COSENZA «Ho scelto la Calabria il futuro dell’IA è qui». Lo dichiara in un’intervista a “Repubblica” Georg Gottlob, uno dei più grandi esperti al mondo di intelligenza artificiale, 67 anni, austriaco, autentico re dell’informatica, che tra qualche settimana abbandonerà definitivamente la sua cattedra ad Oxford per trasferirsi all’università della Calabria. «Mia moglie ed io vivremo a Paola, perché vi stupite tanto?», si chiede in premessa Gottlob, che motiva così la sua scelta: «Conosco da molti anni il rettore Nicola Leone, abbiamo lavorato insieme nello stesso dipartimento al Politecnico di Vienna dal 1994 al 2000. Rende oggi è un luogo di ricerca avanzatissimo per i miei studi sulla teoria dei database e sull’intelligenza artificiale. Il giusto approdo per questa fase della vita». Nel 2017 a Gottlob l’ateneo di Arcavacata di Rende aveva già tributato la laurea ad honorem.
Gottlob riferisce di amare l’Italia, ricordando che «mia moglie Laura Carlotta, che fa la curatrice d’arte, è italiana, pensi che la vostra lingua l’ho imparata estate dopo estate quando venivo qui in vacanza con i miei genitori. Non ho mai studiato l’italiano, la mia scuola sono stati Gadda, Sciascia, Pirandello. Il dato di fondo è che per me è naturale cambiare Paese, ho lavorato a Milano, al Cnr di Genova, a Vienna, i miei figli Leonardo e Anita sono cresciuti ad Oxford. Ma non sarei venuto in Calabria se non avessi avuto un forte interesse scientifico e accademico. Il titolo del corso lo stiamo mettendo a punto, posso dire però che la mia lectio magistralis che aprirà l’anno accademico il 15 settembre parlerà di intelligenza e ignoranza artificiale. Con tutto quello che comporta. Ed è su questo- spiega il docente austriaco – che straordinari ricercatori e studenti arrivati da tutto il mondo si stanno sfidando all’università della Calabria. Non a caso proprio attorno al campus sono nate diverse startup digitali». A quanti ricordano che la Calabria è una terra difficile e se davvero valeva la pena, lasciare Oxford, Gottlob risponde così: «Certo, anzi proprio per questo. La ricerca scientifica può creare lavoro, un’università come quella di Rende è un polo culturale che non ha nulla da invidiare a grandi università del Nord. La nuova facoltà che metterà insieme Medicina e Intelligenza artificiale è una novità assoluta. E poi qui c’è entusiasmo. Con molti ricercatori di questa università ho già lavorato nel tempo, fin da quando insegnavo a Vienna, con il gruppo di studiosi del “Dbai”, database and artificial intelligence». (redazione@corrierecal.it)
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