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Il sopralluogo

Carcere di Vibo Valentia, Uilpa Polizia Penitenziaria: «41% di personale in meno, tenuta a rischio»

Il segretario generale Gennarino De Fazio denuncia le gravi carenze e rilancia l’appello al governo: «Si adottino iniziative d’emergenza»

Pubblicato il: 18/08/2023 – 14:37
Carcere di Vibo Valentia, Uilpa Polizia Penitenziaria: «41% di personale in meno, tenuta a rischio»

VIBO VALENTIA «400 detenuti presenti e solo 170 operatori di Polizia penitenziaria in servizio a sorvegliarli, compresi gli addetti ai trasferimenti e agli uffici e distribuiti su più turni, a dispetto di un fabbisogno quantificato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in almeno 288 unità». Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, in seguito ad un sopralluogo avvenuto nella casa circondariale di Vibo Valentia. «Il 41% di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in meno certifica la grave emergenza in essere, che incide pesantemente sui livelli di sicurezza così come sulle condizioni di detenzione e della qualità dei servizi offerti all’utenza, oltre a ripercuotersi ben al di là di ogni accettabile limite sul carico di lavoro degli operatori. Questo il quadro desolante che si è presentato all’esame della delegazione della Uilpa Polizia Penitenziaria, composta anche dal Segretario Regionale, Salvatore Paradiso, e da altri dirigenti territoriali, con cui ho condotto stamani un sopralluogo presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia». «Per di più – continua De Fazio -, sul penitenziario vibonese, che già ospita i differenti circuiti penitenziari destinati ai detenuti a media sicurezza, ad alta sicurezza, ai cosiddetti ‘promiscui’ e ai sex offender, gravano le enormi difficoltà gestionali e operative che derivano dalla cospicua presenza di ristretti affetti da patologie mentali, i quali necessiterebbero di essere adeguatamente curati e che invece subiscono anche loro le disfunzionalità del sistema e non di rado finiscono in vortici che li vedono protagonisti di disordini e aggressioni alla Polizia penitenziaria». «Sotto il profilo logistico-infrastrutturale – aggiunge il sindacalista -, invece, abbiamo fra l’altro notato la persistenza di alcuni monitor del circuito di video-sorveglianza installati in ambienti di passaggio e, pertanto, visibili indiscriminatamente a operatori, visitatori e detenuti in probabile violazione delle disposizioni vigenti in materia e su cui si auspicano approfondimenti e consequenziali interventi». «Rivolgiamo – conclude – un ennesimo appello al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e  al Governo tutto affinché si adottino concrete iniziative di carattere emergenziale che mirino da un lato a immediate assunzioni straordinarie per potenziare concretamente, al di là dei proclami, il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di ben 18mila unità, e dall’altro a riforme complessive che possano imprimere efficacia all’esecuzione penale e, in particolare, a quella inframuraria anche attraverso la revisione del modello custodiale e l’efficace gestione dei detenuti malati mente. Più che fantasticare sull’utilizzo di caserme e nuove strutture, sarebbe doveroso consentire l’adeguata gestione di quelle esistenti».

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