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La tragedia di Cutro e i ricongiungimenti bloccati con i parenti delle vittime

L’inchiesta del quotidiano Domani: «I familiari aspettano una risposta dal governo italiano dallo scorso mese di marzo»

Pubblicato il: 30/08/2023 – 7:55
La tragedia di Cutro e i ricongiungimenti bloccati con i parenti delle vittime

COSENZA «Le vittime dimenticate di Cutro. I ricongiungimenti sono bloccati». Con questo titolo il quotidiano romano Domani, diretto da Emiliano Fittipaldi, torna a occuparsi della vicenda drammatica dei migranti che lo scorso febbraio sono rimasti vittime di uno spaventoso naufragio. Come evidenziato nell’edizione di ieri dai giornalisti Sara Giudice e Nello Trocchia, il trasferimento dei familiari delle vittime della tragedia in Italia per gravi condizioni psicologiche e di sicurezza non è ancora avvenuto. Eppure, questa, era una delle richieste, la più importante, fatta dai familiari alla premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso dell’incontro avvenuto a Palazzo Chigi nel mese di marzo. «Aspettano una risposta in tanti – viene sottolineano nell’articolo -, figli, padri, fratelli, madri che sono in campi profughi in Pakistan, rimasti bloccati in Turchia, in Iran e che avevano preso sul serio quella promessa e che speravano di ricongiungersi ai parenti dei defunti». La tragedia di Cutro, lo ricordiamo, causò 94 vittime accertate, di cui 35 bambini (e ne mancano ancora 6 all’appello) e al momento è in corso un’inchiesta della magistratura per verificare eventuali responsabili del fatto. «L’incontro di marzo – scrive sempre Domani – era arrivato dopo il mancato incontro con i parenti a Crotone e la mancata visita da parte dei rappresentanti dell’esecutivo al palazzetto dello sport dove erano state posizionate le bare». Dunque, a sei mesi di distanza dalla strage, ancora nessuna risposta è giunta dal governo italiano sul ricongiungimento dei familiari delle vittime. Manuelita Scigliano, presidente dell’associazione Sabir che ha sempre seguito i familiari nel loro percorso post tragedia, a Domani dice che «nella strage di Cutro c’è chi ha perso l’intera famiglia, padri, madri, fratelli, sorelle. Favorire il ricongiungimento con un parente rappresenta il minimo che si possa fare. Il governo aveva promesso di avviare le procedure, aveva chiesto una lista di parenti ai familiari e di aprire un’interlocuzione con la prefettura, ma ad oggi non ci risulta avviata alcuna pratica. Capiamo le difficoltà, ma si aggiunge al danno immane una beffa inaccettabile». Mohamad Arun, uno dei familiari delle vittime (la moglie ha perso la madre e il fratello, il cui corpo non è stato trovato) che a marzo prese parte all’incontro con il governo italiano, rivela di aver chiesto il ricongiungimento con tre cognati e con il suocero, «ho inviato anche i documenti a una funzionaria prefettizia – racconta sempre al Domani – ma non abbiamo avuto più risposte. In questo momento io mi trovo in Francia. I miei parenti si trovano in Turchia e hanno paura che il governo turco li possa rispedire in Afghanistan». Il governo, dal canto suo, risponde che «l’azione del ministero degli Affari Esteri in merito ai visti per ricongiungimento familiare è successiva al rilascio del “nulla osta” da parte dello sportello unico per l’Immigrazione. Confermiamo la disponibilità – riporta l’articolo di Domani – e l’impegno dei nostri Uffici consolari in Iran, Pakistan, Turchia a procedere al rilascio in modo celere, una volta ricevuti i rispettivi nulla osta».

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