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L’intervista

«Ri-generare le nostre città e tornare alla bellezza»

RIMINI «Tra le invenzioni più straordinarie dell’uomo c’è sicuramente la città. Le città sono state costruite non tanto sulla base delle esigenze di riparo e di sicurezza, ma per soddisfare il bis…

Pubblicato il: 24/08/2023 – 14:05
di Mario Occhiuto
«Ri-generare le nostre città e tornare alla bellezza»

RIMINI «Tra le invenzioni più straordinarie dell’uomo c’è sicuramente la città. Le città sono state costruite non tanto sulla base delle esigenze di riparo e di sicurezza, ma per soddisfare il bisogno di socialità che è insito nell’uomo». Lo afferma in un’intervista pubblicata su “Il sussidiario”, Mario Occhiuto, senatore e architetto, è oggi al Meeting di Rimini per il dibattito sulla rigenerazione urbana. Secondo Occhiuto, che è anche presidente della fondazione Patrimonio comune, nelle città del passato, quelle che oggi sono i nostri centri storici, era quasi possibile “dialogare” con le facciate degli edifici restando nelle piazze in cui erano presenti tutte le funzioni sociali, direzionali, commerciali: c’era la casa, la chiesa, il municipio, il negozio. Poi la città, dal dopoguerra in poi, si è diffusa sul territorio e ha gradualmente perduto la sua vera “anima”, quella relazionale, della socialità. Per migliorare il legame tra i luoghi e i suoi abitanti basterebbe riprendere quel filo spaziale e temporale che ci lega alla città antica: aumentare gli spazi pedonali e le piazze, il verde pubblico, produrre bellezza e realizzare opere pubbliche di qualità, creare piste ciclabili e campi di strada per stimolare i cittadini a praticare attività fisica all’aria aperta». Rispondendo alla domanda se è possibile ridisegnare lo spazio urbano ponendo al centro l’individuo e le sue esigenze, Occhiuto risponde: «Assolutamente sì, dobbiamo farlo prendendoci cura dei luoghi in cui viviamo, creando una maggiore qualità degli spazi abitativi e degli spazi pubblici».
«Oggi è indispensabile assecondare il bisogno dell’uomo di vivere in luoghi salutari e privi di inquinanti – sostiene – oltre che di ritornare alla bellezza. C’è una esigenza di bellezza: bisogna ricercarla e ricrearla anche nei luoghi più sperduti e periferici. Il nostro lavoro deve essere quello di indirizzare lo sviluppo delle città mediante interventi di rigenerazione urbana che vadano a ridare vita alle aree più degradate e marginali delle città creando nuove connessioni sul territorio».
Nella sua intervista, Occhiuto sottolinea che «la rigenerazione urbana è un processo di progettazione, nuovo e integrato, che nasce dalle necessità di sostenibilità e di contenimento del consumo del suolo».
Per il senatore, «l’obiettivo della rigenerazione urbana è quello di intervenire sulle città per renderle sostenibili e a misura d’uomo. Puntare a un miglioramento della qualità urbana attraverso azioni più complessive che comprendano anche la riqualificazione del patrimonio immobiliare ma che agiscano soprattutto dal punto di vista spaziale e attraverso un miglioramento del contesto sociale, di valorizzazione economica e culturale».
E alla domanda di come ripensare la creazione o trasformazione di spazi pubblici intesi come bene comune, al fine di evitare altresì il degrado sociale, l’architetto risponde:
«Occorre trasformare lo spazio pubblico aperto oggi invaso da strade bitumate e lamiere. Ripensare il verde come elemento strutturale e non più di semplice decoro urbano, non uno spazio di risulta ma una risorsa per promuovere la riconnessione urbana con gli obiettivi di benessere fisico, ricreativo e sociale dei cittadini».
«La progettazione della città contemporanea – afferma – deve immaginare il tessuto urbano scandito da grandi opere di qualità architettonica e servizi efficienti. Dobbiamo prenderci cura dei luoghi in cui viviamo, incrementare la qualità degli spazi abitativi e degli spazi pubblici come parchi e luoghi di cultura per generare aggregazione e identità».
Per Occhiuto, rigenerazione e inclusione sociale «sono due concetti inscindibili, l’uno prevede l’altro».
«Rigenerare significa riappropriarsi del territorio – afferma – creando valore dove è presente degrado e abbandono. Un valore che viene restituito alla comunità creando nuovi luoghi di incontro e socialità. Il nostro principale intervento deve essere la definizione di un modello di crescita, per le nostre città, che valorizzi il territorio attraverso interventi che potenzino la qualità abitativa da un punto di vista architettonico, urbanistico, economico e sostenibile, aderendo a una buona consuetudine che si va facendo strada in Europa dove si diffondono sempre di più i cosiddetti ecoquartieri e le ecocittà».
E alla domanda di come rilanciare l’economia urbana contro le nuove povertà, il senatore è diretto: «È indispensabile ripensare le nostre città affermando un modello di sviluppo nel quale vengano messi in primo piano i diritti di tutti».
