CIVITA Sono trascorsi cinque anni dal quel 20 agosto 2018 che ha scosso l’intera comunità del Pollino: la tragedia consumatasi nel torrente Raganello che ha spazzato via dieci vite. «Un forte boato poi ho visto il torrente ingrossarsi ed a quel punto ho iniziato a gridare invitando le persone a salire su un grosso masso. L’acqua saliva ed abbiamo allertato i soccorsi. In quell’ondata – racconta un superstite – abbiamo intravisto anche delle persone». Questa una delle tante e toccanti testimonianze di chi da quell’inferno è riuscito a salvarsi, tornando a casa e contribuendo – anche in tribunale – a ricostruire l’accaduto. Cinque anni di indagini, inchieste giudiziarie e sentenze che hanno tentato di chiarire le dinamiche di quel drammatico pomeriggio. «L’area è ancora oggi sottoposta a sequestro», sottolinea al Corriere della Calabria Alessandro Tocci sindaco di Civita. Che aggiunge: «Come Regione Calabria e Comune di Civita abbiamo ratificato, il 3 agosto, un atto deliberativo che riguardava la messa in sicurezza esterna alle Gole».
Spetta alla Procura della Repubblica di Castrovillari dare l’ok all’eventuale riapertura delle Gole. Un semaforo verde che si lega alla garanzia della completa sicurezza del sito. «In questo momento il dramma è vedere un bene fermo da cinque anni. Dopo un sequestro preventivo, c’è stato un sequestro probatorio e da sindaco – prosegue Tocci – non dimentico la tragedia del 20 agosto 2018, ma penso al bene della mia comunità che merita di ripartire». Il grido d’allarme è quello «di un sindaco indagato per quella tragedia e proprio per questo non voglio che la mia comunità muoia. Dal 2018 c’è stato un lento regresso dei dati relativi al turismo e Civita paga un prezzo altissimo». Il primo cittadino del paese arbereshe è fiero nell’elencare le eccellenze e le peculiarità storiche, artistiche, enogastronomiche, religiose e culturali ma «manca quel segmento legato al turismo ambientale che ormai eravamo abituati a vivere». Dopo la tragedia delle Gole del Raganello, «nulla sarà mai come prima ma, Civita merita di recuperare la serenità perduta». (f. b.)
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