TARSIA Cresce l’attesa per il concerto degli Africa Unite a Tarsia. Dopo la pubblicazione di “7 Secondi”, terzo singolo estratto dall’album Non è Fortuna, del 2022, e la più recente ristampa di Vibra (Universal), album del 2000 ripubblicato a fine luglio in versione vinile, gli Africa Unite proseguono con il loro “Perché Non è Fortuna Tour” e sabato 26 agosto si esibiscono a Tarsia, in provincia di Cosenza, nell’ambito della XV edizione di TarantTarsia, Festival delle musiche tradizionali del Sud patrocinato dal Comune e organizzato dall’associazione culturale “Musikart”.
La band continua, dopo oltre quarant’anni, a portare sui palchi di tutta Italia il suo storico sound caratterizzato da ritmo in levare, reggae, dub e elettronica. A partire dallo scorso maggio c’è anche una novità nella formazione che vede, dopo diversi anni, il ritorno della sezione fiati. Dalla loro formazione nel 1981, gli Africa Unite continuano la loro lunga carriera piena di incredibili successi e riconoscimenti. «Penso che sia la passione ad animare da sempre gli Africa Unite, e poi si fanno delle scelte legate alla continuità nei suoni e nella musica, ma anche la continua ricerca di rinnovare e innovare e quindi contaminare il proprio suono con altri suoni. Tutto parte, secondo me, da questa semplice formula: suonare con grande forza e grande passione», racconta in esclusiva al Corriere della Calabria, Madaski fondatore insieme a Bunna degli Africa Unite.
Nel 1981, immediatamente dopo la prematura scomparsa di Bob Marley, Bunna e Madaski formano gli Africa Unite, cominciando il percorso che oggi li ha portati a diventare il gruppo più longevo e rappresentativo del reggae made in Italy. Dopo il debutto discografico nel 1987, durante gli anni del fermento culturale e musicale, prende forma il disco Babilonia e poesia, che si confermerà̀ cruciale per il futuro del gruppo. «Nel 1980 eravamo ancora degli adolescenti, sia io che Bunna avevamo 15 anni e siamo rimasti molto influenzati dalla musica di Marley e poi abbiamo proseguito e capito che c’erano altri artisti da ascoltare e seguire anche se Bob Marley rimane simbolo di questo stile musicale», confessa Madaski. Che aggiunge: «Abbiamo fatto una ricerca e importato diversi contenuti che hanno permesso di scrivere e suonare brani protagonisti di tutti i concerti». Non solo in Italia, la band riscuote enorme successo anche in Europa e America. Nell’estate del 2009 la band realizza 20 concerti tra Italia, Spagna e gli USA. Nel 2011 viene pubblicata Trent’anni in levare, prima biografia ufficiale edita da Chinaski Edizioni. Lo stesso anno parte un lungo tour che ha toccato le principali capitali europee.
E’ soprattutto il Sud ad apprezzare la musica degli Africa Unite. «E’ forse più vicino anche culturalmente alla musica calda ed alla patria del reggae che è la Giamaica», dice Madaski. «Il reggae è una musica semplice – continua – molto legata alla nostra tradizione popolare. Un suono solare, molto caloroso e chiaramente al Sud funziona molto bene». Gli Africa Unite presenteranno, sul palco in piazza San Francesco a Tarsia, i brani dell’ultimo album Non è Fortuna e alcuni evergreen dello storico repertorio. «È quasi diventato un problema scegliere quale brano suonare – sorride Madaski – si cerca sempre di non deludere nessuno». «Ci saranno molti brani tratti dal nuovo disco – chiosa – ma non dimentichiamo assolutamente di suonare molte cose del passato. Il concerto dura circa due ore e riusciamo a mettere dentro una buona fetta di musica che appartiene ai diversi momenti dell’evoluzione del sound di Africa Unite». Parola di Madaski.
redazione@corrierecal.it
x
x