CARIATI Per tutti quelli che avranno mangiato male nei pranzi-cliché di Ferragosto, ‘A Cantina propone una speciale serata di disintossicazione identitaria e plastic free, a base di cicoria, vino calabrese di qualità, tarantella soft e se proprio necessario con amari e cocktail di questa terra. Antidoti all’oicofobia purtroppo diffusa.
Reduce e soddisfatto insieme alla stilista Fina Scigliano della super sfilata alterativa che nei giorni scorsi ha fatto letteralmente brillare di bellezza e provocazioni, di arte e artigianato, la Cittadella Fortificata Bizantina, la banda della Cantina, capitanata dall’istrionico Giovanni Filareti non perde l’occasione per continuare a ribaltare i tabù delle feste comandate, spesso svuotati di ogni radice e di ogni autenticità, Ferragosto in primis. Porca miseria. «Parole d’ordine, quindi, respirare, sorridere, no stress e tanti colori, tutti quella della tavolozza dei prodotti dei nostri orti, della filiera corta, sia essa di terra o di mare e del vino dei vitigni più magici della nostra Enotria millenaria, la stessa che – ricorda Filareti puntando l’indice della vittoria col gambero viola di Cariati – ha dato il nome a tutta l’Italia. Ma che vogliamo di più per riprenderci a tavola quello tutto lo spirito e l’entusiasmo che ci hanno depredato dal 1861 in poi? ‘A Cantina c’è, per tutti i briganti della sovranità alimentare, del gusto e della libertà di ballare quello che si sente dentro, da sempre. Noi siamo questi, eredi di questa cultura e figli di questa straordinaria biodiversità e questo vogliamo, dobbiamo e sapremo continuare ad essere, anche e soprattutto quando si tratta di accogliere gli altri. Ed è anzi tutto in questi momenti – conclude Filareti invitando tutti a salire al Centro Storico di Cariati domani sera, martedì 15 agosto – che serve l’abito migliore, quello delle feste appunto, soprattutto quando le feste te le rovinano proprio mangiando».
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