunta come tecnico e quindi – dice il Pd – non è il caso di darle ora un colore politico. In più, una fetta consistente del Pd non gradisce che Fiorita consideri espressione del Pd il neo amministratore unico della municipalizzata Amc Eugenio Perrone, che pure è vicino al segretario cittadino del Pd Fabio Celia. E per ultimo dal Pd si veicola un evidente malumore per il fatto che Fiorita avrebbe avviato un canale di dialogo anche con l’area di Valerio Donato ma l’avrebbe battuto – è la contestazione dei dem – con Talerico e non con loro. Insomma, è questa la difficile e delicata partita a scacchi che starebbe impegnando in queste ore Fiorita e il Pd e che di fatto starebbe rallentando l’ufficializzazione di una Giunta che è comunque oramai in dirittura d’arrivo. Altri ambienti, essenzialmente fioritiani, riferiscono che il rinvio dell’annuncio sarebbe dovuto anche all’attesa per l’esito dell’ultimo tentativo di allargare la maggioranza anche all’area di Donato, un tentativo che nel centrosinistra in realtà tanti auspicano anche per riequilibrare l’asse della futura Giunta, ma un accordo è ritenuto dai bene informati quasi impossibile, tra richieste “al rialzo” da una parte e mancanza di volontà di assecondarle realmente dall’altra parte. Ormai però il dado è per la gran parte tratto. E a ore la Giunta Fiorita bis sarà realtà, comunque e con chiunque sia. (a. c.)

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