CATANZARO Richieste di accesso agli atti cadute nel vuoto e per il settore Servizi finanziari, bilancio, tributi e Partecipate del Comune di Catanzaro scatta la denuncia all’Autorità nazionale anticorruzione. A sporgerla il consigliere comunale in quota “Riformisti Avanti” Stefano Veraldi che, parlando esplicitamente di «violazione dell’espletamento del mandato di consigliere comunale» punta il dito contro quella che definisce «la reiterata mancanza di trasparenza del settore». In sostanza, il regolamento che disciplina l’accesso ai documenti amministrativi c’è ed è operativo sin dal 2002, ma verrebbe sistematicamente disatteso. Questo e ciò che si evince dalla presa di posizione di Veraldi, scattata a seguito dell’istanza di accesso agli atti riguardante le lettere trasmesse alle Società partecipate del comune rispetto al mancato controllo a preventivo, scaduto il 15 novembre scorso, e il controllo a consuntivo, scaduto invece il 15 marzo, sempre per il controllo delle Società partecipate.
La richiesta risale all’ultima decade di maggio, ma «di risposte esaustive – assicura Veraldi – non vi è alcuna traccia». Stessa situazione per il verbale del comitato analogo controllo Partecipate. Da qui lo scontro su una mancata evasione dell’istanza che il settore ha giustificato – spiega Veraldi – «invocando l’applicazione della norma sancita dall’articolo 16 del regolamento per il controllo delle Società partecipate». Uno scontro tutto giuridico ha, dunque, aperto le porte a una diatriba finita sul tavolo dell’Anac con il capogruppo di “Riformisti Avanti” che ha scelto di affidare la questione l’Autorità nazionale anticorruzione convinto com’è che le motivazioni addotte dal settore Servizi finanziari, bilancio, tributi e Partecipate siano «palesemente erronee e strumentali».
In sostanza, Veraldi accusa il Comune di «impedire l’accesso agli atti». E ritiene che quanto scritto nella risposta pervenuta dal settore «riguardi “soltanto” le richieste di accesso agli atti formulate direttamente alle società e, oppure, agli enti partecipati per informazioni e atti il loro possesso». La richiesta avanzata da Veraldi, è l’opinione del consigliere, avrebbe dovuto essere gestita secondo i dettami dell’articolo 29 del regolamento del diritto di accesso ai documenti amministrativi e non appellandosi all’articolo 16 del regolamento per il controllo delle Società partecipate. Sullo sfondo uno studio delle norme che ha posto Veraldi sul piede di guerra. Da qui la richiesta avanzata al dirigente del settore – fa sapere l’inquilino dell’aula rossa di Palazzo de Nobili – «anch’essa disattesa» di «presentarsi in commissione». E Veraldi spiega: «Dal dirigente mi sarei aspettato un chiarimento offerto nelle sedi opportune, ma ciò non è accaduto e da consigliere comunale ho l’obbligo di andare affondo rispetto a una vicenda che non mi convince». Ecco, dunque, la ragione della denuncia presentata all’Autorità nazionale anticorruzione che – conclude Veraldi – «mi auguro intraprenda ogni azione necessaria contro i responsabili che hanno violato gli obblighi di trasparenza».
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