VIBO VALENTIA «Oggi l’aria ha il profumo della giustizia». Lo ha detto Vincenzo Chindamo, fratello di Maria Chindamo, l’imprenditrice scomparsa il 6 maggio del 2016 a Limbadi (nel Vibonese) e della quale l’inchiesta “Maestrale-Carthago”, condotta dalla Dda di Catanzaro, ha accertato l’uccisione. «Aspettiamo di leggere attentamente gli atti di questo segmento di indagine – ha aggiunto Chindamo – ma un dato mi preme subito rilevare: avere perseguito per tutti questi anni la ricerca della verità sull’uccisione di mia sorella alla fine ha dato risultati. Non ho mai smesso di credere nell’operato della magistratura, anche quando ci poteva essere qualche momento di sconforto. E quanto è emerso oggi premia quella perseveranza. Attendiamo adesso che anche l’ultima responsabilità a carico delle persone coinvolte nell’omicidio venga cristallizzata. E sono certo che alla fine anche questo avverrà, anche se ci vorrà del tempo. La ‘ndrangheta e la subcultura di ‘ndrangheta, se ancora fosse necessario ribadirlo, sono retrograde e perdenti, mentre la bellezza e il sorriso di Maria, pur tra le nuvole, splendono ancora».
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