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«Piazzole Anas come discariche a cielo aperto a Catanzaro». La denuncia di Scarpino e Veraldi

I consiglieri regionali: «Presi in giro per troppo tempo. Le condizioni igienico-sanitarie vanno ristabilite. A chi competono i controlli?»

Pubblicato il: 09/08/2023 – 10:23
«Piazzole Anas come discariche a cielo aperto a Catanzaro». La denuncia di Scarpino e Veraldi

CATANZARO «L’Anas ha consacrato il suo fallimento – tuonano i consiglieri comunali Scarpino e Veraldi – è una zavorra. Siamo stati presi in giro per troppo tempo. Adesso basta. La sua condotta è disarmante. Riescono a prendere in giro tutti noi e abbiamo fatto finta di stare al gioco. L’Anas regionale è inefficiente, le interlocuzioni personali sono sempre importanti ma non è possibile che la nostra città, capoluogo di Regione, debba essere trattata come fosse terra coloniale». Lo scrivono in una nota i consiglieri comunali di Catanzaro Francesco Scarpino (Catanzaro al Centro) e Stefano Veraldi (Riformisti Avanti).
«È venuto meno – continua la nota – il rapporto di fiducia e non escludiamo ogni azione di denuncia entro 7 giorni se non verranno ristabilite le condizioni igienico sanitarie delle aree di loro competenza. La tangenziale nord della città è una discarica a cielo aperto, terra di tutti, pongano soluzioni immediate per porre fine all’abbandono di rifiuti ed intervengano per la rimozione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti abbandonati da ignoti lungo la rete stradale di competenza. Anche le azioni di diserbo nelle aree di loro competenza, sono una chimera. Dove stava l’Anas, o meglio dove sta? Chi ha controllato, o meglio chi controlla?».
«Anas – prosegue la denuncia di Scarpino e Veraldi – è lontana e non supporta sufficientemente la società civile, le famiglie e le persone e la città di Catanzaro tutta. Tutti gli interventi di amministrazione attiva e di governo del territorio, che sono la prima e più importante prevenzione contro il degrado, sono pressoché inesistenti. Il sentimento di solitudine e di abbandono che colpisce tutte le aree di loro competenza nella città non è degna di un Paese civile, e non si può pensare che nel controllo e governo del Territorio esistano zone d’ombra o zone franche, dove amministrare sia opzionale».

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