CATANZARO Nuova tegola per la Fondazione Betania dopo l’apertura della liquidazione giudiziale decisa a luglio dal Tribunale di Catanzaro. Da Roma, ne dà notizia la Gazzetta del Sud, arriva il sigillo su un lungo scontro giuridico. E la conclusione – sancita dalla Cassazione – nella vertenza tra Fondazione e Asp mette la parola fine sulla possibilità di “recuperare” 3 milioni e 111mila euro più interessi per le prestazioni rese nel progetto Said (Sistema di Assistenza Integrata per Disabili) tra il gennaio 2010 e il giugno 2012. Nel primo step processuale il Tribunale di Catanzaro aveva accolto la domanda proposta dalla Fondazione condannando l’Asp a pagare 3.111.346,77, oltre interessi per le prestazioni socio sanitarie rese dal mese di gennaio 2010 sino al giugno 2012. La Corte di Appello di Catanzaro, nel febbraio 2018, aveva accolto le tesi dell’Asp, riformato la sentenza e rigettato la domanda di pagamento avanzata dalla onlus. Per i giudici di secondo grado, quelle prestazioni «erano state eseguite in assenza di un valido titolo contrattuale spendibile nei confronti dell’Asp (e prima ancora della Regione Calabria)». Betania, da parte sua, opponeva che in mancanza di una disdetta «il protocollo tra le parti doveva ritenersi perfettamente efficace nel lasso temporale durante il quale la Fondazione aveva effettuato le prestazioni socio-sanitarie che l’Asp di Catanzaro aveva continuato a richiedere, ma non a remunerare». L’ultimo atto si è consumato a Roma. E la Cassazione ha rigettato il ricorso della Fondazione Betania, condannandola al pagamento, in favore dell’Asp, delle spese di giudizio, liquidate in 20mila euro. (redazione@corrierecal.it)
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