SOVERATO Si è chiusa in festa sulle note della canzone classica napoletana la sessione soveratese del XX Festival d’autunno, realizzato con il supporto di Mic, Por Calabria Fesr Fse, Calabria Straordinaria, in collaborazione con Fondazione Carical e i Comuni di Catanzaro, Montauro, Soverato, Tropea e Santa Caterina.
Ieri sera a salire sul palco dell’arena del Teatro Comunale di Soverato è stata l’Orchestra Sinfonica della Calabria diretta dal maestro Francesco Ledda, che ha presentato al pubblico il concerto “Maraviglia”, un omaggio al tenore dei tenore di tutti i tempi, Enrico Caruso. Del celebre cantante napoletano di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario dalla nascita, la Sinfonica della Calabria ha ricordato la grande vocalità e quelle caratteristiche che lo hanno reso immortale nel repertorio lirico, così come in quello popolare che, anzi, grazie alla sua “firma” ha potuto essere elevato e riconosciuto in tutto il mondo. Per farlo Ledda ha voluto insieme a lui e alla compagine orchestrale il tenore siciliano – così come il direttore – Giovanni Di Mare. Il cantante non si è sottratto al confronto con due celeberrime arie strettamente legate alla voce di Caruso, “E lucevan le stelle” dalla Tosca di Puccini e “Vesti la giubba” da “Pagliacci” di Leoncavallo, portandosi a casa la sfida: per lui lunghissimi sono stati gli applausi dei presenti, che ne hanno apprezzato la precisione e la vocalità. Per “Vesti la giubba” – l’aria nota come “Ridi pagliaccio” -, Di Mare e Ledda hanno anche offerto una piccola spiegazione filologica ai presenti, spiegando come la nota risata iniziale dell’aria, non fosse prevista da Leoncavallo, ma pensata dallo stesso Caruso: la scelta fu così azzeccata da essere introdotta a commento della partitura con l’approvazione dello stesso compositore. Partner femminile di Di Giovanni è stata Olivera Mercurio, entrata sul palco con la “Musica proibita” di Gastaldon, prima di intonare brani come “Non ti scordar di me”, “Funiculì funiculà” – ripresa anche per l’ennesimo bis chiesto dal parterre -, “O surdato ‘nnammurato”, con un divertente duetto tra i cantanti e il pubblico, “Libiamo ne’ lieti calici” da Traviata di Verdi, “Mamma” e “O sole mio” . Obiettivo del concerto era infatti ricordare la figura di Enrico Caruso attraverso le sue due anime, quella del tenore lirico, con le arie a cui il suo nome è più legato per aver regalato interpretazioni superbe, e quella più popolare, che lui, nato in una famiglia estremamente povera di Napoli, non ha mai voluto nascondere e anzi ha promosso per tutta la sua carriera, rendendo celebri nel mondo le melodie napoletane.
«Dopo la produzione originale TarantaCeltica che ha messo insieme musicisti calabresi e irlandesi – ha affermato il direttore artistico Antonietta Santacroce -, con questo concerto che omaggia una figura unica nella storia della musica, come quella di Enrico Caruso, il Festival d’autunno ha voluto valorizzare e far conoscere i musicisti calabresi più giovani che compongono l’Orchestra Sinfonica della Calabria, tra i quali spiccano talenti come il giovane Cosimo Renda. Continuando a dedicare un’attenzione particolare alle realtà del territorio eccellenti, Festival d’autunno adesso si sposta a Tropea, dove il 30 agosto a Palazzo Santa Chiara ci sarà l’atteso appuntamento, con le musiche tradizionali del Mediterraneo del concerto “Eastbound”, con protagonista la Alkantara MediOrchestra, il 31 agosto a Santa Caterina borgo il Salime quintet. Due concerti imperdibili».
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