CATANZARO I migranti «non devono essere abbandonati a sé stessi e magari lasciati a bivaccare ai margini delle città. Con conseguenti rischi di sicurezza e di tenuta sociale. Devono essere integrati». Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista al quotidiano Il Giornale. «Serve una integrazione attiva», ha affermato Occhiuto rilanciando la sua proposta di sostenere le famiglie che accolgono minori non accompagnati e quella di «formare i lavoratori per i settori nei quali si fa fatica a trovare personale». Gli esempi di come si può fare «sono già nella nostra stessa storia», ha evidenziato Occhiuto, ricordando che la Calabria ha «vissuto stagioni di emigrazioni» e che «i calabresi sono sempre stati accolti nel tessuto sociale e produttivo». «Il modello da seguire – ha aggiunto – è tutto lì. Un modello che la sinistra non ha voluto nemmeno considerare. Tanto che adesso il governo stenta a uscire dall’emergenza».
Sulla proposta di privatizzare la gestione dei porti, «penso – ha spiegato il governatore calabrese – che qualche alleato di governo sbagli a non considerare nel giusto modo questa proposta. Ora i nostri porti – ha continuato – sono gestiti da autorità pubbliche ma affidarli a società per azioni costituite dal pubblico e dal privato renderebbero queste infrastrutture più performanti e le loro attività più remunerative e anche per sviluppare iniziative legate all’attrazione degli investimenti nelle aree retroportuali. Il Mediterraneo sta diventando il luogo centrale per gli scambi commerciali e i nostri porti devono poter competere». Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, «non ho una posizione dogmatica», ha detto il presidente della Regione Calabria. «Il disegno di legge di Calderoli – ha aggiunto – è come un treno che ha tre vagoni, quello dell’autonomia differenziata, quello dei diritti sociali e civili non più quantificati secondo il criterio ingiusto della spesa storica ma secondo i fabbisogni, e quello della perequazione. Se spinto dall’autonomia differenziata, il treno arriva in stazione e porta con sé anche gli altri due vagoni, credo sia un grande risultato anche per le regioni del nostro Meridione dove oggi i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni. E per arrivare a un punto di parità servirebbero risorse importanti. Solo a parità di Lep – ha concluso – posso dire di sì all’autonomia differenziata».
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