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memoria e impegno

I misteri sulle navi a perdere e la morte di Natale De Grazia. Carnì: «La ricerca della verità continua» – VIDEO

Il ricercatore, con il cantautore Fabio Macagnino, ha realizzato un reading concert che pone domande ancora aperte su «una morte senza giustizia»

Pubblicato il: 29/08/2023 – 14:51
di Mariateresa Ripolo
I misteri sulle navi a perdere e la morte di Natale De Grazia. Carnì: «La ricerca della verità continua» – VIDEO

MARINA DI GIOIOSA IONICA Una ricerca della verità che va avanti senza sosta e l’obiettivo di far conoscere il più possibile la storia delle navi a perdere e della morte, avvenuta in circostanze misteriose, del capitano di corvetta Natale De Grazia. Ci sono ancora tantissimi dubbi e decine di domande senza risposta sui misteri intorno alle indagini sul traffico di rifiuti tossici e radioattivi e le imbarcazioni affondate nel Mar Mediterraneo, dietro al quale aleggia lo spettro della criminalità organizzata. Domande che Andrea Carnì, ricercatore e docente originario della Locride e in servizio a Milano, continua a fare. Cosa accadde realmente la notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995 a Natale De Grazia? Come morì? Cosa e chi c’è dietro la storia delle navi affondate nel Mediterraneo e dietro al sistema sul quale l’ufficiale della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria stava indagando? «È un tema – spiega ai microfoni del Corriere della Calabria Andrea Carnì – che è stato ostinatamente considerato chiuso per molti anni, sia quello delle navi e dei vari affondamenti nel Mediterraneo, sia il tema della morte del capitano di corvetta Natale De Grazia. Ci sono molte, troppe domande irrisolte, troppi interrogativi irrisolti che meriterebbero maggiore attenzione sia da un punto di vista scientifico, sia da un punto di vista giudiziario».

Parole e musica per raccontare la storia di Natale De Grazia

Nasce così l’idea di Carnì, che ha realizzato, affiancato dal cantautore Fabio Macagnino, un reading concert sul tema, una performance presentata per la prima volta presso la sede dell’Associazione “Don Milani” a Marina di Gioiosa Ionica. Per questioni meteorologiche lo spettacolo – realizzato grazie alle associazioni “Don Milani”, Libera, al circolo di Legambiente-Reggio Calabria, la Caritas della Diocesi Locri – Gerace, con il patrocinio gratuito del Comune di Marina di Gioiosa Ionica – non si è potuto svolgere dove era stato pensato in origine, in una struttura balneare, il lido “Don Milani”, bene confiscato alla ‘ndrangheta in località Romanò. Uno spettacolo sul mare, dove il mare con la sua sconfinata bellezza e i misteri che nasconde tra i suoi fondali, è il filo conduttore. Lì dove l’attenzione di De Grazia si concentrava e dove tutto ebbe inizio.

Cosa accadde realmente la notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995?

È a partire dall’affondamento della motonave maltese Rigel, nel 1987 al largo di Reggio Calabria, che il racconto di Carnì prende forma. Cos’era custodito al suo interno? Perché venne fatta affondare? Nelle indagini sulle cosiddette “Navi a perdere”, come furono chiamate da un indagato, diviene centrale la figura del capitano Natale De Grazia, la cui presenza nel 1995 viene richiesta dall’allora procuratore di Reggio Calabria Franco Neri, che coordinava le indagini su traffici di rifiuti e sugli affondamenti di navi con carichi sospetti nel Mediterraneo. Sarà proprio durante un viaggio in auto verso il Nord Italia che De Grazia morirà, dopo aver cenato insieme a due colleghi in un ristorante a Campagna. Una morte ancora oggi avvolta nel mistero e che i fatti portano a ricollegarla alle indagini che il capitano di corvetta stava svolgendo intorno al fenomeno delle navi a perdere.

Andrea Carnì

«L’obiettivo del progetto – rimarca Carnì – è quello di contribuire a fare memoria in un percorso che viene portato avanti da diverse associazioni, per provare ad ampliare l’attenzione e il pubblico attorno a questo tema, perché il rischio è che nel corso degli anni ci si dimentichi di questi interrogativi. La speranza è che nel frattempo le ricerche su questo tema continuino».

La ricerca della verità continua

«Natale De Grazia è morto in circostanze ancora sconosciute, non c’è una verità, non c’è una giustizia su questa storia. Non c’è una verità e una giustizia – spiega ai nostri microfoni la presidente dell’associazione “Don Milani” Mariaelisa Giocondo – sulle navi a perdere, sulle navi dei veleni e questo è un problema perché il nostro Mediterraneo è pieno di rifiuti radioattivi, di rifiuti che non si sa dove sono partiti e dove sono arrivati. Pensare al mare in quest’ottica significa pensare a un territorio di morte e noi non vogliamo questo: vogliamo che ci sia vita. Questi temi devono essere temi di attualità, devono essere temi che partono dal nostro territorio, partono dal territorio nazionale e dettano l’agenda, che oggi purtroppo spesso è dettata da altre esigenze».

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