L’amministrazione filorussa della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha annunciato che il reattore numero 4 dell’impianto controllato da Mosca è stato spostato da un arresto “a caldo” a uno “a freddo” a causa di una perdita di vapore: lo riporta Interfax.
“Il personale dell’impianto ha rilevato una perdita nei tubi del terzo generatore di vapore durante il funzionamento della quarta unità della centrale nucleare di Zaporizhzhia”, si legge in una nota. “È stato deciso di arrestare il reattore a freddo per garantire un funzionamento regolare durante la stagione autunnale e invernale e l’operatività delle apparecchiature”. “Si sta valutando la possibilità di arrestare ‘a caldo’ la sesta unità del reattore per fornire vapore alla centrale nucleare di Zaporizhzhia”, prosegue il comunicato. Il 25 luglio scorso era stato segnalato un arresto “a caldo” del reattore numero quattro, dopo che il quinto era stato raffreddato per la manutenzione programmata. Non c’è alcun rischio radioattivo nella centrale nucleare di Zaporizhzhia perché la fuoriuscita del vapore proviene da circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore. Lo ha detto all’ANSA il direttore del dipartimento per la Sicurezza nucleare dell’Enea, Alessandro Dodaro. “E’ una fuoriuscita di vapore avvenuta in uno dei generatori di vapore della centrale. Sono circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore; ricevono acqua molto calda e la scambiano con altra che diventa vapore e fa girare la turbina”, ha detto ancora l’esperto.
Il vapore che fuoriesce, ha rilevato, “non è radioattivo, ma vapore acquo puro al 100%, come quello che esce dalla torre di raffreddamento delle centrali nucleari”. Quello che è stato eseguito nell’impianto, ha aggiunto, è uno ‘spegnimento a freddo’, per il quale ‘fra qualche giorno acqua del reattore arriverà a temperature più basse’. E’ una situazione di assoluta tranquillità”. Sulla stessa linea è Ugo Spezia, già direttore della sicurezza della Sogin: “tutte le unità della centrale sono in condizioni di spegnimento e sono sotto il controllo costante dell’Iaea, che ha propri esperti in loco, i quali accedono all’impianto quasi quotidianamente. Quella di cui si parla non è una perdita ma una fuoriuscita controllata di vapore, non radioattivo, dai circuiti di raffreddamento: un evento del tutto normale in ogni impianto nucleare”.
In precedenza, la società statale ucraina per l’energia nucleare, Energoatom, aveva scritto su Telegram che la centrale aveva perso il collegamento alla linea principale ad alta tensione la notte scorsa ed “è sull’orlo di un altro blackout”. “Il 10 agosto la centrale nucleare di Zaporizhzhya, temporaneamente occupata, ha perso il collegamento alla sua principale linea di trasmissione di energia esterna con una tensione di 750 kV. In seguito, la centrale ha dovuto passare all’unica linea elettrica di riserva da 330 kV disponibile, la cui disconnessione minaccia la perdita di energia esterna (blackout)”.
“In questo scenario, la principale minaccia alla sicurezza nucleare e radioattiva è rappresentata dal fatto che l’unità 4 della centrale nucleare di Zaporizhzhia è in stato di ‘arresto a caldo’ – aveva sottolineato Energoatom -. Gli occupanti gestiscono l’unità 4 in violazione delle condizioni di funzionamento dei reattori delle centrali nucleari”. Secondo Taras Tkach, direttore esecutivo ad interim di Energoatom, in caso di perdita completa dell’energia elettrica esterna, le pompe di circolazione principali dell’impianto verranno spente e l’unità di potenza passerà alla cosiddetta modalità di ‘circolazione naturale’.
“In questo caso, è necessario raffreddare urgentemente la centrale in assenza di pompe di raffreddamento”, ha affermato Tkach. Questa modalità è impegnativa per il reattore, la sua durata è limitata e può portare a un guasto delle apparecchiature principali del reattore, ha aggiunto Energoatom.
“L’ulteriore occupazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte della Russia e l’illegittima e impreparata gestione russa, che non si assume alcuna responsabilità per la sicurezza nucleare e radioattiva dell’impianto, avvicinano costantemente la centrale al disastro – si legge ancora nel comunicato -. Per questo motivo, la centrale nucleare di Zaporizhzhia deve essere immediatamente riportata sotto il pieno controllo del legittimo operatore, Energoatom, con il conseguente ritorno alla normale operatività e il ripristino della sicurezza nucleare e radioattiva dell’impianto. Ciò richiede un’azione urgente da parte dell’intera comunità internazionale”.
