CATANZARO «Nessun inganno, la nostra identità è la stessa, e basta con le fake news che servono solo a gettare fango in danno della città». Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita si cimenta con il primo Consiglio comunale dopo il (contestato) rimpasto frutto dell’accordo con l’area moderata – con diverse venature di centrodestra – rappresentata da Antonello Talerico e va al contrattacco. Una seduta lunga e defatigante come e più di altre volte, per Fiorita, che entra ed esce dall’aula in continuazione perché sommerso dalle telefonate per la vicenda dei lavori allo stadio, con il rischio incombente di un esordio casalingo lontano dal Ceravolo per il Catanzaro in serie B. «Sono ore febbrili, sono alle prese con un’altra Lega…» ammette un Fiorita con un pizzico di ironia ma in realtà piuttosto preoccupato per la vicenda stadio. E anche un po’ irritato – anche se non lo dà a vedere – per una altra “tegola”: a renderla nota è lo stesso sindaco in aula quando spiega che «quello di oggi è uno degli ultimi Consigli comunali che si terranno nella sala consiliare della Provincia (location obbligata per la ricostruzione in corso dell’”Aula rossa” di Palazzo De Nobili, ndr) perché alla Provincia è di recente cambiato un regolamento e ora la Provincia chiede 500 euro a seduta».
Un’altra “spina” per Fiorita, dopo quelle arrivate da un dibattito lunghissimo (e complessivamente stucchevole a parte lodevoli eccezioni), caratterizzato dal fuoco di fila delle contestazioni dell’opposizione. La Lega con Eugenio Riccio e Lea Concolino parla di una nuova situazione al Comune che «non ha nulla di normale, facciamo fatica a stare all’opposizione visto che ora c’è una Giunta di centrodestra, è il trionfo del cinismo e del trasformismo». Marco Polimeni di Forza Azzurri (Forza Italia) definisce il recente rimpasto «un inganno per la città, con il tradimento della parola di moralità che Fiorita ha sempre sbandierato». Sergio Costanzo di “Fare” stigmatizza «l’”accorduni” alla base della nuova Giunta, la gente mi ferma e mi dice di rimpiangere Sergio Abramo e questa per me è la sconfitta politica più grande , Vedo un Talerico che è il nuovo Mimmo Tallini, temo che sia un cavallo di troia per mandare a casa questa esperienza di centrosinistra». Anna Chiara Verrengia di Fratelli d’Italia si scaglia contro «un compromesso politico che distrugge l’immagine di un successo del centrosinistra visto che nella nuova maggioranza ci sono tanti esponenti di centrodestra». Molto articolato l’intervento dello sfidante di Fiorita al ballottaggio, Valerio Donato, di Azione, che contesta a Fiorita e al suo gruppo di «essere venuti in meno a una battaglia identitaria e a un’idea di centrosinistra. L’essenza della criticità di questa giunta non è quella – che c’è peraltro – dello spostamento verso il centrodestra e di una maggioranza formata con relazioni a mio avviso inopportune, con passaggi da uno schieramento all’altro in poche ore, ma è il fatto che questo rimpasto ha prodotto una frattura tra le rappresentanze istituzionali e il mondo del centrosinistra. Non c’è più quella sintonia. E’ un dato oggettivo che – prosegue Donato – ha contribuito a generare anche una brutta discussione nel Ppd. Quale è la proposta e l’idea di città del centrosinistra. Siamo stati coinvolti nella fase delle trattative anche noi, avevamo chiesto la riorganizzazione dell’amministrazione e 4 grandi progetti, da portare avanti non con le poltrone ma con le deleghe. Non è stato possibile, mi auguro che questa giunta li faccia altrimenti questa città non la cambieremo mai». In difesa di Fiorita e della nuova fase politica intervengono in tanti, a partire dallo stesso Talerico, secondo il quale «il trasformismo è di altri, ho sempre detto che non sarei andato mai con quel centrodestra e ho sempre detto che sarei andato al ballottaggio con quelli che mi davano garanzie di cambiamento. Io sono sempre stato chiaro. Certo nella nostra ci sono componenti eterogenee ma ci sono anche nell’opposizione. Qui c’è un progetto di rafforzamento della maggioranza, per nulla legato alle poltrone, forse questo preoccupa l’opposizione più che un presunto snaturamento di un’identità. Non sono il “sindaco ombra”: chi dice questo – conclude Talerico – offende l’autorità del sindaco Fiorita e anche me che non sono l’ombra di nessuno». A sostegno anche Fabio Celia, capogruppo del Pd, che non fa mistero di essere «non del tutto soddisfatto per come è stato trattato il mio partito, ma questo lo vedremo con un tavolo che apriremo con questa amministrazione e comunque questa considerazione non significa non mantenere fede alla nostra linea, saremo sempre al fianco di Fiorita e di questa Giunta».
Infine, l’intervento di Fiorita: «Qual è la cifra più significativa di questo anno? Le fake news da cui siamo stati travolti, le tante sciocchezze che ci sono state indirizzate. Il riferimento del sindaco è a diverse vicende tra cui quella che riguarda un suo assessore, Raffaele Scalise, titolare dei lavori pubblici, che secondo la Lega avrebbe anche un incarico in Sorical quale direttore di lavori per un progetto. Una notizia falsa: Scalise aveva un incarico che ha terminato prima di diventare assessore. Queste cose – dice il sindaco di Catanzaro – sono un danno all’amministrazione ma soprattutto alla città: perché gettate un fango che alimenta un dibattito che non rispetta le istituzioni? Siamo invasi da notizie false. A chi giova questo tiro continuo per delegittimare l’amministrazione? Cosa c’entra questo con il ruolo di opposizione?». Quindi, il passaggio politico sulla nuova Giunta e sulla nuova maggioranza: «Qualcuno – rileva Fiorita – ha parlato di inizio della fine ma invece è solo il secondo tempo della nostra azione, non c’è nessun inganno, l’alleanza con Talerico e con altri che si sono aggregati si era già presentata nel 2017 ed è stata dichiarata nel ballottaggio. Non è cambiato nulla, si è solo rafforzata una maggioranza. Abbiamo aperto ad altre forze, con alcune si è chiuso positivamente con altre no ma se i tempi erano maturi possono diventarlo (il riferimento è all’area Donato ndr). Questo percorso continua con la stessa libertà e indipendenza che ha caratterizzato il nostro agire amministrativo e politico. L’alleanza – osserva Fiorita – si è costruita per un progetto e non toglie nulla alla nostra identità, quella di una sinistra progressista. Quanto a un bilancio delle cose fatte, sono soddisfatto. Abbiamo fatto tutto? No, ci servono 5 anni, il bilancio lo faremo tra quattro anni». Alla fine di una seduta “monstre” (in tutti i sensi), si arriva al punto all’ordine del giorno, la surroga dei consiglieri diventati assessori: al loro posto entrano Alberto Carpino (assente per motivi di salute) e Francesco Assisi, i due siederanno sui banchi della maggioranza. (a. cant.)
x
x