Ultimo aggiornamento alle 23:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

il dramma

Ecatombe in Marocco: oltre duemila le vittime del terremoto

L’ultimo bollettino del ministero dell’Interno segnala anche oltre duemila feriti. Tajani: non ci sono italiani coinvolti

Pubblicato il: 10/09/2023 – 9:02
Ecatombe in Marocco: oltre duemila le vittime del terremoto

Interi villaggi di montagna spazzati via; centinaia di famiglie decimate e migliaia di persone sdraiate nelle piazze per la loro seconda notte fuori dalla propria casa. Chi spinto dal terrore delle scosse di assestamento – che non danno tregua – e chi perché non ha più un luogo dove rincasare. Il sisma che ha colpito il Marocco nella notte di ieri, alle 23.11, ha devastato la regione a sud-est di Marrakech. L’ultimo bollettino del ministero dell’Interno definisce la portata dell’ecatombe: 2.012 morti e 2.059 feriti, di cui oltre 1.400 gravi. La maggior parte dei deceduti si concentra nella provincia di Al Haouz (1.293 persone) e, in misura minore, a Taroudant (452), entrambe situate a sud di Marrakech, dove la cifra dei decessi si è fermata a tredici. Al Haouz e’ l’epicentro della scossa di magnitudo 6,8 gradi, a una profondità di 18,5 chilometri, secondo l’esservatorio geologico americano (Usgs). Il Centro nazionale marocchino per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) ha indicato una magnitudo pari a 7 gradi della scala Richter a una profondita di 8,5 chilometri. In ogni caso si tratta della scossa più forte mai registrata nella storia del Paese.

L’ultima che si avvicina per portata – magnitudo 5,7 – risale al 1960 ad Agadir, non molto lontano dalla regione colpita. Allora fece 12 mila morti (un terzo della popolazione locale dell’epoca). La piu’ recente nel 2004, ad Al Hoceima, con 628 morti e 926 feriti (6,3 gradi). Tafeghaghte e Moulay Brahim sono tra le località più colpite. Piccoli villaggi di montagna (siamo sull’Alto Atlante), a una cinquantina di chilometri dall’epicentro. “Sono stati completamente spazzati via. I crolli di montagna hanno interrotto le strade e reso difficile l’arrivo dei soccorsi”, ha raccontato il ministro della Giustizia, Abdelilah Wahbi, che è anche sindaco di Taroudant. In questi villaggi a scavare tra le macerie è arrivato l’esercito, con gli elicotteri per i soccorsi e le ruspe per farsi strada. Ma mentre i militari scavavano tra i resti, gli abitanti scavavano le prime tombe: alcune famiglie sono state decimate. E’ gia’ diventa simbolo la signora avvolta in una coperta che hai microfoni della tv di Stato ha elencato i nomi del marito e dei quattro figli, tutti persi. E come lei tanti altri. Citando fonti mediche, il sito di notizie Médias24 ha segnalato inoltre un “afflusso massiccio” di feriti negli ospedali di Marrakech. Ma le disperate richieste di aiuto sono arrivate anche da Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira. “Verso le 23, abbiamo sentito una scossa molto violenta, ho capito che era un terremoto. Ho visto edifici muoversi e sono uscito. La gente era sotto shock e nel panico. I bambini piangevano, i genitori erano sconvolti”, ha detto al telefono all’AFP Abdelhak El Amrani, 33 anni, residente a Marrakech A una settantina di chilometri di distanza a Marrakech i cittadini vivono sospesi. In attesa dell’ennesimo bollettino del ministero dell’Interno, che viene pubblicato ogni tre-quattro ore. E nella speranza che la terra smetta di tremare per poter rientrare a casa. I monumenti storici, che fanno della città Patrimonio dell’umanità’, non sono stati risparmiati. Le mura della medina hanno ceduto in diversi tratti. L’ospedale della città, dove venivano convogliati quasi tutti i feriti prima che fossero allestiti gli ospedali militari da campo, ha sofferto la carenza di sacche di sangue. Ha fatto appello ai cittadini di recarsi a donare. E i marocchini hanno risposto in tutto il Paese, tanto da fare rientrare quasi subito l’emergenza. La solidarietà non è stata solo interna. I grandi della terra dal G20 si sono fatti subito sentire. Hanno assicurato la propria vicinanza e garantito tutto il sostegno necessario. Dall’India agli Stati Uniti, dalla Cina all’Ucraina, persino Israele e Palestina. I leader dell’Ue hanno firmato una lettera a Ventisette (formula che si riversa solo ai grandi fatti). L’Algeria, con i cui i rapporti sono (o forse erano) ai minimi storici ha riaperto lo spazio aereo per favorire il passaggio degli aiuti umanitari. Le prime squadre di soccorso sono già arrivate e altre sono attese per la giornata, dal Senegal alla Francia, dalla Spagna al Qatar. Il Paese – che ha dichiarato il lutto per tre giorni – è scosso ma non diviso. È ferito ma non abbandonato. Il re Mohammed VI ha già dato mandato per formare una cabina di regia ministeriale che si occuperà della ricostruzione. Intanto pero’ si attende il prossimo bollettino.

Tajani: non risultano feriti italiani

Sono circa 200 gli italiani che si trovavano a Marrakech quando la cittadina è stata colpita dal terremoto: lo ha detto intervenendo alla trasmissione Omnibus de La7 il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Il terremoto è avvenuto nella zona di Marrakech, sono circa 200 gli italiani che ieri erano al momento delle scosse in quella parte del Marocco”. “Al momento – ha aggiunto – non abbiamo notizie di italiani feriti. Ora siamo impegnati con la nostra ambasciata a Rabat, il nostro consolato a Casablanca e il consolato onorario a Marrakech a contattare tutti i concittadini”. 

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x