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IL MESSAGGIO

Il vescovo Oliva: «C’è emergenza educativa, serve una scuola nuova»

Il messaggio a studenti, dirigenti scolastici e docenti in occasione del nuovo anno scolastico 2023-2024 che in Calabria inizia giovedì prossimo

Pubblicato il: 11/09/2023 – 21:03
Il vescovo Oliva: «C’è emergenza educativa, serve una scuola nuova»

LOCRI (RC) «Nella nostra società, ove si registrano episodi di violenza, di bullismo, di stupri di ragazze minorenni da parte del branco, è evidente un’emergenza educativa, che esige una scuola nuova che sia palestra di umanità e faccia riscoprire la bellezza della vita. Una scuola che sia una comunità aperta ed inclusiva, che educa all’accoglienza ed all’amicizia, al camminare insieme nella ricerca del vero, del bello, del buono». Lo scrive il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, in un messaggio indirizzato agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti ed agli insegnanti di religione cattolica in occasione del nuovo anno scolastico 2023-2024 che in Calabria inizia giovedì prossimo, 14 settembre.
«A tutti voi studenti – prosegue il presule – dico: amate la scuola! Frequentatela con assiduità! Studiate per amore verso la ricerca. Studiate anche quelle discipline che al momento vi sembrano ostiche o noiose. E’ la grande opportunità della vita! A scuola imparate a stare insieme e quanto necessario, per essere uomini e donne che non si lasciano strumentalizzare da nessuno, capaci di costruire una società più bella e più umana”. “Perché il mondo diventi più umano – aggiunge mons. Oliva – occorre uno sguardo di predilezione verso i più piccoli e fragili, quelli che spesso sono vittime degli atteggiamenti violenti degli adulti. I ragazzi affetti da disabilità o da gravi forme di autismo sono il volto di un’umanità fragile che esige vicinanza e solidarietà. La loro presenza nella scuola è un richiamo ad affrontare la vita con coraggio. Ma anche ‘a capire e ad amare la vita’. Come dice la canzone ‘Il mio amico’ di Gianni Morandi: ‘Dal mio amico ho imparato un milione di cose Per esempio ad amare senza esser riamato A guardare la luna e i giardini di rose E tutte le altre bellezze che Dio ha creato”». “
«Dagli insegnanti – afferma il vescovo – ci si attende uno sguardo amorevole verso i ragazzi più deboli e meno abbienti, quelli che provengono da situazioni familiari difficili, che hanno bisogno non solo di nozioni e di cultura generale, ma soprattutto di affetto ed accoglienza. Insegnare loro ad amare la vita, nonostante le sue incompiutezze, è la missione d’amore di chi è investito di responsabilità educativa. Una missione che ha uno sguardo particolare verso i ragazzi che hanno meno affezione a stare tra i banchi di scuola o che rischiano di restare su strada vittime delle proprie dipendenze. L’auspicio è che tutti i ragazzi e le ragazze affetti da disabilità abbiano il giusto sostegno ed accompagnamento», conclude il prelato. 

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