«Agire sulle città – elenca poi Occhiuto – attraverso buone pratiche come quella della raccolta differenziata dei rifiuti, della pedonalizzazione delle piazze e dei luoghi di aggregazione, di una limitazione nell’utilizzo delle auto, della condivisione dello spazio pubblico, la riduzione del consumo di suolo e l’adozione di strategie green oriented in ambito energetico. Le città che investono sulla qualità ambientale e la sostenibilità, che aumentano gli spazi liberi fruibili, le piste ciclabili, che producono bellezza e realizzano opere pubbliche di qualità, divengono immancabilmente più competitive e più ricche di opportunità di lavoro e di occupazione».
E sul tema se l’elemento fondante della città è la necessità di stare assieme ad altri, Occhiuto cita quanto detto dal cardinale Matteo Maria Zuppi in occasione del Meeting di Rimini 2023 “L’arte dell’incontro non è solo una conoscenza sociologica o introspettiva dell’amicizia ma una storia, che si rinnova continuamente, che non finisce mai perché sempre nuova, che coinvolge tutto di noi stessi. L’amicizia è sempre circolare”. «Assistiamo a un rifiorire di idee e visioni architettoniche – sostiene il presidente della fondazione Patrimonio comune – che progettano la fisionomia della città del futuro, uno spazio urbano ricco di piazze sociali, ampie zone di riconnessione urbana che pongano al centro della progettazione la qualità abitativa, l’uomo e le sue esigenze».
Sulla missione futura delle città in chiave di recupero di concetti come la fraternità, Occhiuto sostiene: «Le città non sono formate solo da elementi fisici, da edifici e strade, ma sono il luogo delle relazioni umane. Sono come dei grandi libri di pietra, dove ogni edificio, ogni spazio è una pagina piena di episodi, di ricordi che riguardano gli uomini che le hanno vissute, abitate».
Per l’architetto cosentino, «in futuro le città dovranno esaltare questa esigenza che è propria dell’uomo, non mortificarla come è stato nell’ultimo secolo».
«Si dovrà aumentare la disponibilità di spazi liberi, e aperti – dice – di giardini tematici, le aree più densamente popolate dovranno contenere vere e proprie “linee verdi” dove sia possibile camminare a piedi, o in bici, percorrendo anche lunghi tratti all’interno di reti ecologiche al riparo dai gas di scarico delle auto, utilizzando per gli spostamenti un po’ più lunghi i mezzi di trasporto pubblico elettrici. Dovranno essere città più belle, in modo che le persone possano viverle e attraversarle più volentieri a piedi, perché la bellezza genera sentimenti migliori e stimola comportamenti più solidali».
«È importante comunicare alle persone – sottolinea Occhiuto – l’importanza del cambiamento quando è frutto di scelte consapevoli e migliorative. Occorre essere comunità educante e promuovere nuovi modelli di sviluppo, soprattutto nel Sud, a favore di una crescita in primis culturale e legata all’esigenza di seguire principi di sostenibilità e buone pratiche mirate a favorire le migliori aspettative dell’uomo».
Ed in tema di come perseguire gli obiettivi di città della salute e del benessere, Occhiuto afferma: «Parlare di città della salute è ormai indispensabile, anche alla luce degli eventi pandemici appena trascorsi e delle conseguenze sempre più devastanti causate dal cambiamento climatico. Occorre riportare al centro delle politiche urbanistiche il tema ambientale inteso come salute e benessere dei cittadini».
«Progettare la città della salute – spiega – vuol dire anche investire ogni sforzo per contrastare alcune cattive abitudini, come l’eccessivo utilizzo delle automobili nei centri urbani, o abitare case confortevoli ma inserite in quartieri altamente inquinanti, non effettuare con costanza ed efficienza la differenziazione dei rifiuti. La città della salute può nascere solo investendo su un processo di formazione della coscienza civica con un grosso impatto etico sulla comunità».
Sulle strategie da perseguire per contrastare il cambiamento climatico, Occhiuto risponde: «Le città trasformate negli anni 60-70 che hanno alimentato le speculazioni e le prevaricazioni degli individui gli uni sugli altri, oggi non sono più sostenibili e ripetibili». «Il cambiamento climatico – afferma – ha ricadute enormi sulle città, ne è un esempio il problema delle isole di calore causate dall’eccessiva urbanizzazione. È un tema di salute pubblica di grande rilevanza che coinvolge particolarmente le periferie urbane».
«Le città dovranno diventare resilienti- conclude – attraverso l’adozione di strategie green oriented come la dislocazione sul territorio di infrastrutture strategiche contestualmente a una maggior presenza di aree verdi accessibili, percorribili e fruibili nei centri urbani. L’obiettivo è creare un mondo ad emissioni nette zero».

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