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Sandro Ruotolo: «Informazione in mano a editori che fanno tutt’altro nella vita»

Legalità e libertà d’informazione alla festa dell’Unità di Vibo. «Pd unico partito che ha messo la lotta alle mafie nel suo agire»

Pubblicato il: 03/09/2023 – 13:17
Sandro Ruotolo: «Informazione in mano a editori che fanno tutt’altro nella vita»

VIBO VALENTIA Legalità e informazione sotto la lente del Pd che prosegue la sua tre giorni di festa regionale dell’Unità a Vibo Valentia. “75° Anniversario della Costituzione, legalità e libertà d’informazione, principi cardine della democrazia”, la traccia del dibattito che ha chiuso la seconda giornata della festa e al quale hanno preso parte Maria C. Chiodo, Maria Locanto, Lucio Musolino, Emiliano Morrone, Alberto Cisterna, Michele Albanese e Sandro Ruotolo.
Il giornalista Michele Albanese, nel corso del suo interventi, ha lanciato una sfida al Pd incrociando legalità e informazione. «Molti temi di attualità – ha detto Albanese – come il traffico di droga e il business che rappresenta per la malavita sono argomenti che non interessano giornalisti e politica. Perché? Eppure muovono risorse maggiori a quelle di una manovra finanziaria. Lancio una sfida al Pd: serve un partito che si occupi di informazione nelle terre di confine con il coraggio di spostare il dibattito anche nelle sedi centrali. Si tratta di un elemento fondamentale per il futuro della Calabria».
Il magistrato Alberto Cisterna ha indicato come fondamentale anche un risveglio dei cittadini che troppo spesso decidono di non informarsi scegliendo una sorta di “cecità colpevole”. «Esiste un problema strutturale dell’antimafia che è quello di non riuscire ad agganciare il nemico. Pochi hanno la capacità di individuare i settori in cui svolgere davvero le indagini. E la stessa miopia riguarda anche il diritto all’informazione e il diritto ad essere informato e ad essere bene informato. Un diritto che il cittadino deve esercitare e pretendere, anche perché un cittadino che non si informa è un cittadino che non vuole partecipare e poi non va a votare. Temo che grandi fette della nostra popolazione vogliano abbracciare questa “cecità colpevole”, questa cultura del non volere vedere e sapere, ritagliandosi il proprio angolo di correlazioni e amicizie. Questo consente il consolidarsi di poteri opachi e delle infiltrazioni».
Legalità e informazione vanno di pari passo e il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni sembra averlo completamente dimenticato. Nelle sue conclusioni il responsabile di Informazione e Cultura della segreteria nazionale dem Sandro Ruotolo ha rivendicato lo sforzo intrapreso dal partito e ha ringraziato il segretario regionale Nicola Irto per il lavoro fin qui svolto e per avere scelto di occuparsi di un tema così importante. «Questo è l’unico partito che ha posto nel suo programma e nel suo agire quotidiano la lotta alle mafie. Avvertiamo, con preoccupazione, questo calo di tensione sul principio di legalità come si può vedere anche dalla recente riforma del codice degli appalti. Stesso ragionamento vale per l’informazione che deve servire ai governati e non ai governanti. A Ravenna alla festa dell’Unità nazionale e poi con i gruppi parlamentari presenteremo la nostra proposta di riforma della governance della Rai per invertire il trend. Gli assetti proprietari dell’informazione stanno in mano a proprietari che fanno tutt’altro nella vita e non possono rendere un servizio ottimale e, per questo motivo, insieme alla riforma della governance occorre anche una legge che regoli il conflitto di interesse».
Il segretario regionale del Pd Nicola Irto esprime la propria solidarietà e vicinanza, insieme a quella di tutto il partito, al giornalista di Rtv Cesare Minniti dopo la vile aggressione subita. «Episodi come quello registrato nelle scorse ore che hanno visto l’aggressione al giornalista Cesare Minniti, colpevole solo di svolgere il proprio lavoro con attenzione e serietà, non sono degni di una città moderna e civile. Ferma la condanna del Pd e la solidarietà al cronista e a tutta la redazione, con la certezza che la magistratura farà piena luce sull’accaduto e che il giornalista proseguirà, insieme ai colleghi, la sua preziosa attività di informazione con la consueta professionalità».

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