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SETTE GIORNI

La Calabria immobile e quella “cura” che neanche i prof riescono a trovare quando governano

L’analisi di Cersosimo, le idee di Franco Rossi e la difficoltà di applicarle. La leggenda di Librandi. Il premio ad Anna Sergi e il suo “sogno” di tornare. Le parole di Loredana Bertè contro la vi…

Pubblicato il: 02/09/2023 – 16:33
di Paride Leporace
La Calabria immobile e quella “cura” che neanche i prof riescono a trovare quando governano

Delle questioni profonde della Calabria si parla e si scrive poco. Il professor Franco Rossi, docente di Pianificazione territoriale dell’Unical, testa pensante dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, più volte assessore regionale e comunale a Cosenza e Rende, non ha molto gradito l’approccio della mia intervista a Luca Addante sulla Calabria. L’autore esperto di paesaggio ritiene che il nodo dei nostri problemi sia «l’assenza delle città in Calabria» che definisce «luoghi senza identità e senza futuro» e a suo parere dovremmo declinarle all’innovazione e al futuro per rigenerare la nostra regione.
Chissà cosa ne pensa il suo collega docente Domenico Cersosimo, per amici e compagni Mimmo, economista calabrese di rilevanza nazionale, che ha affidato l’ultima sua riflessione alla pregiata rivista del Mulino con un breve ma intenso saggio titolato “Calabria, Italia estrema”. Una regione limite secondo l’economista, con militanza politica nell’area del Migliorismo proveniente dall’ex Pci, che rappresenta «un’ombra minacciosa nello spazio civile italiano». Con i calabresi che ne alimentano i cliché ben noti (testardi, malinconici, ospitali e feroci). Terra «non migliore né peggiore» ma sempre diversa. Alla perenne ricerca di una normalità che mai arriva. Perché animata da una società «ruminante» che verso il basso nasconde «redditi, occupanti e prestazioni professionali» per evadere tasse e obblighi e che nell’alto cela nell’ombra il suo successo per evitare la bussata del clan, circostanza che verificai nei giornali quando tentavo di realizzare una pagina regionale sui successi degli imprenditori calabresi.

PROF | Domenico Cersosimo

Per Cersosimo la sua Calabria «è la faccia iperbolica dell’Italia malavitosa, clientelare, amorale, incivile». Un’estrema negatività adoperata dalle altre regioni per giustificare le proprie mancanze sempre minori a quelle che registriamo dal Pollino allo Stretto e con distanze incolmabili dalle regioni faro da imitare (se ne è fatto spesso accenno in questa rubrica con paralleli con la Puglia). Una Calabria diseguale anche al suo territorio.
Il cambiamento epocale positivo della Calabria si è registrato nel primo quarantennio di storia repubblicano quando i diversi territori entrarono definitivamente nella modernità e Cersosimo non manca di declinare le molte infrastrutture che modificarono lo stato delle cose. Le eccezioni del presente sono il Porto di Gioia Tauro, la nascita dell’Università di Catanzaro, l’esperienza di Riace e il miraggio del Ponte. Una Calabria «normalizzata sul piano inclinato del declino» che vede uno Stato “grandetutto” con amministratori nazionali e regionali unici protagonisti della «modernizzazione passiva» calabrese.
Cersosimo esperto di data room è impietoso quando sciorina Pil regionale coincidente con la spesa pubblica, le pensioni che superano di tre volte i ricavi annui di agricoltura e manifattura, quest’ultima quasi scomparsa. Una Calabria disuguale al suo interno, più delle altre, e con le speranze di vita in salute ultime tra gli italiani. Nel 2070 saremo un terzo meno di oggi che siamo già pochi in quella che sembra una morta gora.
L’economista dell’Unical declina anche il suo libro mastro del bene da perseguire del presente ma osserva che quasi niente si attua per migliorare le povertà educative e la ricerca di bene pubblico. Risultiamo malati di futuro anche per il Pnnr che al massimo sarà un «manto modernizzante», i soldi non mancheranno ma sarà l’ennesima occasione sprecata. Conferme in tal senso in queste ore sono giunte dal presidente regionale dell’Ance, Giovan Battista Percacciante con una pepata intervista a Gazzetta del Sud.

