LAMEZIA TERME La lunga pausa sta per finire, primi segnali di ripresa dell’attività politica a livello regionale. Il quadro che si era cristallizzato a Ferragosto si ripresenterà praticamente identico adesso, con il ritorno alle liturgie che preparano un 2024 “spartiacque”, pieno zeppo di appuntamenti destinati a rivoluzionare gli assetti, tra le Europee, le Amministrative in grandi città e probabilmente anche le Provinciali con il nuovo/vecchio corso. Il fotogramma di agosto cristallizzava un centrodestra sempre più unito e compatto, ulteriormente cementato dalla “chiamata a raccolta” del governatore Roberto Occhiuto sulla riforma dei Consorzi di bonifica, e un centrosinistra alla perenne, faticosa e ancora non riuscita ricerca di una linea comune di azione. E così che gli schieramenti si approcciano a questo autunno che dalle parti della Cittadella e di Palazzo Campanella viene considerato essenzialmente di transizione. Per quanto riguarda la maggioranza di centrodestra, si vocifera di una imminente riunione dei capigruppo con il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso per programmare i lavori dell’Astronave alla ripresa: si prevede in linea di massima una Conferenza dei capigruppo nella prossima settimana e una seduta del Consiglio regionale a metà mese.
L’agenda, una volta traguardato il “totem” della riforma dei Consorzi di bonifica, si è in realtà alleggerita, anche se non manca il “piatto forte”, rappresentato dalla proposta di legge sulla cosiddetta “Grande Cosenza”, la fusione tra il capoluogo bruzio, Rende e Castrovillari, che – si fa intendere da fonti della maggioranza – avrà adesso una corsia ancora più preferenziale, con l’ulteriore approfondimento in prima Commissione, dove già in estate erano iniziate le audizioni, con tanto di critiche dalle parti del centrosinistra. Non è un mistero che l’opposizione si sia messa di traverso al disegno della fusione cosentina, contestando la “forzatura” del centrodestra passata anche dalla modifica della legge regionale sulle fusioni che a dire del centrosinistra avrebbe depotenziato lo strumento del referendum delle comunità interessate aprendo la strada a “colpi di mano” della maggioranza. Uno scontro destinato verosimilmente ad acuirsi alla ripresa dell’esame del testo e alla ripresa a pieno regime dell’attività politica. Ma ovviamente si tratterà di capire anche i “movimenti” all’interno del centrodestra, se si considera che sul tema delle fusioni dei Comuni non sono mancate fibrillazioni, soprattutto da alcuni esponenti di di Fratelli d’Italia, rispetto al resto della coalizione. (a. cant.)
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