ANCONA E’ morto oggi ad Ascoli Piceno Carlo Mazzone, storico allenatore dell’Ascoli e di tante altre squadre. Lo hanno confermato fonti di famiglia all’AnsaAveva 86 anni. Conosciuto come Sor Carletto, era il detentore di record di panchine in serie A: 792 quelle ufficiali, 797 considerando anche i cinque spareggi. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio “Cino e Lillo Del Duca” di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.
La sua carriera da allenatore è durata quasi 40 anni, sulle panchine di Ascoli, Fiorentina, Catanzaro (con cui ottiene due salvezze in Serie A dal 1978), Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma (allenarla fu per lui un sogno realizzato), Napoli, Perugia, Brescia e Livorno, con cui ha stabilito il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 ufficiali. Il primatista di panchine, veterano dei tecnici, “padre” adottivo di tanti calciatori. L’immagine della corsa sfrenata di Carlo Mazzone sotto la curva avversaria dopo un pari in Brescia-Atalanta, a sfogare la rabbia per gli insulti ricevuti, lo ha inseguito a dispetto di una carriera a schiena dritta, povera di risultati eclatanti ma ricca di riconoscimenti personali. Ma con la morte di Mazzone, se ne va il re dei tecnici di provincia, dove per provincia si intende il cuore del calcio italiano. Lì dove la passione regna, oltre il palmares o i soldi spesi. Mazzone è stato primatista di presenze sulle panchine della Serie A, con 795, oltre che veterano dei tecnici in attività prima di ritirarsi a fare il nonno nella ‘sua’ Ascoli. Il ‘sor Magara’ – epiteto guadagnato dal suo modo romano di storpiare l’esclamazione, moltiplicandola all’infinito – non è stato soltanto un allenatore di calcio ma anche, per molti ragazzi che hanno lavorato con lui, un secondo padre. Non a caso, un film dell’ottobre 2022 su di lui era intitolato proprio così, “Come un padre”. Perché tutti conoscono il tecnico, ma pochi hanno conosciuto veramente l’uomo che c’era dietro e quanto sia stato importante per la carriera e la vita di gente come Totti, Baggio, Guardiola (che gli dedicò la vittoria della Champions del 2009), Materazzi, Toni, Pirlo e tanti altri.
«Carlo Mazzone era un uomo genuino e verace, custode dei valori più sani dello sport. Un grande allenatore, amato da tutti perché ha rappresentato un calcio vicino al popolo e ai suoi tifosi. Mi stringo al dolore della famiglia e di tutti i suoi conoscenti. Ci mancherai Carletto». Così la premier Giorgia Meloni sui social.
L’US Catanzaro 1929 ha espresso profondo cordoglio per la morte di Carlo Mazzone, «tecnico che guidò le Aquile dal 1978 al 1980. “Mazzone – ha commentato il presidente Floriano Noto – non ha mai dimenticato l’esperienza sulla panchina giallorossa e avuto sempre parole di apprezzamento per la nostra squadra, la città e per la tifoseria che non lo ha mai dimenticato. È stato il simbolo di un calcio pulito e basato sui veri valori dello sport. Con la sua morte – conclude Noto – perdiamo un pezzo della storia del Calcio italiano. Alla sua famiglia vanno le condoglianze di tutta la nostra società».
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