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Il veliero con 700 chili di coca e gli incroci con la ‘ndrangheta – VIDEO

Il legame con l’inchiesta “Pollino”. Il latitante arrestato in Turchia nel 2022 è riminese come i due giovani sulla barca fermata alle Canarie

Pubblicato il: 24/08/2023 – 9:20
Il veliero con 700 chili di coca e gli incroci con la ‘ndrangheta – VIDEO

RIMINI Rotta su Las Palmas, dove vivevano da poco più di un anno. Poi l’abbordaggio della unità navali e aeree della Guardia civil e la fine del trasporto in metri di barca a vela (battente bandiera polacca) dei 700 chili di cocaina che avrebbero dovuto farli ricchi. Droga per circa 55 milioni di euro imbarcata in un porto del Centro Africa anche se il porto di origine era in Brasile. È finita così l’avventura da narcos dei fratelli riminesi Ivanmatteo e Vincenzo Dario Gizzi, 31 anni il primo, 26 il secondo. La Dia di Palermo era già sulle loro tracce. E nel novembre 2022 aveva beccato un altro riminese, il 47enne Luciano Camporesi (sopra nel riquadro), ritenuto vicino alla ‘Ndrangheta.

L’arresto in Turchia del latitante legato alla ‘ndrangheta

Camporesi è stato arrestato in Turchia: deve scontare 22 anni e 8 mesi per la condanna rimediata in “Pollino – European ‘Ndrangheta connection”. Il Tribunale di Locri lo ha riconosciuto colpevole di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Camporesi rappresenta il punto di contatto tra questo maxi sequestro e le indagini di “Pollino”. Le Procure antimafia più impegnate nel contrasto al narcotraffico lavorano sulle rotte che portano la coca in Europa attraverso il Mediterraneo. Con scali in Africa, alle Canarie (come in questo caso) oppure passaggi nel Canale di Sicilia, come evidenziato in un altro recente colpo della Guardia di finanza al largo delle coste agrigentine. Nella joint venture globale la ‘ndrangheta non è l’unico player criminale ma certo ha una posizione di preminenza sul mercato. E anche se al momento c’è il massimo riserbo sull’inchiesta, di certo la presenza di tre riminesi nello stesso contesto, uno dei quali in contatto con le cosche calabresi, è uno scenario da sondare con attenzione. A terra c’erano, invece, un serbo e un croato che controllavano le operazioni da terra a Las Palmas di Gran Canaria. La collaborazione avviene anche tra forze di polizia: le indagini sul Rossio (questo il nome del veliero, ndr) erano condotte anche dalla Guardia civil, dalla polizia croata e da quella serba. 

Il video dell’abbordaggio

Un video di 3 minuti e 39 secondi girato dalla Guardia civil, racconta tutte le fasi dell’abbordaggio iniziato quando quando un velivolo ha acceso un cono di luce sulla barca a vela. A quel punto i fratelli Gizzi hanno capito che le loro speranze di arrivare “a casa” con la droga erano nulle.

Il sequestro di 20 tonnellate di hashish nel 2018

Film simile a quello vissuto dal loro concittadino Camporesi qualche anno fa. L’uomo avrebbe fatto parte di un’associazione di trafficanti internazionali di sostanze stupefacenti attiva tra il Sud America, l’Italia e l’Europa Nord-occidentale. Il riminese, in particolare, sarebbe stato in stretti rapporti con Domenico Pelle e Giovanni Gentile, coinvolti anche loro nel traffico internazionale di droga, con cui si sarebbe incontrato nell’aprile del 2017 per pianificare l’arrivo in Italia di ingenti carichi di cocaina ed hashish, utilizzando a tale scopo sia navi commerciali che una sua imbarcazione impiegata ufficialmente per ricerche petrolifere. In base alle indagini condotte dalla Dea americana e dalla Direzione centrale dei servizi antidroga è stata ricondotta a Camporesi anche l’imbarcazione “Remus”, battente bandiera panamense, a bordo della quale la Guardia di finanza, nell’agosto del 2018, aveva sequestrato oltre 20 tonnellate di hashish arrestando l’intero equipaggio della nave, composto da 11 persone tutte di nazionalità montenegrina. Altro contatto tra organizzazioni criminali italiane e slave nella scena globale del narcotraffico. (redazione@corrierecal.it)

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