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Catanzaro, dall’”anatra zoppa” alla (prima) maggioranza di Fiorita. Passando dalle “porte girevoli” della politica cittadina…

L’analisi della fase che ha portato al varo della Giunta comunale bis. Tra civismo, affanni del centrosinistra e sprazzi di centrodestra

Pubblicato il: 11/08/2023 – 11:43
Catanzaro, dall’”anatra zoppa” alla (prima) maggioranza di Fiorita. Passando dalle “porte girevoli” della politica cittadina…

CATANZARO “Un rinnovato patto tra progressisti e moderati”. Così in conferenza stampa il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha definito la motivazione politica dell’accordo di maggioranza che ha dato vita alla nuova Giunta comunale, la seconda un anno dopo la vittoria al ballottaggio. Tre new entry due delle quali – per un numero complessivo di tre assessori – appannaggio di “Noi Moderati” di Antonello Talerico, già candidato sindaco un anno fa e poi sostenitore di Fiorita al ballottaggio ma nel frattempo diventato consigliere regionale organico alla maggioranza di centrodestra che governa alla Cittadella con Roberto Occhiuto.  

Il dato politico del rimpasto

Il primo dato politico da sottolineare è il fatto che comunque adesso l’”anatra zoppa” è un ricordo, perché Fiorita può contare su una maggioranza anche numerica, e questo sicuramente può essere un vantaggio nell’auspicata azione di rilancio di un progetto di cambiamento che ancora non si è visto se non a sprazzi. Il secondo dato politico da sottolineare è che tuttavia l’aver curato l’anatra zoppa ha finito con rendere l’anatra non più zoppa ma anche, però, fortemente modificata nel suo spirito originario: è vero che con Talerico e la sua area la sinergia risale al 2017 e si è rinsaldata al ballottaggio del 2022 oltre che nel primo anno di consiliatura nel quale le due aree sono comunque andate avanti in modo sincronizzato e senza scalfiture né incomprensioni, ed è vero che il centrosinistra che ha sostenuto Fiorita nel 2022 è ancora maggioranza nella maggioranza – 10 consiglieri rispetto ai 7 oggi di Talerico – ma è altrettanto vero e indiscutibile che il profilo politico della nuova Giunta si sia spostato decisamente al centro, o almeno più al centro di prima, anche se la bilancia pesa ancora più dal lato centrosinistra. A livello di amministrazione locale le rigide collocazioni politiche e partitiche contano fino a un certo punto, e Fiorita in conferenza stampa ha comunque sottolineato il valore essenzialmente civico della sua esperienza attuale, partita con Cambiavento e conclusa con il trionfo di poco più di un anno fa, e tuttavia nell’operazione che è stata suggellata con il varo della nuova Giunta (e anche con il sacrificio di tre assessori) c’è una componente che stona.

Le “porte girevoli” in azione

Dire che il baricentro della coalizione di Fiorita ora vira verso il centrodestra francamente non è corretto, ma questo non deve far passare in secondo piano il fatto che due delle new entry in Giunta hanno comunque aderenze con il centrodestra: Giorgio Arcuri è stato candidato consigliere regionale in Forza Azzurri a sostegno di Occhiuto nel 2021 e al Comune nel 2022 è stato eletto nella coalizione di Valerio Donato prima di approdare nell’area Talerico,  e Giuseppina Pino è coordinatrice dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere su indicazione del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, della Lega, oltre a essere indicata come volto vicina a Rosario Lostumbo, già assessore con Sergio Abramo e oggi consigliere comunale anch’egli eletto nella coalizione di Donato ma ora nell’area Talerico. In più, nell’alveo della nuova maggioranza consiliare adesso siedono altri consiglieri comunali eletti sempre con Donato. Insomma, le “porte” che hanno sempre caratterizzato la politica catanzarese anche stavolta sono state “girevoli”, stavolta forse più di altre volte, girevoli anche per il vento del trasformismo che nel capoluogo calabrese  spira tanto quanto il vento vero e proprio. E’ la realpolitik, bellezza… E questa seconda Giunta comunale di Catanzaro nasce oggettivamente nell’esaltazione della realpolitik, che – va precisato – non necessariamente ha un’accezione negativa.  Il tutto nell’assoluta impalpabilità ( e anche nei malumori per nulla nascosti soprattutto dell’area Schlein) del Pd, che non si è capito bene cos’abbia guadagnato in questo rimpasto se non qualche “successo” di carattere più individuale che non partitico, e nell’assoluta impalpabilità del centrosinistra in generale, ormai detronizzato dal civismo del movimento fioritiano “Cambiavento”. Ora comunque Catanzaro ha un nuovo governo, su basi politiche sicuramente più solide anche se affidabili fino a un certo punto. E quello che conta saranno i risultati. (a. c.)

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