Qualche giorno prima di ferragosto avevo, pubblicamente, posto al Presidente Occhiuto, nella sua espressa qualità di Commissario alla sanità, 20 semplici domande. Da allora a oggi sono trascorsi oltre 10 giorni e il Presidente Occhiuto non ha risposto a una sola domanda. Della serie: chi tace acconsente. Non vi è dubbio: il silenzio di Occhiuto è assai eloquente, anzi è più eloquente di cento risposte. Tutte le questioni che io gli ho posto sono talmente vere e oggettive che neanche la più acrobatica pratica mistificatorie le avrebbe potuto confutare. La sanità calabrese è allo sbando. Questa è la drammatica realtà. E la gestione commissariale del Presidente Occhiuto, non solo non ha risolto un solo problema, ma – addirittura – ha acuito, ulteriormente, le criticità preesistenti, generandone ancora altre.
Il commissario Occhiuto ha trascinato, irresponsabilmente, il sistema sanitario calabrese nell’abisso infernale, decretandone il disastroso fallimento. In Calabria il diritto alla salute, costituzionalmente, garantito e protetto, non è esigibile. E il tenebroso silenzio di Occhiuto è la certificazione doc del disastroso fallimento. Ovviamente, però, accertata e diagnosticata la bancarotta, c’è bisogno di una energica terapia d’urto. Coerenza vorrebbe che il Presidente Occhiuto rassegnasse, immediatamente, le dimissioni dalla carica di Commissario alla sanità. Ha dimostrato, con i fatti, di non essere, all’altezza del compito affidatogli. E a dirlo non siamo solo e il mio schieramento politico, che potremmo, anche, essere tacciati di faziosa partigianeria.
Il Commissario Occhiuto è stato, reiteratamente, sconfessato dal tavolo Adduce, verso il quale, costui, come unica risposta, ha saputo confezionare solo una stizzita e rabbiosa invettiva, senza, però mai, entrare nel merito dei pertinenti e preoccupanti rilievi sollevati da quel tavolo.
Le organizzazioni sindacali di categoria, un giorno sì e l’altro pure, sono sul piede di guerra. Quasi con cadenza quotidiana, la stampa locale ospita lettere di medici e infermieri calabresi, che, con austera dignità, manifestano la loro indignata frustrazione per le umilianti condizioni di lavoro, nelle quali sono costretti. Senza contare le decine e decine di segnalazioni, provenienti da inermi cittadini, che con appassionato coraggio, denunciano, da Tortora a Brancaleone, raccapriccianti episodi di mala sanità, non sul piano dell’erogazione delle prestazioni professionali, quanto sul piano della scandalosa e pessima qualità dell’organizzazione dei servizi. Insomma e maledettamente, la sanità in Calabria è allo sfacelo più totale. E ciò nonostante, c’è, ancora chi, dai piani alti della Cittadella di Catanzaro, si ostina, con accanito cinismo, a raccontare un’altra storia, infidamente edulcorata. Che è solo nella mente settaria del narratore e dei suoi ventriloqui. Basta. Presidente Occhiuto, se vuole, davvero, bene alla Calabria, deve compiere un solo gesto: rimettere, seduta stante, il mandato di Commissario regionale alla sanità. Se, viceversa, resterà abbarbicato a quella poltrona confesserà di essere il nemico capitale della Calabria e dei Calabresi.
*presidente del consiglio comunale di Cosenza
x
x