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Goel sull’omicidio di Maria Chindamo: «Assassini che parlano ancora di uomini d’onore»

L’associazione sull’operazione Maestrale Carthago: «Grazie Gratteri, ora tocca a noi non piegare la testa»

Pubblicato il: 10/09/2023 – 15:47
Goel sull’omicidio di Maria Chindamo: «Assassini che parlano ancora di uomini d’onore»

CATANZARO Sull’atroce omicidio di Maria Chindamo di cui si sono avute recenti clamorose risultanze investigative, interviene anche la comunità di Goel – Gruppo Cooperativo che «si stringe attorno ai figli di Maria, a Vincenzino, a Federica e a Letizia, nonché attorno al fratello Vincenzo (nostro socio) e alla sua famiglia. La tanto agognata verità sta finalmente prendendo forma, ma ha il sapore amaro e doloroso della disumanità e della stupidità di un’organizzazione mafiosa che non può più essere tollerata nella nostra terra». Così una nota dell’associazione che ribadisce come sia «incredibile è che gli ‘ndranghetisti parlino ancora di “onore”, usino espressioni come “uomini d’onore”». «Dov’è l’onore in tutto questo? Nel rapire e trucidare una donna, un’imprenditrice e una mamma come Maria? Che onore c’è in tutto quello che le è stato inflitto e che ci ripugna anche solo menzionare? Siamo di fronte a persone che agiscono nell’ombra, aggrediscono chi è indifeso, estorcono terreni, impediscono alla gente di guadagnarsi il pane quotidiano, tolgono la serenità alle famiglie, rubano, prosciugano, devastano, inquinano, condannano la nostra terra al nulla che loro già rappresentano. E questo lo chiamano “onore”»? «Non solo non hanno avuto i terreni di Maria, ma hanno innescato una reazione a catena esattamente opposta e contraria: hanno attirato Goel con la sua grande comunità, che è diventato il curatore dei terreni di Maria. Ogni mese a Limbadi arrivano decine di persone, gruppi da tutta Italia che lottano contro le mafie: sono stati così furbi da attirare uno splendido “alveare d’antimafia”». Coloro che si sono macchiati di questo crimine spregevole e i loro fiancheggiatori, «se non sono già in carcere ci finiranno presto, rovinando le loro famiglie e il loro futuro. Le attività di investigazione, a catena, sveleranno certamente altri crimini, altri affari e traffici illeciti -prosegue la nota- Alla fine, paradossalmente, potrebbero essere loro a perdere i (loro) beni che verrebbero affidati allo Stato o alle organizzazioni del terzo settore. L’etica non è solo giusta, ma è anche la via più intelligente ed efficace». Un grazie corale infine va «a Nicola Gratteri, a tutti i magistrati della Dda e alle forze dell’ordine che, insieme, ci stanno aiutando a voltare pagina. Ora dobbiamo fare la nostra parte e non piegare la testa di fronte a nessuno. Come ha fatto Maria. Se lo faremo insieme, tenendoci vicini, la ‘ndrangheta non potrà fare nulla, volteremo pagina e la Calabria tornerà libera e splendida come già avrebbe potuto essere».

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