CATANZARO Il popolo giallorosso si prepara ad accogliere la sua “bandiera” ma ha già aperto l’album dei ricordi, quelli dolcissimi legati alla serie A. Martedì il Consiglio comunale di Catanzaro conferirà la cittadinanza onoraria a Massimo Palanca, per tutti “O Rey”, l’attaccante protagonista degli anni ruggenti delle Aquile rimasto legato al capoluogo calabrese in modo indissolubile ed eterno, un simbolo fortemente identitario per i catanzaresi. Sarà un tuffo nella memoria ma anche un viatico per il futuro, ora che il Catanzaro ha riconquistato i più alti palcoscenici del calcio nazionale con il ritorno in serie B, onorato ieri con un ottimo pareggio in casa della corazzata Cremonese.
E l’omaggio a Palanca con la cittadinanza onoraria sarà un perfetto filo rosso che unirà ieri, oggi e domani, per una giornata dalle grandi suggestioni, rese speciali anche da un particolare: a Catanzaro in queste ore c’è anche profonda commozione per la scomparsa di Carlo Mazzone, l’allenatore più amato dalla gente e condottiero delle Aquile a fine anni 70 in serie A, condottiero anche di quel Catanzaro che nel 1979 espugnò l’Olimpico di Roma con una tripletta proprio di Palanca, tripletta rimasta leggendaria (anche per il gol da calcio d’angolo – il suo marchio distintivo – che “O Rey” realizzò quel giorno). Proprio Palanca alcuni giorni fa, in occasione del suo 70esimo compleanno, si è meritato un articolo di “Repubblica”, che l’ha definito «il “Cruijff dei poveri” ». «Baffo operaio e scarpe numero 37, Massimo Palanca è vivo nella fantasia popolare. Difficile scordarselo, faceva gol da calcio d’angolo. E’ stato il bomber del Catanzaro a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, alfiere di un calcio romantico che in tanti rimpiangono», ha scritto “Repubblica” riportando poi alcune dichiarazioni dello stesso Palanca («Mi aiutava il vento. Il mio sogno? Essere una figurina Panini, ma il calcio di oggi non mi piace»). Per suggellare definitivamente e indissolubilmente il legame con la città che tanto l’ha amato e da lui tanto amata, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Fiorita martedì rendere Palanca ufficialmente cittadino di Catanzaro: non è mancata nei giorni scorsi una polemica apparsa su diversi organi di informazione, polemica aperta – in modo per la verità francamente inopportuno – dall’ex assessore comunale Nicola Ventura che ha ricordato come nel 2011 Palanca aveva già ricevuto le “Chiavi della città” e quindi la cittadinanza onoraria sarebbe stata a suo dire superflua, considerazioni però contestate dall’amministrazione.
Ma la vicenda è già alle spalle. Ora a Catanzaro si guarda a martedì. Così si legge in una nota diffusa giorni fa da Palazzo De Nobili, a motivazione della decisione di conferire a Palanca la cittadinanza onoraria. «L’epilogo più bello per una bella storia, iniziata ormai mezzo secolo fa. Il sindaco Nicola Fiorita lo aveva anticipato ai capigruppo in Consiglio comunale ai primi di giugno: il legame indissolubile tra “Massime’” e la città non poteva che essere definitivamente sancito dal conferimento della cittadinanza onoraria al grande campione dell’Us, che non solo contribuì a portare la squadra nell’Olimpo del calcio nazionale ma ne divenne una delle icone, con il suo gioco funambolico e soprattutto con quel piedino, capace di irripetibili goal dalla bandierina sui campi di tutta Italia. Palanca e Catanzaro: a voler essere metaforici – proseguiva la nota del Comune – si potrebbe scrivere di un lunghissimo e felice fidanzamento che finisce in gloria con le irrinunciabili nozze. Un evento che si annuncia molto partecipato e sicuramente non privo di quella carica emotiva che accompagna una comunità, quando quest’ultima vede passarsi davanti la propria storia migliore sentendosene contemporaneamente parte attiva e integrante. Perché questo è: la storia di Catanzaro passa per Massimo Palanca e quella di Massimo Palanca passa per Catanzaro».
«La cosa bella è che ogni volta che scendo in Calabria, vengo contornato da tanto affetto e stima nei miei confronti. E’ incredibile, continuerei a venire qui anche se non dovessero darmi onorificenze, non solo d’estate ma durante tutto l’anno. Tutto quello che sta succedendo a Catanzaro è motivo di grande orgoglio», commenta all’agenzia Italpress Palanca. «Tante sono state le situazioni piacevoli che ricordarne una in particolare è difficile», continua quando gli si domanda quale aneddoto tirare fuori in occasione dei 70 anni. Di certo, le cose rimaste sempre impresse nella mente sono i gol segnati direttamente dalla bandierina, in carriera se ne contano ufficialmente 13, tutti col piede sinistro. Nelle quasi 600 partite giocate da calciatore, Palanca ha lasciato il segno segnato in modo assoluto con i giallorossi siglando 137 reti in 367 partite, tra gli anni ’70 e ’80, il marcatore principe per quanto riguarda la storia dei calabresi in serie A. (redazione@corrierecal.it)
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