ARDORE «La Locride è un territorio ancora molto difficile, dove molte donne vittime di violenza hanno paura di denunciare e affrontare tutto ciò che ne può conseguire». Le resistenze sul tema sono ancora tante, soprattutto nelle piccole realtà dei paesini, come quelle che esistono nel comprensorio reggino, ma una soluzione c’è, è concreta ed è portata avanti da un team preparatissimo, disponibile 24 ore al giorno, e che accompagna le donne in tutte le fasi di un percorso, che per quanto possa spaventare, ha come punto finale la rinascita e la possibilità di una nuova vita. È attivo su tutta la Locride lo sportello di ascolto con sede ad Ardore, collegato al Centro antiviolenza e Casa rifugio “Angela Morabito” di Reggio Calabria e all’associazione Piccola Opera Papa Giovanni onlus, che offre sul territorio una possibilità concreta di riscatto alle donne che subiscono violenze fisiche e psicologiche. Una realtà che nei giorni scorsi Fiorella Mannoia ha esaltato. La celebre cantante ha infatti deciso di visitare il centro e conoscere personalmente il team che è giornalmente in prima linea nella difesa delle donne.
Mariti, compagni, ex che continuano a perseguitare, uomini violenti contro donne che spesso non sanno come difendersi perché ostacolate dalle famiglie o perché dipendenti economicamente dai loro carnefici. È un fenomeno complesso e pieno di sfaccettature quello della realtà che vivono le donne vittime di violenza. Storie diverse, ma collegate da un unico comune denominatore: la paura di non farcela da sole. «Non è sempre molto semplice per le donne trovare il coraggio di denunciare e di aprirsi su questo fenomeno anche a persone che non conoscono. Molto spesso accade che la spinta maggiore per le donne arriva quando purtroppo a subire violenza sono i figli. Magari sopportano veramente tanti anni di violenze, ma nel momento in cui vengono toccati i propri figli trovano il coraggio di denunciare», spiega ai microfoni del Corriere della Calabria Daniela Andrianò, assistente sociale dello sportello di ascolto. «Il nostro lavoro – spiega la professionista – consiste nel far comprendere alle donne vittime di violenza che non sono sole in una situazione che crea veramente tante difficoltà, soprattutto in un territorio dove c’è ancora tanta arretratezza culturale e molte donne purtroppo dipendono anche economicamente dai mariti. Diventa veramente difficoltoso per la donna riuscire a decidere di lasciare la casa, soprattutto quando ci sono dei figli, perché hanno paura di non riuscire a gestire l’aspetto economico». «Il nostro sportello – spiega ancora Andrianò – riesce anche ad accompagnare queste donne anche con delle borse lavoro e inserimenti lavorativi, quando ci sono situazioni molto delicate le donne vengono inserite in casa rifugio».
Donne accanto alle donne. Il team – formato da un’assistente sociale, un avvocato e una psicologa – segue i casi per tutto l’iter: dalla denuncia alla rinascita. «Tante donne purtroppo ancora non hanno fiducia nella giustizia, ma il problema è quello di esporsi, magari non sono mai entrate in un’aula di tribunale e questa è la difficoltà maggiore», spiega Enza Corasaniti, legale del centro, che aggiunge: «La donna che si rivolge a noi viene ascoltata, ma non solo, viene accompagnata in tutto il percorso. Nel caso di denuncia viene accompagnata direttamente presso la questura, presso il commissariato, in tribunale. Riceve questo tipo di assistenza che non si limita alla difesa, questo è importantissimo perché deve sentirsi sostenuta».
«Quello che vogliamo che sappiano tutte le donne vittime di violenza è che bisogna denunciare. La possibilità di una svolta c’è». È il messaggio che le professioniste lanciano attraverso i nostri microfoni. Nei giorni scorsi l’importante lavoro svolto sul territorio – anche attraverso progetti con le scuole – è stato esaltato anche da Fiorella Mannoia che, insieme a Celeste Costantino, ha incontrato la squadra dello sportello del Centro Antiviolenza “Angela Morabito” realizzato grazie ai fondi raccolti dal Concerto Una Nessuna Centomila del 2022.
La cantante ha ringraziato Francesca Mallamaci, Lucia Lipari, Enza Corasaniti e Daniela Andrianò «per il lavoro straordinario che stanno conducendo con passione e professionalità». «È stata un’esperienza bellissima, – racconta la dottoressa Andrianò – una grande soddisfazione per noi poter ospitare Fiorella Mannoia, una persona vera che veramente si interessa delle donne e vuole combattere questo fenomeno». (redazione@corrierecal.it)
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