E’ intanto salito a tre morti e nove feriti, tra cui un bambino, il bilancio del bombardamento russo di ieri su Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Yuriy Malashko, come riporta Ukrinform. “Tre morti e nove feriti, tra cui un bambino di 11 mesi – il risultato di un attacco al centro regionale. Un missile russo ha ucciso un uomo di 43 anni e giovani donne di 19 e 21 anni”, ha dichiarato Malashko. Ieri sera il ministro dell’Interno ucraino, Igor Klymenko, aveva rivisto al ribasso – da tre a due – il bilancio delle vittime dell’attacco.
La Polonia invierà fino a diecimila soldati aggiuntivi al confine con la Bielorussia per rafforzare la Guardia di Frontiera: lo ha dichiarato oggi il ministro della Difesa, Mariusz Blaszczak, in un’intervista alla radio pubblica. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters sul suo sito web. “Circa 10.000 soldati saranno al confine, di cui 4.000 sosterranno direttamente la Guardia di Frontiera e 6.000 saranno nella riserva”, ha detto il ministro. “Avviciniamo l’esercito al confine con la Bielorussia per spaventare l’aggressore in modo che non osi attaccarci”, ha aggiunto.
La Russia sostiene di aver catturato cinque roccaforti e quattro punti di osservazione sul fronte della città nord-orientale ucraina di Kupiansk. Secondo quanto affermato dal ministero della Difesa russo su Telegram, la sesta unità combinata di Mosca ha preso posizione e “sconfitto un plotone di fanteria” ucraino. Le forze di Kiev hanno “lanciato cinque contrattacchi” che “sono stati respinti con successo”, sostiene il ministero. Kupiansk riveste un’importanza strategica sia per l’Ucraina che per la Russia: situata a 120 km da Kharkiv, ha un importante nodo ferroviario, con una delle linee che portano in Russia. Di fronte all’avanzata russa nel nordest ucraino, Kiev ha ordinato l’evacuazione di 37 insediamenti nel distretto di Kupiansk.
Almeno sei persone sono rimaste ferite e portate in ospedale a seguito di un attacco russo a Bilozerka, nella regione meridionale di Kherson. Lo ha affermato il governatore locale Oleksandr Prokudin, citato da Sky News, sottolineando che si trattava di “residenti che in quel momento stavano ricevendo aiuti umanitari”. Il villaggio in prima linea, a quasi 13 km a ovest di Kherson, è stata una delle aree che ha subito le gravi inondazioni dopo la distruzione della diga di Kakhovka a giugno.
Esplosioni e un vasto incendio hanno scosso nelle prime ore di oggi la cittadina russa di Domodedovo, a 37 km a sud di Mosca: lo scrivono diversi canali Telegram russi che citano testimoni oculari, come riporta Ukrinform. Le esplosioni odierne seguono l’abbattimento da parte dei sistemi di difesa aerea russi di due droni nella notte tra martedì e mercoledì: uno nella zona di Domodedovo e un altro vicino all’autostrada di Minskoe, aveva reso noto ieri mattina il sindaco della capitale, Sergey Sobyanin.
Le forze russe hanno lanciato nella notte un “massiccio” attacco con droni nella regione di Rivne, nell’Ucraina occidentale, distruggendo un deposito di petrolio nel distretto di Dubno; lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Vitaliy Koval, come riporta il Kyiv Independent. Dubno si trova a circa 125 km dal confine con la Polonia. “Nella notte, la regione di Rivne ha subito un massiccio attacco con droni. Purtroppo è stato distrutto un deposito di petrolio nel distretto di Dubno. Non ci sono state vittime”, ha scritto Koval. Almeno 45 membri delle squadre di soccorso sono al lavoro sul posto.
Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa 10 droni kamikaze sull’Ucraina, di cui sette sono stati abbattuti dall’Aeronautica militare del Paese: lo ha reso noto su Telegram la stessa Aeronautica, come riporta Ukrainska Pravda. “Sette droni d’attacco sono stati distrutti. In totale, gli occupanti russi hanno utilizzato 10 droni d’attacco ‘Shahed-136/131′”, si legge in un comunicato. I droni provenivano dalla regione russa di Kursk e l’attacco è durato cinque ore, fino alle 4:00 ora locale (le 3:00 in Italia).
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