ROMA In questi giorni, prima di Ferragosto, cominciano a diventare operativi i 120 medici cubani arrivati in Calabria all’inizio del mese. I sanitari «hanno infatti appena finito il corso di italiano previsto. Il modello è quello già sperimentato nella provincia di Reggio con i primi 51 camici bianchi» arrivati dal Paese caraibico all’inizio dell’anno, e «dove hanno lavorato per 6 mesi con soddisfazione dei colleghi e dei pazienti». Lo ha spiegato all’Adnkronos Salute il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, Commissario ad acta per la sanità calabrese, che racconta la nuova tappa dell’iniziativa avviata per far fronte alla «drammatica carenza» di personale sanitario nella Regione e che sta facendo scuola in altre aree dello Stivale.
Il primo gruppo «ha lavorato con buoni risultati, con apprezzamento da parte dei pazienti e dei colleghi. In alcuni casi hanno addirittura azzerato le liste d’attesa per alcune prestazioni di radiologia», ha spiegato all’Adnkronos Salute Occhiuto. «Stiamo predisponendo, visti i primi risultati, un modello per impegnare i 51 medici già in servizio da 6 mesi nella provincia di Reggio, che ormai parlano molto bene l’italiano, anche nella direzione di smaltire le liste d’attesa», precisa Occhiuto. I 120 che sono appena arrivati, invece, «cominceranno a supportare i colleghi in tutti gli altri ospedali della Calabria e tra 6 mesi anche loro saranno impegnati, oltre che in corsia, sullo smaltimento delle liste d’attesa». Per ora i nuovi arrivati rafforzeranno le diverse aree mediche in sofferenza «emergenza-urgenza in primis, ma anche ginecologia, ortopedia, cardiologia, anestesisti. Abbiamo scelto le specialità necessarie per tenere aperti i reparti ospedalieri».
Occhiuto ricorda che «all’inizio di questa esperienza fummo contestati da tutti. Adesso, invece, anche in altre Regioni si sta cercando di far ricorso a medici extracomunitari, anche perché mi sembra una soluzione più giusta rispetto al ricorso a cooperative a gettone che sottraggono moltissime risorse ai Livelli essenziali di assistenza. E’ una valida alternativa. Certo non è una soluzione strutturale. La vera soluzione è assumere i medici a tempo indeterminato». «Noi in Calabria lo stiamo facendo, ma con tutte le difficoltà tipiche di un sistema sanitario che è poco attrattivo. Abbiamo assunto, nell’ultimo anno e mezzo, 2.500 operatori sanitari, non solo medici. Abbiamo però incrociato la gobba pensionistica, sono andati in pensione 1.700 operatori. Questo vuol dire che se non avessimo fatto le assunzioni gli ospedali oggi sarebbero chiusi. Intanto continuiamo con i concorsi a tempo indeterminato, purtroppo molti vanno deserti», conclude.
x
x