CATANZARO «Per andare in soccorso alla sanità pubblica, innanzitutto dovremmo partire dall’abolizione del numero chiuso in Medicina o perlomeno ridisegnare i termini dei limiti del numero chiuso»: così Antonello Talerico (nella foto), consigliere regionale e commissario regionale di “Noi Moderati”.
«Dobbiamo avviare una battaglia importante su questo tema – incalza Talerico – se vogliamo salvare e rilanciare la sanità italiana, che collassa in buona parte del Paese. Del resto, il ministro Anna Maria Bernini aveva già messo in evidenza la necessità di capire quale fosse il fabbisogno effettivo di medici e sanitari e capovolgere il sistema, adeguando capacità e offerta al fabbisogno».
«Per questo motivo dobbiamo riproporre a livello nazionale un gruppo di lavoro che coinvolga anche il ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e gli Ordini Professionali Sanitari, per individuare una soluzione reale al problema della carenza di medici e altri operatori sanitari – continua il consigliere regionale –. Dobbiamo anche rivedere medio tempore i test che vengono sottoposti ai candidati, spesso trattasi di domande inconferenti che nulla hanno a che vedere con la futura professione e/o con le basi culturali richieste per un futuro medico! In Calabria poi, fermo restando le soluzioni provvisorie che si stanno adottando facendo di necessità virtù, sarebbe importante coinvolgere sempre più specializzandi, ma anche studenti dell’ultimo anno e poi rimane la soluzione ulteriore delle convenzioni con i “grandi” medici del nord (molti dei quali meridionali), che potrebbero accettare di avere incarichi periodici in Calabria, così eviteremo per molti malati i viaggi della speranza, i costi per spostarsi in altra Regione, ridurremmo anche i costi della Regione Calabria che versa nelle casse del sistema sanitario delle altre Regioni somme importanti che vengono a mancare all’economia della nostra Regione ed ai futuri investimenti locali, ma cosa importante si potrebbero formare in loco bravi medici proprio attraverso questi luminari che potrebbero sopperire alle deficienze numeriche attuali oltre ad elevare anche la qualità delle singole prestazioni in ragione delle esperienze di fuori Regione specie per talune discipline», conclude Talerico.
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