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Università, il Pd: «Eliminare il numero chiuso dalle professioni sanitarie»

Per i consiglieri regionali del Partito Democratico serve intervenire contro la carenza di medici per «salvaguardare il diritto alla salute»

Pubblicato il: 22/08/2023 – 16:16
Università, il Pd: «Eliminare il numero chiuso dalle professioni sanitarie»

«La carenza di medici e personale sanitario è sempre più un’evidenza incontestabile che produce l’impossibilità oggettiva di garantire una efficace salvaguardia del diritto alla salute sancito dalla nostra carta costituzionale». È quanto dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali PD Bevacqua, Alecci, Billari, Bruni, Iacucci e Mammoliti. «Per questa ragione – continuano -, abbiamo avviato l’iter per l’esercizio della potestà legislativa attribuita alle regioni dall’articolo 121 della Costituzione, proponendo al Parlamento l’eliminazione del numero chiuso e le prove di ammissione ai corsi universitari, al fine di consentire ai giovani di iscriversi liberamente a qualsiasi corso universitario e ai laureati di potersi iscrivere liberamente ai corsi di specializzazione». «La legge nazionale – si legge – sulla quale riteniamo necessario intervenire ha manifestato, in quasi 25 anni di applicazione, tutta una serie di criticità e, soprattutto, non si è dimostrata in grado di coniugare la necessità dello standard qualitativo con la copertura dei posti vacanti. L’esiguità degli accessi ai corsi universitari per le professioni sanitarie, unitamente all’elevato numero di pensionamenti di personale medico e infermieristico del settore pubblico, universitario e ambulatoriale, rischiano di mettere in ginocchio l’intero sistema sanitario nazionale e quello regionale calabrese in particolare». «La gravità della situazione – scrivono i consiglieri – è emersa palesemente durante l’emergenza legata alla pandemia da Covid 19. Gli effetti delle restrizioni di accesso e dall’insufficiente dotazione di risorse per le borse di studio per le specializzazioni sono innegabili. È indispensabile tirare una linea e avviare un dialogo serrato con tutte le istituzioni e le rappresentanze professionali coinvolte». «La nostra – concludono – non è una semplice proposta di abolizione e ritorno al passato: il nostro intento è quello di sollecitare l’inizio di un percorso di riflessione seria, in tempi stringenti, al fine di pervenire a soluzioni condivise e realmente efficaci. I cittadini non possono attendere oltre».

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