MILANO «La Reggina non è una semplice squadra di calcio. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare e, oggi, ricorrere al Consiglio di Stato non è comprensibile di fronte a una Legge dello Stato». Intervista fiume all’ormai ex presidente della Reggina, Felice Saladini, ospite degli studi dell’emittente “Sportitalia”. Nel corso del suo intervento l’imprenditore lametino ha affrontato tutti i temi più importanti che hanno caratterizzato, finora, un’estate da incubo per il club amaranto e i proprio tifosi. La Reggina è fuori dal campionato di Serie B e attende la sentenza del Consiglio di Stato fissata per il prossimo 29 agosto.
«Mi aspettavo che questo sistema calcio potesse aiutare meglio un giovane imprenditore italiano, mentre invece sono stato rimasto vittima». L’imprenditore lametino, poi, parla anche di cifre. «Il 18 giugno dello scorso anno c’era una Reggina fallita con 20 milioni di euro di debiti. Io salvo la squadra, verso i 4 milioni di euro per iscriverla al campionato e con tutti quei debiti la società viene iscritta. Questo non è un passaggio da poco. Poi ricostruiamo, tra settembre e novembre però i debiti continuano e, anziché stare a parlare e scrivere sui social come tanti, in 10 mesi ho messo 15 milioni».
Nel corso dell’intervista a Sportitalia, Felice Saladini ha parlato anche della cessione del club amaranto. «Vendo perché ormai ero diventato un parafulmine. Ho venduto a un fondo inglese che ha ritenuto Manuele Ilari beneficiario. Questo fondo dovrà continuare a portare investitori, io li ho visti, sono venuti». E ancora: «Il fondo viene da noi e dice: ‘investiamo nella Reggina’ e così facciamo un preliminare, il 5 di luglio. Questo fondo nomina nei giorni successivi Ilari come beneficiario. Il fondo adesso c’è e vedrete che se il 29 andrà bene, si allargherà la platea di investitori».
Poi il tema centrale ovvero il “caso” iscrizione al campionato. «Il Consiglio di Stato mi darà ragione, Io credo nelle Leggi e il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso una sentenza, per nome e conto del popolo italiano, che dice che quei famosi 700 e passa mila euro potevano essere pagati entro 30 giorni dalla sentenza». «Il 20 giugno – ha spiegato poi Saladini – ho versato 5,4 milioni euro, ma una Legge dello Stato ha consentito alla Reggina di fare un accordo di ristrutturazione con sentenza di omologa il 12 giugno. Ci sono cinque giorni lavorativi e in quei giorni ho pagato le scadenze federali. L’anno scorso siamo stati iscritti con 20 milioni di euro di debito e ora non siamo iscritti con zero debiti».
Dall’imprenditore lametino i ringraziamenti a mister Pippo Inzaghi e Taibi. «Io sono sempre quello dell’anno scorso, che è andato a Formentera a convincere Inzaghi. A lui dirò sempre grazie per i risultati ottenuti insieme a squadra, staff e collaboratori. I playoff sono un grande risultato. Approfitto per ringraziare Inzaghi». «Io oggi sono qui e sono un tifoso della Reggina e non posso essere contento, ma non mollo. A Taibi bisognerebbe fare una statua». Infine, il “caso” stipendi, ma Felice Saladini è stato chiaro: «I dipendenti chi li paga? La Reggina. Oggi la società ha un socio e un amministratore, la risposta mi sembra facile e semplice. Io sono vicino a quelle persone che in questo anno mi hanno aiutato».
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