PALMI «Io non sono carne». Lo urla due volte Loredana Bertè, durante il suo concerto tenuto a Palmi il 27 agosto nell’ambito del suo tour estivo. A pochi chilometri da Bagnara, la sua città d’origine, l’artista si è sfogata contro i femminicidi e gli abusi sulle donne, aderendo alla campagna “Io non sono carne”, nata dopo i recenti fatti di Palermo. «Io stessa sono stata vittima di un bastardo» ha ricordato la Bertè, facendo riferimento a un caso che aveva già raccontato in precedenza. «Sono stata massacrata di botte e lasciata su una strada del cazzo a Torino». L’artista ha continuato ricordando come avvenga «un femminicidio ogni sei ore. Per non parlare di abusi come quelli di Palermo». Tra gli applausi della piazza, la Bertè ha concluso urlando: «Per questo ho smesso di tacere. Io non sono carne».
Come ricorda Repubblica, la violenza ricordata dalla Bertè era stata già raccontata in passato, in particolare a Verissimo. «A 16 anni – disse a Verissimo – sono stata violentata. Ero l’unica vergine del gruppo e le mie amiche cercavano di convincermi dicendo ci fosse un ragazzo innamorato di me. Dopo un mese, ho deciso di andare a prendere una cosa da bere con lui. Mi ha portato in un appartamento scannatoio. Quando ho sentito che chiudeva con il lucchetto la porta mi sono spaventata, terrorizzata. Volevo andare fuori, ma lui mi ha riempita di botte, mi ha violentata. Sono riuscita a uscire per miracolo, con i vestiti tutti strappati e con un taxi che si è fermato: stavo svenendo e mi ha portato in ospedale». (redazione@corrierecal.it)
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