BOLOGNA Quando fu immaginato era forse una visione ma il tempo, dopo tre decadi ed un lustro, ha certificato come il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale fosse solo in anticipo, oggi analizzare l’andamento del settore, interpretarlo ed anticiparne le novità sono ritenute operazioni essenziali per il sistema agricolo nazionale.
La 35esima edizione del Salone, noto con l’acronimo SANA, ha aperto ufficialmente i battenti con numeri significativi, oltre 650 aziende espositrici (il 15% delle quali dall’estero) e 20.000 mq di superficie espositiva. La manifestazione è organizzata da BolognaFiere in collaborazione con AssoBio, FederBio e Cosmetica Italia, con il supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e il patrocinio del Ministero della transizione ecologica e della Regione Emilia-Romagna.
Nei padiglioni anche lo stand della Calabria, regione che pur piccola per dimensioni e superficie agricola utilizzata è perfettamente in grado, in questo settore, di salire in cattedra. E farlo sulla scorta di risultati già ottenuti, se infatti l’Unione Europea ha fissato per il 2030 il target del 25% dei terreni a coltivazione biologica, l’Italia si è data come obiettivo di anticipare questa scadenza al 2027, la Calabria è già oltre con il 36% già raggiunto. Nella nostra regione, infatti, su 543mila ettari di superficie agricola utilizzata ben 193.616 sono già coltivati in biologico.
A rappresentare il Governo e visitare ieri lo stand della Regione Calabria il sottosegretario di Stato al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Luigi D’Eramo. «il settore biologico – ha sottolineato il sottosegretario ai nostri microfoni – è uno dei pilastri della nostra qualità e cuba quasi 5 miliardi di euro all’anno. L’Italia ha scelto di anticipare di 3 anni l’obiettivo fissato dall’Unione Europea e da questo punto di vista dobbiamo dire che la Calabria è stata a fantastica e qualifica i suoi prodotti come assolutamente attrattivi rispetto ai mercati nazionali ed internazionali». «La produzione biologica nella vostra regione – ha aggiunto D’Eramo – è una realtà importante e contribuisce significativamente al target nazionale».
Ma sul biologico le considerazioni del sottosegretario vanno oltre e non investono solo ed unicamente la qualità dei prodotti «quando parliamo di produzione biologica il ragionamento si amplia, è chiamato in causa il nostro Made in Italy. Dopo l’approvazione della legge sul biologico, che abbiamo iniziato ad attuare attraverso i decreti, stiamo lavorando ad un altro ambizioso obiettivo e cioè quello di giungere all’istituzione di un marchio biologico italiano che certifichi ulteriormente e renda ancor più competitivi i nostri prodotti sui mercati internazionali». (redazione@corrierecal.it)
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