VIBO VALENTIA C’è anche il nome di Andrea Niglia nell’elenco degli indagati dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Il nome dell’ex sindaco di Briatico ed ex presidente della provincia di Vibo Valentia – accusato di truffa aggravata – si lega ad un episodio relativo ad un concorso pubblico per l’assunzione al Comune di Zungri.
Tutto parte «dall’induzione all’errore» della Commissione esaminatrice del concorso per la copertura a tempo indeterminato e part-time di un posto di istruttore direttivo presso i servizi demografici indetto dal comune di Cessaniti. Il comune di Zungri, con determina del 4 febbraio 2020, si sarebbe affidato «alla predetta valutazione attingendo alla graduatoria relativa alla procedura selettiva». La Dda parla di «artifizi e raggiri, costituiti dalla anticipazione dei contenuti delle prove, idonei ad indurre in errore la commissione esaminatrice in ordine alla idoneità del candidato» Andrea Niglia. E’ una conversazione a cristallizzare, per l’accusa, la circostanza finita nell’inchiesta. F.M., responsabile del servizio amministrativo del Comune di Cessaniti, «afferma di aver passato i compiti ad Andrea Niglia e di aver passato le prove fino a quel momento effettuate». E’ il 30 agosto 2019, nove giorni dopo l’espletamento della prova preselettiva sostenuta e superata da Niglia. Il soggetto, al telefono, confessa di aver passato all’ex primo cittadino «oltre ai quiz della prova preselettiva, anche le domande delle successive due prove scritte, nello specifico la prima prova scritta consistente nella redazione di un tema o di domande a risposta aperta (svolta il 13 settembre 2019) e la seconda prova scritta di carattere pratico, consistente nella redazione di un atto amministrativo (svolta il 3 ottobre 2019)». L’ex sindaco, al termine della selezione pubblica, viene assunto con «un dispendio delle risorse investite per l’espletamento della stessa».
«Il programma iniziale dei sodali – annota la Dda – era quello di far rientrare Andrea Niglia, come dirigente al Comune di Briatico». Tuttavia, la sentenza di condanna – emessa nell’ambito del processo “Costa Pulita” – «riconosce la responsabilità penale di Niglia in ordine alla compromissione del Comune di Briatico» e viene inoltre riconosciuta «la sua contiguità alla medesima struttura criminale». Vista l’impossibilità di (ri)entrare nel comune di Briatico, «appariva preferibile posizionare il Niglia in una posizione defilata ma comunque di interesse presso il Comune di Zungri». Secondo la Dda, il locale di Zungri «si assicurava personale di fiducia all’interno degli uffici strategici degli enti comunali interessati, garantendosi continuità nel “monopolio” della gestione dei lavori pubblici oltre che il condizionamento della gestione dell’ente nel suo complesso». (f.b.)
(redazione@corrierecal.it)
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