CATANZARO «Pino ha lasciato un segno indelebile». Così il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha ricordato Giuseppe Profiti, il commissario di Azienda Zero scomparso giovedì sera, nel corso dei funerali per il supermanager della sanità celebrati nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro. Con evidente commozione, Occhiuto ha voluto «ringraziare Pino per il lavoro straordinario che ha svolto in questo ultimo anno, attorno a lui avevo costruito l’organizzazione della sanità in Calabria perché fui subito colpito dalla sua intelligenza, dalla sua straordinaria ironia con cui ci prendevamo in giro vicendevolmente, ci prendevamo in giro sui nostri brutti caratteri. Diceva: “Io non ho un brutto carattere”, e io rispondevo: “sì è vero, tu hai carattere“. E lui diceva: “Se c’è qualcuno che ha un carattere più brutto del mio sei tu”, e ci prendevamo in giro così. Mi arrabbiavo con lui quando parlava e ricordava spesso Genova, eppure lui aveva un rapporto fortissimo, quasi ancestrale con Catanzaro. Mi ricordo che una volta gli dissi: “Guarda io ti ho scelto perché tu sei il Maradona della Calabria”, e lui mi disse “No io non sono il Maradona della Calabria, io sono il Palanca della Sanità“. Stava preparando il suo compleanno, ma stava preparando soprattutto – riferisce il presidente della Regione – la sua partecipazione alla prima partita del Catanzaro in serie B. E condivideva i suoi personali successi nella sanità. Aveva un’intelligenza straordinaria e una capacità straordinaria di coltivare il dubbio, nonostante la sua intelligenza».
Occhiuto ha poi aggiunto: Profiti «aveva la capacità di parlare di questioni che riguardavano la sanità e di approfondirle sempre prima, con grande umiltà. Mi capitava a volte di chiedergli di parlare di un particolare reparto, di un ospedale o di una situazione di un’azienda sanitaria, quando lo facevamo si presentava con un dossier con tutti i dati, le attività. Aveva una creatività straordinaria. Facevamo a gara per individuare cose che potevano essere utili a riorganizzare la sanità in Calabria. Ha lasciato un segno indelebile, ha ragione suo fratello: ha lasciato una strada che noi percorreremo perché lui ha insegnato a ciascuno di noi come si possa avere il coraggio, la passione per lavorare anche in situazioni difficili, ma sempre con grande umiltà e con l’umiltà di chi approfondisce ogni cosa. Ecco, grazie Pino – ha concluso il presidente della Regione – per quello che hai fatto in Calabria e grazie soprattutto per quello che ci hai insegnato». (a. c.)
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