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agli albori della faida

L’evoluzione della mala cosentina. L’accusa di «infamità» a Franco Pino e l’omicidio di “U Zorru”

La faida fra due gruppi criminali «istituzionalizzati» e gli interessi per la conquista di nuovi e più proficui settori dell’economia

Pubblicato il: 13/08/2023 – 14:15
L’evoluzione della mala cosentina. L’accusa di «infamità» a Franco Pino e l’omicidio di “U Zorru”

COSENZA La morte di Luigi Palermo detto “U zorru” chiude un ciclo, quello della “mala bastarda cosentina(ne abbiamo parlato qui). Franco Pino inizia a raccogliere consensi e il suo potere aumenta diventando assoluto protagonista della scena criminale bruzia. Ripercorrere i cambiamenti e le evoluzioni dei sodalizi egemoni a Cosenza e nell’hinterland bruzio diventa fondamentale per meglio comprendere e analizzare quanto accaduto negli ultimi anni nel territorio della provincia dove le cosche – secondo quanto emerso dalla recente indagine “Reset” – si sarebbero (ri)avvicinate dando vita ad una “Confederazione di ‘ndrangheta”. Quanto dichiarato da Franco Pino, oggi pentito, viene ripreso e non smentito dagli altri collaboratori di giustizia: dopo l’omicidio di Luigi Palermo si creano le condizioni per una sostanziale modifica degli assetti criminali.

Gli episodi chiave

Alcuni episodi verificatisi nei primi anni ’70 avrebbero inciso sul processo evolutivo della mala cosentina. Gli stessi sono ripresi e citati nelle carte dell’inchiesta “Reset” coordinata dalla Dda di Catanzaro. Nel 1972, avviene il pestaggio di un personaggio «vicino alla cosca mafiosa dei Piromalli di Gioia Tauro ad opera di Francesco Canale e Francesco Spina, rispettivamente personaggi di spicco del cirotano e del catanzarese che avevano a Cosenza alcune attività ed interessi illeciti, in particolare nel settore delle estorsioni e degli appalti». «Ciccio Spina, Canale ed altri personaggi della provincia di Reggio Calabria che si affiancavano a questi erano le persone che, in sostanza, traevano i frutti delle attività illecite sul cosentino in genere» e il pestaggio favorisce «un significativo compattamento di forze per operare uno sbarramento all’ingresso di altre organizzazioni criminali sul territorio con il mantenimento del controllo sulle attività delittuose» (in particolare, le estorsioni).
Nel 1973 si verificava, invece, un primo motivo di contrasto e frizioni interne a questa sorta di gruppo unico, gestito da “U Zorru”. Il caso riguarda un’accusa mossa dallo stesso Luigi Palermo ad Antonio Lorè. «Gli fu contestato di essersi appropriato di una parte del danaro ricavato dal contrabbando di sigarette per la quale il fratello Carlo Lorè, aveva attinto in piazza con un colpo di pistola addirittura Palermo». Da qui – riferisce Franco Pino – «la prima vera disgregazione del gruppo».

Lo scontro fra Lorè e Palermo

Nel 1975, Franco Perna rientra dal soggiorno obbligato ed il suo nome ed il forte legame, anche parentale, stabilito con “Luigi u ‘zorro” (per averne sposato una nipote), si fanno sentire «tanto da porsi al fianco di Palermo con una sua schiera di uomini fidati fra i quali Franco Pino». Tuttavia, l’astio fra Antonio Lorè e Luigi Palermo era definitivamente esploso in occasione dell’affare relativo all’acquisto di un ristorante da parte di Lorè, «avverso il quale Palermo aveva comandato un agguato, facendo anche incendiare il ristorante di sua proprietà». Lorè, invece, aveva chiesto ed ottenuto l’appoggio di Sena e dei suoi “fidati” per rispondere allo sgarro. Lo stesso Sena però subirà due agguati ad opera di Palermo per aver scelto di appoggiare Lorè.

L’omicidio di “U Zorru”

In questo caotico e complesso contesto di rapporti criminali, matura nel 1977 l’omicidio di Luigi Palermo. La causa scatenante del delitto e della partecipazione di Franco Pino – secondo il suo chiaro racconto, confortato dagli altri collaboratori e già noto agli organi investigativi dell’epoca – «va rintracciata di certo nell’accusa di infamità mossa nei confronti di Pino da parte di Perna a seguito degli arresti scaturiti da una rapina commessa nella primavera del 1977». Perna, coinvolto nel blitz, accusa Pino di aver fatto la spia con le forze dell’ordine.

Franco Pino

La morte di Palermo – ucciso con quattro colpi di pistola calibro 38 nei pressi del cinema Garden di Rende – segna, dunque, la definitiva contrapposizione fra gli schieramenti Perna-Pranno, legati a “U Zorru”, e Pino-Sena ormai decisi a chiudere con il passato criminale gestito dal vecchio padrino. Le continue fibrillazioni portano allo scoppio di una sanguinosa faida per il predominio sul territorio. Proiettili e sangue riempiranno, per anni, le strade di Cosenza. Il conflitto tra i due gruppi rappresenta per gli investigatori «la proiezione dei prepotenti interessi radicatisi sul territorio e sull’attività estorsiva».

(redazione@corrierecal.it)

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