LAMEZIA TERME Un primo posto in classifica quasi insperato, ottenuto cavalcando l’onda di una massiccia campagna mediatica “involontaria” ma prevedibile, scatenata dai contenuti di un libro discutibili e che hanno stuzzicato la curiosità e l’interesse, dividendo l’opinione pubblica e la politica. C’è questo e molto altro dietro al successo editoriale di Roberto Vannacci. E se da una parte il suo scritto ha già avuto ripercussioni sul generale dell’Esercito, sospeso dal ministro della Difesa Guido Crosetto per le tesi contenute nel volume, dall’altra, quasi come lo squillo di una tromba, ha risvegliato gli animi di una parte di italiani che, da molto tempo, sui social network e attraverso una serie di post e condivisioni covano risentimento e voglia di rivalsa nei confronti di una politica e uno Stato ritenuti “oppressori” della libertà.
Niente di nuovo sotto al sole di agosto verrebbe da dire anche perché nella forma e nella sostanza stiamo assistendo a quanto già avvenuto durante la pandemia da Covid-19 con le imposizioni dettate dal green-pass. Questa volta, è lo scenario internazionale ad alimentare una nuova ondata di “rivolta” con la guerra scatenata in Ucraina le voglia di una Italia autonoma, libera dicono dal «giogo dell’Europa e della Nato» in grado di riprendersi un ruolo dominante nel Mediterraneo. Visioni teoriche, certo, ma che trovano sempre più spazio in quegli spazi culturali “alternativi”.
A fare notizia nel weekend è stata l’iniziativa tenutasi a Lamezia Terme dove è stato battezzato il Movimento Culturale “Il Mondo al Contrario” contro la «dittatura ideologica del pensiero dominante», ispirato proprio dal libro di Vannacci che, in un fugace collegamento telefonico, ha augurato ai presenti «buon lavoro e buon divertimento», sperando in una visita nella città della Piana nel prossimo futuro. Qui, infatti, come nel resto del Paese, basti pensare all’ex sindaco di Roma Alemanno, ideologie e visioni del generale hanno fatto breccia nei cuori dei vecchi militanti dell’estrema destra e del post-populismo. Chi, per intenderci, in tempi di pandemia gridava alla dittatura sanitaria.
E non è un caso se l’organizzazione dell’evento lametino è stata curata all’associazione “Cantiere laboratorio” nota da anni sul territorio lametino e calabrese, soprattutto per l’impegno politico rivolto, senza farne mistero, a partiti di estrema destra come Forza Nuova e Fiamma Tricolore, portando avanti battaglie politiche “internazionali” a favore di Assad in Siria, solo per fare un esempio. Il presidente dell’associazione è Vittorio Gigliotti che, in un vecchio comunicato affidato alla stampa, parlava di «ipocrisia del mondo occidentale, civile e democratico» puntando il dito contro Angela Merkel indicata come «ex dirigente della Gioventù Comunista dell’ex Germania dell’Est» parlando poi di «disinformazione strategica che prepara, manipola, falsifica, occulta, inganna e orienta le opinioni pubbliche internazionali» e di «internazionale criminale e terroristica coalizzata, addestrata, armata e finanziata dai padrini degli euro-petrol-dollari».
In un altro comunicato è ancora Gigliotti a guardare addirittura con nostalgia ad Oriente e al «mondo che fa capo alla Russia attuale che, anche se non perfetto, come ogni società umana, da motivo di speranza soprattutto in termini valoriali con la difesa della famiglia come baluardo della società, della cultura e delle radici cristiane. Per questo oggi guardiamo ad est, auspicando la fine delle sanzioni ed un ruolo predominante della Russia di Putin nell’Europa e nell’Occidente». Era il dicembre del 2017, la Crimea era già stata occupata, e quelle parole, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, lasciano capire la vera natura del movimento e le ideologie che ritrovano slancio nella discussione di sabato sera. Non è un caso se, durante l’incontro, è toccato al tenente colonnello Fabio Filomeni “ridisegnare” la storia recente del conflitto, parlando di ingerenze della Nato già dall’incontro di Bucarest del 2008, stigmatizzando le parole dell’ex presidente USA George Bush.
Tra i membri attivi dell’associazione c’è poi Bruno Spatara, ex parà della Folgore, anche lui un nome noto negli ambienti dell’estrema destra locale. Ex segretario provinciale di Forza Nuova, è stato anche coordinatore provinciale del movimento politico “Sovranità – Prima gli italiani”. Tra le sue “storiche” battaglie c’è quella contro la destinazione dell’antico Teatro Russo all’accoglienza di alcuni migranti, risalente al 2015, appellandosi all’allora neoeletto sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro. Sfruttando l’onda scatenata dal generale Vannacci e dal suo libro, Spatara e tutta l’associazione “Cantiere laboratorio” sta riorganizzando una nuova battaglia politico-culturale, con eventi come quello di sabato ma soprattutto attraverso una massiccia campagna social: in pochi giorni il gruppo dedicato ha moltiplicato i nuovi iscritti la cui caratteristica principale che balza agli occhi è la foto profilo con la copertina proprio del libro del generale Vannacci.
Un bacino potenzialmente ampio quello da cui Vannacci e un eventuale movimento politico potrebbero pescare qui a Lamezia e in Calabria. Se e come accadrà è impossibile prevederlo, il seme però è già stato piantato. (g.curcio@corrierecal.it)
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