UNICAL | Beniamino Andreatta

Non poteva mancare in un saggio di tal portata l’antico “Che fare?” coniato dal compagno Lenin un secolo fa. Secondo il parere di Cersosimo, con il beneficio del “forse” la nostra regione dovrebbe candidarsi «a luogo prioritario di sperimentazione sociale e produttiva a scala nazionale». E qui anch’io dico il mio forse, perché mi sembra che Cersosimo si rifugi nell’utopia e soprattutto evochi la presenza del papa straniero del passato come fu Beniamino Andreatta (Voto “dieci” alla memoria) pur consapevole egli che questo demiurgo straniero non si vede all’orizzonte. A Cersosimo, con umiltà. ricordo che Andreatta ben altra società calabrese trovò per realizzare il suo riformismo. Non fu opera solitaria quella trasformazione. Si mossero masse per cambiare la terra che fu del latifondo e le città diventarono più moderne e civili con l’ausilio di tanti cittadini.
Il saggio di Cersosimo (voto “nove”) è comunque Durlindana pregevole, affilata come la spada di Orlando nel suo ragionare sulla carne viva dei nostri problemi di non poco conto. Al docente universitario originario di Laino mi piace ricordare che egli fu per un anno vicepresidente regionale con Agazio Loiero, e anche Franco Rossi ha avuto diverse responsabilità amministrative anche di recente con Mario Oliverio. Dobbiamo rilevarne che anche i professori al governo sono ininfluenti nell’immobile Calabria?

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Le analisi come quelle di Cersosimo poggiano sui fatti inoppugnabili. Un anno fa un incendio doloso ha rischiato di far chiudere la storica azienda “Guglielmo” di Catanzaro che ha subito danni per oltre un milione di euro. Nessun aiuto da nessuno. Anzi, una pratica all’antiracket non è mai stata presa in considerazione. Voto “zero” a questi nemici della Calabria.

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Era invece un grande amico della Calabria, Nicodemo Librandi, scomparso giovedì all’età di 78 anni. Aveva lasciato l’insegnamento per dedicarsi all’azienda con scrupolo applicandosi all’enologia che ne ha fatto uno dei migliori esperti d’Italia. Grazie alla sua opera di ricerca e innovazione il vino calabrese si è posizionato sui mercati internazionali. A lui va il nostro brindisi riconoscente per la magnifica opera materiale e immateriale che consegna ad eredi, collaboratori e calabresi tutti.

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CRIMINOLOGA | Anna Sergi

La European Society of Criminology ha assegnato il Premio alla carriera 2023 alla docente Anna Sergi presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università dell’Essex. Non sfugge che l’importante premio vada ad una criminologa all’inizio della carriera. Il comitato di premiazione ha infatti evidenziato che l’«impressionante corpo di lavoro» di Anna Sergi come ricercatrice nei primi anni della sua carriera soddisfa chiaramente e supera gli standard di «eccezionale risultato scientifico». Anna Sergi è in un certo senso figlia d’arte, essendo il padre Pantaleone una storica firma che per Repubblica ha narrato le mutazioni della ‘ndrangheta contemporanea. Osservo che una ricercatrice di tal portata avrebbe un ottimo ruolo da svolgere in un’università calabrese per le materie che studia. Di recente la docente ha scritto su Twitter: «Da migrante all’estero il ritorno è un grandissimo punto fermo nella mia vita, e non escluderei la Calabria a condizioni giuste». E creiamole queste condizioni, vivaddio.

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Reggina retrocessa all’inferno. Spiace. Inutili le populistiche difese amministrative di Regione e Comune. Non c’è bisogno di aver studiato Vinnai per sapere che il calcio segue gli andamenti economici del proprio territorio. Anche su questo aspetto il saggio di Cersosimo calza a pennello.

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loredana_bertè

«Un bastardo mi ha violentato, massacrato di botte e lasciata su una strada del ca… Ogni 6 ore succede un femminicidio! Per non parlare poi degli abusi, come quelli di Palermo. Per questo ho smesso di tacere. Io non sono carne». Ha detto Loredana Bertè sul palco di Palmi in occasione del suo applaudito concerto alla Varia di Palmi. Sempre “dieci” alla cantante di Bagnara Calabra e auguri di pronta guarigione considerato che è stata costretta a saltare l’ultima tappa del tour a Catania.

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A Lamezia Terme per il quinto anno consecutivo il movimento culturale Dorian ha celebrato la data di nascita del poeta Franco Costabile. L’anno prossimo sarà il centenario. Segni la data la vicepresidente della Regione Princi per manifestazioni di ricorrenza adeguate all’autore calabrese amico e discepolo di Giuseppe Ungaretti. (redazione@corrierecal.it)

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