Quanto c’è da credere che la mafia abbia potuto compiere un salto così strano da scrivere una lettera all’On. Roberto Calderoli con esplicite minacce di morte: “ se non la smette di insistere con la politica da genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco, ti uccideremo”.?
E’ immaginabile una lettera che cominci con “Siamo la mafia” scritta a caratteri maiuscoli e si rivolge al destinatario (seppure Ministro) dandogli del “Lei”? Più che di una lettera minatoria ha il sapore di una messa in scena; eppure ha scosso la segreteria del Ministro che l’avrebbe tradotta in “minaccia di morte”.
C’è da dire che la mafia (quella vera) che sa cosa scrive, non si esprime in modo esplicito, ma lascia sempre ad intendere, quasi come se stesse dando consigli. Mai prende decisioni dirette e le comunica all’interessato, al quale, invece, solitamente viene dato un “avvertimento”; e neanche sempre, ma solo quando si teme che l’episodio possa essere di nocumento all’organizzazione.
La minaccia di morte al Ministro, in questo contesto, sembra un po’ “eccessiva”. Induce a pensare che potrebbe essere stata scritta da persone che con la mafia hanno poco o nulla da spartire, ma avrebbero utilizzato il nome “mafia” con un fine ben preciso: incutere paura. Oltretutto, perché la minaccia possa essere seriamente presa in considerazione sarebbe da dimostrare quali benefici la mafia ne trarrebbe, tranne che a erigersi a difesa delle regioni del Sud. Circostanza, peraltro, inedita nella storia della cosiddetta “Onorata Società”; a meno che non si scopra che dietro il nome “mafia” si nasconde qualcuno o qualcosa.
Tutto ciò lascia pensare ad un “circo mediatico” che solitamente si alimenta con la spettacolarizzazione. Tuttavia l’episodio sembra più un saggio che va al di là dell’interesse locale. O, meglio, che cerca di “depistare”.
L’onorevole Calderoli e i suoi amici politici debbono capire che il Paese Italia è uno e si estende dalle Alpi a Lampedusa. Pensare di “giocare” partite avendo conoscenza del risultato è indegno anche per una organizzazione delinquenziale che, nella fattispecie, bisognerebbe capire da cosa sarebbe interessata.
Quanto alle “minacce”, l’onorevole Calderoli deve sapere che chi le intende fare non le esterna! Probabilmente bisognerebbe piuttosto guardarsi da chi sta zitto e non si copre dietro una “lettera minatoria”.
*giornalista
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