CATANZARO Anche quest’anno la Camera penale “Alfredo Cantàfora”, aderendo all’iniziativa “ferragosto in carcere”, ha richiesto ed ottenuto di inviare propri delegati presso la Casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro per verificare le condizioni della detenzione e avere contezza diretta delle molte problematiche che accompagnano la permanenza in carcere. In visita nell’Istituto di pena il vice presidente Alessandro Guerriero, il tesoriere Nicola Tavano, i consiglieri Angela La Gamma e Stefania Mantelli, il presidente del Collegio dei probiviri Vincenzo Ranieri e i responsabili dell’Osservatorio esecuzione penale e carcere, Piero Mancuso e Vincenzo Galeota. Il carcere ospita circa 615 detenuti, tra alta sicurezza, media sicurezza, i cosiddetti comuni e le persone affette da patologie psichiatriche.
«L’area sanitaria – si legge in una nota – non è completamente fruibile anche perché interessata da una ristrutturazione per la realizzazione del reparto di radiologia. L’infermeria ha una capienza di 18 posti, tutti occupati. La polizia penitenziaria ha uno scoperto in organico di circa 100 unità e l’insufficienza del personale investe anche l’area medica e quella educativa, con gravi ricadute sull’assistenza sanitaria e sull’attività di risocializzazione cui deve tendere la detenzione. Tanto vale a descrivere un contesto nel quale, nonostante i pur apprezzabili sforzi degli operatori, non sempre e non sufficientemente possono essere garantiti i diritti dei detenuti ai quali, oltre alla pena, lo Stato finisce per somministrare anche quote gratuite di sofferenza aggiuntiva».
«La visita guidata tra le sezioni della Casa circondariale – continua la Camera penale – ha consentito di raccogliere non soltanto elementi formali sulle presenze e sulle scoperture delle piante organiche, pure in settori strategici, ma anche di avere contezza dei luoghi, riscontrati come diffusamente fatiscenti, e di ascoltare da chi “soffre” la detenzione l’insistenza di disfunzioni risalenti e purtroppo non ancora risolte, che continuano ad interessare le modalità di fruizione dell’assistenza sanitaria, riferita non sempre puntuale, l’assenza di dottori nelle ore notturne, le lamentate lunghe attese per le visite mediche, le difficoltà di accesso ai benefici penitenziari comunicate dai detenuti in alta Sicurezza e la sostanziale inadeguatezza delle attività di assistenza e di rieducazione».
Questo nel contesto di una struttura che reca ormai i segni del tempo, nella quale le celle visionate ed i servizi essenziali richiedono un non altrimenti rinviabile intervento di ristrutturazione.
La Camera penale di Catanzaro programmerà a breve altri accessi – il prossimo già a settembre, con la delegazione di Nessuno Tocchi Caino, nel programma dei “viaggi della speranza” – per monitorare le condizioni detentive e assumerà ogni iniziativa, dialogando costruttivamente con tutti gli interlocutori istituzionali, per migliorare la qualità della detenzione e con essa la tutela dei diritti dei cittadini – detenuti.
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